Scandalo Unime. Adamo: “In caso di processo, il Comune si costitusca parte civile”

Furto di futuro ai danni dei giovani”. Ipotizzando questo nuovo quanto terribile reato, l’associazione Addiopizzo era intervenuta pochi mesi fa riguardo l’ultimo scandalo esploso all’Università di Messina. Due gironi fa, stesso scenario. Due docenti dell'Università sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza per un concorso truccato alla Facoltà di Farmacia (vedi correlato). Di nuovo tutti i media nazionali hanno parlato di Unime, con la conseguente cattiva pubblicità che questo comporta. Nuovamente gli studenti e tutti i giovani che lottano per un lavoro e costruirsi un futuro “normale” si sono sentiti traditi e mortificati da un sistema in cui vince chi ha conoscenze piuttosto di chi punta esclusivamente sulla sua propria preparazione. Un fatto troppo grave per poter passare inosservato nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale.

A prendere una posizione netta in Aula il consigliere comunale di Siamo Messina, Piero Adamo: “Le ultime quarantotto ore hanno visto venire alla luce l’ennesimo fatto sconfortante che riguarda l’Università di Messina. Credo che sia opportuno discuterne anche in aula. La nostra università è balzata ancora una volta agli allori della cronaca nazionale. Una cosa che ha fatto molta impressione soprattutto, forse, a chi appartiene alla mia generazione, ormai svilita da un titolo di studio mortificato”. Al di là delle illegalità e del degrado morale che li accompagna, un effetto collaterale degli scandali all’Università di Messina è, infatti, la non considerazione del titolo di studio perseguito dagli studenti dell’Ateneo Peloritano.

Una clamorosa ingiustizia sullo stile di “fare di tutta l’erba un fascio” che rischia seriamente di ledere le chance lavorative di tantissimi ragazze e ragazzi. “Molti ragazzicommenta amaramente Adamoormai hanno visto accantonare il proprio curriculum solo perché laureati nella nostra pluricitata Università. Ci sono, certo, delle mele marce ma non devono guastare l’intero cesto. Dobbiamo renderci conto che l’università è la città e la città, l’Università”. Per dare un segnale forte che parli di una netta presa di distanza da ogni fenomeno di corruzione o nepotismo, Adamo chiede che il Comune, nel caso si dovesse giungere all’eventualità di un processo, si costituisca parte civile “per il danno all’immagine della città e al futuro dei suoi ragazzi”.

In attesa di sapere se sarà processo o meno, comunque, il consigliere di Siamo Messina ha direttamente coinvolto anche il Consiglio Comunale: “Chiedo al Presidente Emilia Barrile, inoltre, di inviare una lettera al Rettore Navarra che attesti tutta l’apprensione del consiglio comunale, con in più un invito a difendere gli interessi degli studenti messinesi. Non possiamo stare zitti di fronte a quello che è un vero e proprio scandalo nazionale”. (Eleonora Corace)