Io,corsista Aram: “3 anni di lezione ma non ho attestati,non ho fatto esami, non ho preso soldi. Non sono niente”

Salve a tutti!

Mi chiamo Barbara, una delle tante corsiste Aram. Delusa, amareggiata da un ente che non ha fatto altro che prendere in giro tutti quelli che, come me, hanno frequentato i loro corsi.

Voglio raccontarvi la mia storia, che è anche la storia di chi ha seguito il mio stesso percorso, perchè non si deve dimenticare il trattamento che abbiamo subito.

Sono passati ben 5 anni dal giorno in cui, a 19 anni, decisi di iscrivermi ad uno dei corsi di questo Ente. Uscita da pochissimo da scuola, spinta un po' da un'amica e dalla voglia di crearmi un futuro, nell'aprile del 2010 cominciai il primo anno del corso di 900 ore "Estetista Q/1" nel suddetto ente. L'ambiente era piacevole, era un po' come tornare a scuola…registri, appelli, 6 ore seduti tra i banchi….professori preparati, tranne alcuni, gli "amici del Presidente"…ma questa è un'altra storia. Io e le mie colleghe concludiamo il primo anno nel gennaio del 2011, facendo gli esami per passare al secondo a febbraio dello stesso anno e cominciarlo a giugno. Altre 900 ore su quei banchi, facendo pratica tra di noi in laboratorio e andando nei vari centri estetici della città.

1800 ore. La promessa era sempre la stessa: "Al più presto vi faremo fare gli esami e diventerete estetiste a tutti gli effetti". Ci abbiamo creduto. Per non parlare dei soldi…quelli del primo anno, neanche a parlarne…figuriamoci quelli del secondo anno. Ci hanno chiesto di aspettare e di avere pazienza perchè al più presto avremmo avuto notizie.

Non contente, io e la mia amica/collega Paola, la stessa Paola di cui avete pubblicato una lettera nel vostro sito dove vi parlava dei corsi Aram, ci iscriviamo ad un altro corso, nel 2012, sempre nello stesso ente. Era il corso di "Parrucchiere Q/1" iniziato a settembre 2012. Stessa solfa: 900 ore, tra pratica, teoria e stage. Per l'ennesima volta ci eravamo fidate di un ente che di fiducia ne dava ben poca. Eravamo le "veterane", anche affezionate a quei volti e a quell'ambiente a noi tanto familiari. Ma eravamo ricascate nello stesso errore, nella stessa trappola. Le 900 ore si conclusero a maggio del 2013. Durante l'anno, comunque, continuavamo a chiedere quando si sarebbero svolti gli esami del precedente corso di estetica ma la risposta era: "Non lo sappiamo, speriamo presto".

Siamo nel 2015. Di quei 3 anni passati in questo ente non mi è rimasto niente, a parte un attestato di frequenza del primo anno, ma soprattutto non ho avuto niente. Nè un titolo, nè un attestato, nè un soldo. E ti arrabbi. Ti arrabbi appena qualcuno ti nomina "il Presidente", quando qualcuno ti parla dell'ente a cui hai dato 3 anni della tua vita INUTILMENTE. Si, inutilmente e vi spiego anche perchè. Non avendo attestati, non avendo fatto esami, mi sono spesso sentita dire, portando curriculum in giro, che non ero niente. Non ero un'estetista, non ero una parrucchiera. Non potevano prendermi a lavorare senza un attestato che indicava che avevo una qualifica. Ebbene, in quella struttura ho passato 2700 ore. Ore di niente.

Da 5 anni aspetto notizie. Le promesse che ci avevano fatto non sono state mantenute. Alcune delle mie colleghe, per prendere un attestato, sono state costrette a ripetere gli anni in altri Enti. Personalmente, dopo la delusione avuta, ho abbandonato ogni pensiero di gettare altri anni, anni preziosi, presso altri enti. In questi anni, con le mie colleghe abbiamo fatto richiesta, presso l'Ufficio del Lavoro, di fare gli esami in un altro ente, ma non se n'è fatto nulla. Abbiamo anche fatto la denuncia presso la sede della Finanza. Credo che io e le mie colleghe abbiamo fatto il possibile. In qualsiasi porta bussavamo non sapevano che dirci, come aiutarci. Come noi, ce n'erano altre centinaia di persone con lo stesso problema.

So che non avrò mai un attestato, so che non avrò mai un soldo di quelli promessi, ma soprattutto so per certo che nessuno mi darà indietro quegli anni.

Grazie per l'attenzione che mi avete dato leggendo questa lettera/sfogo, ma sentivo fortemente il bisogno di sottolineare ancora una volta questa vicenda che a tutti noi corsisti ha colpito profondamente.

Mi è capitato spesso di leggere frasi di alcuni "professori amici" di Genovese, definendolo VITTIMA. Ma come si fa a definire "vittime" dei personaggi (li chiamo personaggi per non definirli altro) che non hanno fatto altro che accumulare le proprie tasche sulle spalle di giovani con delle speranze lavorative?

Tanti cari saluti. Barbara Laudini