Dobbiamo ripensare il nostro rapporto con il mare e il territorio

Desidero esporre alcune riflessioni sullo stato della spiaggia di capo Peloro, praticamente scomparsa, e sulla riviera in generale.
Aldilà delle necessarie analisi scientifiche e delle conseguenti ipotesi d’intervento (l’idea di “risagomare” la battigia con materiale sabbioso proveniente da zone insabbiate é buona, tenendo conto dell’interesse sociale che gravita sull’area, ma rimane pur sempre una tamponatura) credo che emerga, in modo eclatante, la necessità di ripensare il nostro rapporto con il mare. Senza catastrofismi: immaginiamo che erosione potrebbe provocare, ad esempio, il progettato porto turistico a Tono, quando a capo Faro, in assenza di opere rigide sul litorale (uno dei pochi naturali rimasti), decine di metri di spiaggia vengono inghiottiti dal mare che, guarda caso, quest’anno ha prodotto intense e durature mareggiate da Nord – Nordest (diciamo al mare gentilmente, di provocare burrasche da altre direzioni l’anno prossimo?).
Le spiagge dei litorali messinesi, sopratutto quelle della riviera, sono DA SEMPRE soggette ad erosione, poichè i torrenti portano poco materiale (bacini imbriferi ridotti e cementificazione estesa…) e le onde provocano correnti sempre in una direzione, come un nastro trasportatore da Sud a Nord.
Adesso si aggiunge capo Peloro, eroso non dalle onde di scirocco ma da quelle di tramontana.
Riempire, come negli anni 60 e 70, le spiagge di materiale proveniente dai cantieri edilizi è impossibile (operazione ecologicamente e materialmente insostenibile: da quali cantieri si potrebbe prelevare la terra, visto che le colline della riviera sono piene di palazzi?), buttare in mare alcune migliaia di massi anche, poichè mancano i soldi, e comunque dopo alcuni anni richiederebbero altre spese di manutenzione. Non sarebbe l’ora di ripensare il modello d’uso del litorale? Magari proponendo alcuni punti qualificanti, per il breve e lungo periodo:
1 – Rilasciare concessioni per lidi con durata annuale, verificando di volta in volta lo stato delle spiagge. I titolari delle concessioni in caso di “scomparsa” della spiaggia potrebbero far rivalere il diritto di richiedere una concessione alternativa in altra zona (sempre per un anno). Che senso ha rilasciare concessioni “quinquennali”, di sovietica memoria, quando da un anno all’altro la spiaggia potrebbe scomparire? E gli eventuali contenziosi legali?
2 – Stabilire con chiarezza quali sono i tratti di spiaggia balneabili (Pace, Guardia) e quelli destinati alle imbarcazioni. Non si può garantire a tutti il posto barca nella spiaggia sotto casa. Pochi soldi ma spesi bene. Nell’interesse di tutti.
3 – Programmare di conseguenza, sia gli interventi sull’arenile (massicciate, pontili e simili per i tratti con le barche) che quelli sul litorale (parcheggi, viabilità, licenze commerciali, ecc…) in modo da rendere “godibile” la riviera che in estate diventa una babele.
4 – Incentivare una “fruizione innovativa e attrattiva” della riviera, per esempio sfruttando il parcheggio dell’Annunziata Est (sempre libero) abbinandone la sosta ad un servizio di barca che porterebbe per mare i bagnanti (inclusi i croceristi) lasciandoli temporaneamente su una spiaggia, per poi riprenderli ad una determinata ora. Si risparmierebbero così intasamenti nel traffico, stress e inquinamenti inutili. Alla Marina Azzurra, distante un centinaio di metri dal parcheggio, si potrebbe organizzare l’attività.
4a – Abbinare alla sosta un servizio di Bus Navetta che porti i bagnanti in giro per la riviera, o i ragazzi nelle discoteche. Stessa cosa per capo Peloro.
5 – Valorizzare le aree dismesse (Ex – Caruso a Paradiso, Pace, Pista macchinine a Guardia, ecc….) per creare parcheggi, locali pubblici, musei del mare. Non è possibile che su migliaia di preziosissimi e panoramicissimi metri quadri, strappati al mare e che vanno difesi dalle onde, si giochi a calcetto!
6 – Stabilire quali sono i lidi che possono proporre il servizio discoteca notturno (nelle spiagge di Guardia ad esempio) senza disturbo per nessuno. Fino all’alba e con divertimento per i ragazzi! Meglio poche licenze e concentrate in zone adeguate con maggiori libertà, che licenze a tutti con proteste continue.
Arch. F. Cappello