“Lo svincolo di Giostra doveva essere aperto tutto due anni fa”. Santoro chiede conto al Comune

Era il 15 maggio 2013. Dopo 16 anni di lavori, più volte interrotti e ripresi, veniva finalmente aperto lo svincolo di Giostra. Solo in entrata, però, perché per aprirlo in uscita era necessario installare un giunto di collegamento in entrambe le carreggiate. Il problema è che l’interconnessione era prevista sul viadotto Ritiro, quello stesso viadotto che da tre anni si percorre su un’unica corsia perché lo stazionamento su entrambe sarebbe pericoloso e che adesso è oggetto di un appalto integrato per il suo adeguamento sismico.

Il progetto prevede, oltre alla messa in sicurezza dei piloni, lo smontaggio delle travate, la costruzione di quelle nuove e il rimontaggio. Ecco perché si decise di non installare subito i giunti di collegamento: non sarebbero più serviti al momento dello “smontaggio” del viadotto Ritiro. Una scelta non condivisa dall’ing. capo del Genio Civile, Leonardo Santoro: “E’ una vicenda molto complessa, per la quale ho subito chiesto opportuni chiarimenti agli enti competenti e sono stati necessari dei mesi per venirne a capo – afferma -. Inizialmente, tra le somme a disposizione, erano previsti 2 milioni e mezzo per i due giunti. Poi si scelse di stornare questi fondi sui guard rail e l’illuminazione. Sono ben consapevole del fatto che i giunti rappresentavano una soluzione temporanea ma sono altrettanto consapevole del fatto che sono già trascorsi due anni senza che si sia potuto usufruire di un’infrastruttura al completo, che la città aspetta da quasi vent’anni. Ancora un anno, tra progettazione e realizzazione dei lavori, trascorrerà per il prolungamento dell’uscita fino alla collinetta antecedente al viadotto, a meno di ulteriori ritardi. E’ una soluzione che condivido ma, contemporaneamente, mi chiedo se nel frattempo sia stato opportuno rinunciare per tre anni, o forse più, alle uscite dello svincolo di Giostra”.

Sono le considerazioni che hanno indotto l’ing. capo del Genio Civile a vederci chiaro su tutta la vicenda e a scrivere alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Messina, al Consorzio Autostrade Siciliane e al Comune di Messina, con la nota numero 65888 del 20 aprile dall’oggetto “Richiesta risultanze studi e verifiche sismiche sul viadotto Ritiro e interazioni dello svincolo Giostra sullo stesso”.

Al Diceama, il Dipartimento di ingegneria civile, informatica, edile, ambientale e matematica applicata, Santoro “chiede copia di tutti gli studi e convenzioni redatti sul viadotto Ritiro ed eventuali approfondimenti riguardanti le interazioni con gli svincoli, indicando anche l’ente committente e le finalità dello studio”.

Al Cas, invece, Santoro sollecita di inviare “le relazioni e le risultanze scaturenti dalle verifiche tecniche di sicurezza sismica che stanno alla base della progettazione definitiva, al fine di consentire una utile propedeutica attività di valutazione dei redigendi calcoli esecutivi per l’adeguamento sismico del Ritiro”.

Ma è soprattutto nei confronti del Comune, stazione appaltante dello svincolo di Giostra, che sono rivolte le mire del dirigente del Genio Civile. “Il Comune vorrà comunicare lo stato di attuazione degli svincoli con particolare riferimento alle autorizzazioni e nulla osta sismici delle parti attinenti il realizzando giunto sismico sia nelle parti già collocate che nelle parti ancora da porre in opera”.

La parte già collocata è quella alla confluenza tra lo svincolo e la tangenziale, in entrata, in direzione Palermo, pochi metri prima della galleria Baglio. Quelle da collocare, invece, sono le due in uscita: quella per chi proviene da Catania, non più prevista, e quella per chi proviene da Palermo, rinviata al termine dei lavori sul Ritiro che avranno una durata contrattuale di 2 anni e 4 mesi. Se, dunque, nella migliore delle ipotesi una delle due uscite potrà essere fruibile tra 8 o 10 mesi, molto più tempo bisognerà ancora attendere per l’altra. Ritardi che, secondo Santoro, si sarebbero potuti facilmente evitare.

Nel maggio 2013 il Comune era retto dal commissario Luigi Croce ma solo un mese dopo s’insediò la giunta Accorinti ed in agosto arrivò la decisione, condivisa insieme ad Anas, Cas e Protezione Civile, di rinunciare al giunto di collegamento.

Il segretario generale comunale, Antonio Le Donne, ha prontamente risposto rimandando alle competenze dell’Anas. Una celerità apprezzata da Santoro ma non altrettanto per il merito della questione. Tanto che l’ing. capo ha nuovamente scritto al Comune, auspicando “una ulteriore vigilanza nel merito degli adempimenti richiesti e riguardanti non le competenze dell’Anas ma gli ulteriori profili di esclusiva competenza del Comune ed attinenti la mancata apertura al traffico dei già realizzati svincoli, costituenti parte integrante della tangenziale cittadina e, come tali, ricadenti nella giurisdizione di legge di ‘strade suburbane con caratteristiche autostradali di prima categoria’”.

In pochissime parole: “Perché non si è operato per aprire totalmente gli svincoli quel 15 maggio 2013?”. La risposta Santoro la conosce ma non la condivide. “La mancata apertura – conclude -, se non autorizzata, costituirebbe un’apparente violazione delle norme vigenti relative alla condotta tecnico-amministrativo-contabile connessa alla realizzazione di un’opera pubblica”. E invia la nota al Dipartimento regionale tecnico “per i profili ispettivi di competenza”.

(Marco Ipsale)