Il mondo animalista si mobilita e chiede rispetto

Squarciare il velo dell’indifferenza ed accendere i riflettori intorno ad una realtà scomoda ed emarginata: il randagismo felino.

Il mondo animalista si mobilita e, in occasione dell’incontro promosso dall’associazione Un Gatto per Amico onlus, lancia un appello alla cittadinanza: “Impariamo a convivere ed a rispettarci reciprocamente”.

A far luce sulle ragioni sociali che hanno determinato la nascita e l’acuirsi di un fenomeno, che sul territorio della città e della provincia di Messina mostra tutta la propria crudeltà ed efferatezza, Fabrizio Saffioti e Luana Siracusano, medici veterinari volontari, Elisabetta Tedesco, guardia zoofila e le volontarie Giada Fiorentino ed Aurora Morfino.

Ed un primo dato emerge subito con chiarezza: l’enorme divario, rispetto alla gestione del randagismo nel suo complesso, che esiste tra centro-nord e Mezzogiorno.

Sulle nostre strade infatti ogni giorno vengono abbandonati cuccioli appena nati, gatte e cagne gravide, animali anziani o malati.

“Esistono tantissime realtà in Italia nelle quali il fenomeno del randagismo è pressoché sconosciuto – spiega il dottore Fabrizio Saffioti – penso ad esempio alla Toscana, dove è radicata una coscienza civile che considera l’abbandono un gesto vile che va perseguito e dove esistono idonee ed adeguate strutture in grado di accogliere i quattro zampe in dfficoltà.

Qui la risposta della collettività e delle istituzioni locali è ferma ed unanime – aggiunge il veterinario – tanto nella condanna del gesto quanto nell’applicazione delle sanzioni penali. La realtà che osserviamo nel nostro quotidiano – ricorda Saffioti – non rappresenta la regola, ma una tragica eccezione”.

La prevenzione dei reati nei confronti degli animali e la centralità del lavoro svolto dalle Guardie Zoofile sono oggetto dell’intervento di Elisabetta Tedesco, componete della II sezione territoriale di Messina: “Sorvegliare, individuare gli autori di maltrattamenti e far rispettare le leggi a tutela dei diritti sugli animali: queste le nostre mansioni.

Per comprendere sino in fondo la natura del randagismo felino è necessario partire da un antefatto – spiega – il gatto è territorio. La normativa sui diritti degli animali – ricorda l’esperta – stabilisce chiaramente come i felini, qualunque sia il luogo nel quale risiedano, non possono essere prelevati dal territorio per essere condotti altrove.

Gli esemplari vengono censiti e registrati in appositi elenchi, un censimento – sottolinea la Tedesco – attraverso il quale è possibile monitorare la popolazione felina presente in una determinata porzione di territorio e ravvisare eventuali diminuzioni legate ad eventi non naturali, prodotti cioè dalla mano dell’uomo. Impedire a privati cittadini di sfamare gli esemplari di colonia è una forma di maltrattamento – ricorda infine la Tedesco – coloro che amano gli animali e liberamente se ne prendono cura – conclude – devono essere rispettati”.

Le conseguenze sanitarie del randagismo sono fotografate invece nell’intervento di Luana Siracusano: “Sono tantissimi i gatti di strada che ogni giorno, attraverso l’intervento delle associazioni, arrivano nel mio ambulatorio con traumi gravissimi: lesioni procurate dalla barbarie e dalla codardia dell’uomo. I felini vittime di abusi e maltrattamenti riportano gravi handicap, come la perdita della vista o di un arto – spiega la veterinaria – e pertanto è assolutamente da escludere un loro possibile ritorno su strada, in un ambiente nel quale gli stessi incivili ripeterebbero il maltrattamento.

La soluzione, in condizioni ideali – prosegue il medico veterinario – sarebbe quella di inserire i felini in un territorio nel quale siano presenti gatti di colonia; si tratta però di una soluzione tampone spesso impraticabile, perché i piccoli felini sono animali territoriali e difficilmente si adattano in un nuovo ambiente”.

Valida alternativa, già praticata in moltissime realtà italiane, sarebbe dunque la creazione di apposite oasi, aree delimitate e ricche di spazi verdi all’interno delle quali il gatto potrebbe riappropriarsi della propria naturale dimensione.

La centralità del volontariato ed il ruolo delle associazioni sono illustrati nell’intervento di Aurora Morfino: “La nostra associazione, come le tante realtà associative che si occupano di randagi – spiega la volontaria – opera in una realtà difficile nella quale regnano ancora inciviltà, pregiudizio ed ignoranza. Un contesto all’interno del quale il randagismo felino rappresenta una realtà silente, spesso volutamente ignorata.

Portiamo avanti questa attività autotassandoci, senza contributi o finanziamenti – spiega – ma il nostro impegno, nonostante le difficoltà con le quali ogni giorno siamo costrette a misurarci, prosegue a tutela delle colonie presenti sul territorio, nei condomini ed a supporto di quei cittadini che, civilmente, si occupano dei piccoli felini”.

“Chiunque assista o sia direttamente coinvolto in un incidente a seguito del quale risulti ferito uno o più animali – spiega in conclusione Giada Fiorentino – ha l’obbligo di fermarsi e prestare primo soccorso.

Le modifiche apportate al Codice della Strada hanno di recente introdotto il diritto-dovere di soccorrere gli animali feriti equiparando la mancata omissione tra persone ed animali: “Chiunque trovi un animale ferito ne diviene detentore provvisorio – spiega la volontaria – ed ha l’obbligo di denunciare l’avvenuto sinistro e condurre l’animale ferito presso il più vicino ambulatorio veterinario”.

Dal 28 al 31 marzo dalle ore 16,00 alle 22,00 l’associazione Un Gatto per Amico sarà a Piazza Cairoli.

(Emma De Maria)