Dalla fine dei lavori per ben ventidue cantieri allo svincolo di Giostra-Annunziata. Non mancano certo gli argomenti quando si parla con l’ingegnere Capo del Genio Civile, Gaetano Sciacca che questa mattina ha partecipato all’incontro commemorativo del Rogo del Rifugio del Falco, a Patti nel 2007, dove perse la vita Lucia Natoli e altre cinque persone. L’incontro, come ogni anno, è stato organizzato su iniziativa dell'Osservatorio Minori "Lucia Natoli", che ha indetto nei locali del Genio Civile una conferenza per la prevenzione del rischio incendi sul territorio e per avvicinare i giovani alla tutela dell'ambiente – “e c’è chi si scandalizza anche solo per il fatto che il Genio Civile ospiti dei dibattiti” , ironizza Gaetano Sciacca. Al termine dell’incontro, l’ingegnere Capo insieme a Saro Visicaro – portavoce dell’Osservatorio Lucia Natoli – e a tutti gli ospiti invitati alla conferenza, si sono recati a Giampilieri per un sopraluogo ad uno dei ventidue cantieri disseminati sui territori alluvionati per la loro messa in sicurezza.
I lavori, iniziati nel 2009, sono coordinati dal Genio Civile per un finanziamento di 60 milioni di euro. “Abbiamo pensato – spiega Gaetano Sciacca – che una volta finito questo incontro al Genio Civile per commemorare le vittime del rogo di Patti, avremmo fatto una visita ad uno dei cantieri dell’Ufficio situati a Giampilieri , ovviamente per motivi di tempo non possiamo andare in tutti i ventidue. Il cantiere è un esempio concreto di opera di messa in sicurezza, non realizzata prima dell’alluvione chiaramente, ma comunque un tipo di intervento che può essere fatto concretamente. Sono di questo genere gli interventi strutturali che si possono mettere in essere per creare la necessaria protezione dei borghi e dei nostri villaggi. Nell’arco di qualche anno siamo riusciti ad appaltare, affidare, collaudare e consegnare gran parte delle opere a noi affidate”. Gli interventi di messa in sicurezza delle zone di Giampilieri, Altolia e Molino riguardano soprattutto, oltre la rimozione delle macerie, la realizzazione di muraglioni e canali di scolo, in aggiunta all’installazione del sistema d’allarme che avverte i residenti quando i livelli di pioggia raggiungono proporzioni preoccupanti.
Lo zen di queste operazioni di messa in sicurezza arriverà la prossima settimana, con la demolizione di ben venticinque edifici in via Valloni, nella cosiddetta “zona rossa” a Giampilieri. Le abitazioni, stuprate dalla violenza dell’alluvione del 2009 tanto da non poter essere più recuperate, verranno rase al suolo dalle ruspe con il beneplacito delle famiglie proprietarie, le quali hanno già ricevuto i dovuti indennizzi da parte della Protezione Civile. Sciacca rivela, inoltre, l’assegnazione di nuovi appalti per altri otto interventi di messa in sicurezza dal valore di 22 milioni di euro, che prenderanno il via nelle prossime settimane. “ Speriamo di poter dare celermente compiutezza a tutte queste opere sul territorio” dichiara Sciacca.
Dalla fine dei lavori per i cantieri di messa in sicurezza, però, il pensiero va ad un cantiere praticamente mai del tutto finito, quello dello svincolo Giostra-Annunziata, bloccato nella sua completezza dalle problematiche sollevate dal Genio Civile circa la sicurezza e messa in norma sismica dell’ormai celebre Viadotto Ritiro. Sembrerebbe comunque essere stata segnalata dall’ufficio del Genio Civile una soluzione alternativa: “L’ufficio ha sempre detto che si possono risparmiare delle somme preziose- commenta Gaetano Sciacca – dal momento che, invece di spendere sei milioni e mezzo di giunto, con poco più di un milione si potrebbe anticipare l’uscita venendo da Messina Centro, dando così l’immediata possibilità di attivarne un’altra – fatto importantissimo di per sé – ma anche di risolvere un problema di Protezione Civile e di sicurezza dal momento che, in caso di sisma – e ricordiamoci che il sisma non avvisa prima – si avrebbe la possibilità di uscire e re immettersi da quella rampa, bypassando così quel tratto di viadotto che per le sue carenze strutturali potrebbe essere compromesso da simili eventi calamitosi. Si eviterebbe così il rischio di bloccare i soccorsi e di tagliare la Sicilia in due”.
Insomma, l’ingegnere Capo del Genio Civile continua il suo lavoro sul territorio cittadino, nonostante le voci di un possibile trasferimento a Siracusa, di cui Sciacca stesso dichiara di non sapere, ancora, nulla di certo.