Il Questore: “Come sparare sulla Croce Rossa”. Ma chi doveva controllare?

“E’ stato come sparare sulla Croce Rossa”. E’ stato questo il commento del Questore di Messina, Giuseppe Cucchiara, che stamani ha presentato l’attività di indagine sui furti di gasolio all’Atm, condotta dagli agenti della Digos e coordinata dal pm Alessia Giorgianni.
“Quel che fa più riflettere e che lascia davvero sbigottiti – ha dichiarato Cucchiara – è il fatto che, oltre a rubare il gasolio, la banda era riuscita ad allestire un vero e proprio distributore parallelo dove il carburante veniva rivenduto a prezzi altamente concorrenziali”.
Un giro di affari altissimo, quello che ruotava attorno alla famiglia Batessa, aiutata dalla compiacenza di un dipendente della municipalizzata, Placido Fumia, e di altri suoi colleghi adesso indagati a vario titolo per associazione a delinquere e ricettazione.
“Ogni notte si portavano via circa 600 litri di gasolio”, ha spiegato il dirigente della DIGOS Michele Pontoriero. “Tra Fumia e Batessa c’era un’intesa perfetta, si capivano con un gesto, uno sguardo. Sono stati effettuati numerosi servizi di osservazione – ha continuato Pontoriero – e registrati numerosi video che immortalano chiaramente i furti perpetrati. E’ capitato, diverse volte, che gli stessi mezzi dell’Atm rimanessero poi in panne su strada proprio per mancanza di carburante. Nonostante questo, va sottolineato che i due facevano sempre attenzione a non lasciare gli autobus completamente a secco”.
La domanda, lecita, è come sia possibile che mai nessuno si sia accorto di questi furti considerando che, tra i 600 dipendenti della municipalizzata, nessuno ha mai denunciato qualcosa. A rigor di logica, qualcuno avrebbe dovuto controllare i mezzi e la quantità di gasolio, sia in entrata che in uscita. Eppure, questi colpi sono proseguiti senza intoppi per un intero anno, forse anche più.
L’ultimo, proprio questa notte. “Quando questa mattina siamo andati da Batessa – ha continuato Portoriero – stava per riprendere i bidoncini di gasolioriempiti la notte”.