L’ingegnere capo Santoro: “Le politiche del territorio si costruiscono in modo condiviso”

Per lui è stato un ritorno, là dove per 13 anni ha lavorato, insieme all’allora ingegnere capo Navarra Tramontana. Un ritorno in quell’edificio del quale nel ’99 ha seguito la direzione dei lavori per la ristrutturazione dopo averne curato il progetto.

L’ingegner Leonardo Santoro esattamente da un mese è il nuovo capo del Genio Civile. Non ama la visibilità né i toni sopra le righe, preferisce che siano i fatti ed i risultati a parlare per lui e con questo spirito ha ricoperto i vari ruoli assegnatigli nel corso degli anni, dall’Iacp (Messina eCatania) alla Protezione civile regionale, fino alla Motorizzazione (scelta presa, quest’ultima, solo per motivi familiari dopo tanti anni trascorsi lontano da casa). Ed è proprio il fatto d’aver “costruito” mattone su mattone, per restare simbolicamente in tema, il Servizio sismico regionale della Protezione civile, il miglior biglietto da visita.

“Il Genio civile è il più grosso ufficio periferico regionale, con 140 dipendenti dei quali 21 dirigenti- spiega Santoro- Ho incontrato il personale dicendo loro che li difenderò sempre, ma dovranno essere leali al giuramento che tutti i dipendenti pubblici fanno, quello di essere al servizio della collettività. Poi, come primo atto ho ritirato tutte le deleghe, non per accentrare tutto nelle mie mani, ma per dare indirizzi univoci nell’esame della mole di pratiche che arrivano in questi uffici”.

Ed infatti nel suo tavolo ci sono decine e decine di fascicoli che quotidianamente controlla, firma e trasmette ai dirigenti “Non è un liberi tutti, ma l’esatto opposto. A volte anche una piccola svista può causare conseguenze e se una pratica torna indietro al dirigente per un approfondimento è a tutela della collettività”.

In un mese ha incontrato gli ordini professionali, le associazioni di categoria, gli imprenditori, i sindacati ed ha iniziato quelli con i sindaci dei distretti pluviali per avviare in tempo le politiche d’intervento nei territori più a rischio e con i presidenti dei quartieri per le segnalazioni relative alle diverse criticità. Poi sarà la volta dei direttori generali degli ospedali.

“La Protezione civile non può essere limitata alle gare d’appalto o alla prevenzione, è un discorso molto più ampio. Noi dobbiamo saper intervenire non solo tenendo conto della normativa, ma del reale effetto sul territorio che ha una calamità”.

Dopo 13 anni al Genio civile, con l’arrivo di un nuovo ingegnere capo che prese il posto di Navarra Tramontana, nel 2000,l’ingegnere Santoro fu messo di fronte alla decisione se restare in un ufficio senza poter più operare o cambiare destinazione.

“E’ stato così che ho deciso di andare a Palermo, dove ho per così dire fondato la Protezione civile regionale, il servizio sismico, alla luce anche delle esperienze avute sul campo in Umbria, nelle Marche, in Abruzzo. Lì sono state varate sperimentalmente le prime verifiche degli indici di vulnerabilità degli edifici pubblici. Tutti criteri e procedure che ho portato in Sicilia. Già nel ’99, quando ero ancora a Messina ed a Patti vi fu un sisma di notevole portata, l’allora prefetto Profili chiese il nostro intervento per il censimento degli edifici e lì mandammo un gruppo di ragazzi che ancora oggi, dopo i risultati ottenuti, fa parte degli uffici della Protezione civile messinese. Li sento un po’ “figli miei”. Poi a Palermo abbiamo messo su dal niente il servizio sismico regionale. La prima norma di classificazione sismica regionale è la mia, come quella per la classificazione dei ponti e degli edifici pubblici. Guardi che c’è un enorme differenza tra chi scrive le norme, e le ha vissute sul campo, e chi le legge e le interpreta. La differenza la fa l’esperienza sul campo, ma spesso chi le legge non le ha scritte e si limita a interpretarle…..”

Tra i ricordi dei nove anni alla Protezione civile regionale l’ingegnere capo annovera una lunga serie di terremoti, lo tsunami a Stromboli “Abbiamo fatto un piano di evacuazione in 24 ore e siamo riusciti a evacuare l’isola senza problemi prima che si verificasse lo tsunami. Gli ultimi rimasti eravamo io e la dottoressa Cogode della prefettura. Tornammo a Milazzo con il mare forza 8…Ma quel risultato fu la prova che la prevenzione deve servire a questo, a dare risposte tempesetive e concrete”.

In un certo senso le calamità sono il suo “pane quotidiano”, lo studio attento di quelle politiche del territorio che si basano sulla conoscenza dei fenomeni e sulla lotta ad ogni forma di devastazione che quei fenomeni stessi può originare o acuire. Ha un Master di II livello alla Sapienza in ingegneria dell’emergenza, ed è un “disaster manager”. La sua tesi è stata sugli sms degli Enti per allertare nei casi di alluvioni e calamità, proposta che dal 2004, lentamente si sta diffondendo in tutta Italia.

“Io sono una persona concreta, i punti per intervenire sono tre: il servizio sismico regionale, le leggi da applicare e le risorse. Se si sono trovati i finanziamenti per ristrutturare i padiglioni a rischio del Piemonte lo si deve a me e le prime verifiche, nel 2004 al viadotto Ritiro, sono seguite alle mie istanze ed hanno portato esiti di diverso genere rispetto a quelle fatte successivamente, nel 2007 e nel 2008”.

In cantiere ha diverse idee, perché, come sottolinea, le politiche del territorio vanno condivise nel territorio. Nelle prossime settimane affronterà le tematiche legate al Prg con una serie di segnalazioni e osservazioni relative sia al rischio sismico che a quello idrogeologico. “Già l’anno scorso, da dirigente regionale, parlai con l’amministrazione Accorinti, con l’assessore De Cola, perché ad esempio ci sono numerose possibilità per ottenere finanziamenti legati appunto alla vulnerabilità da rischio sismico. A De Cola suggerii di presentare progetti per l’adeguamento delle scuole, si tratta di finanziamenti europei. Ogni anno sono riuscito a far arrivare in Sicilia fondi per 200 scuole. Ma la giunta non ha fatto nulla, perdendo occasione e finanziamenti per ristrutturare le scuole”.

Con i sindaci dei comprensori fluviali ha avviato gli incontri sulla sistemazione degli alvei dei torrenti, perché l’assessorato regionale all’ambiente ha già stanziato le somme ed ai singoli comuni basta presentare progetti per la risagomatura dei torrenti e la pulizia, nonché per la messa in sicurezza anche nelle zone dei bacini montani.

“Di recente è stata varata in Europa la Misura Clima Alleance che finanzia interventi legati al cambiamento climatico ed è diretta alla Sicilia. In questo caso i Comuni possono presentare progetti ed è la Regione a far da coordinamento con l’Europa. Anche questa un’occasione da non perdere”.

Nel 2010, dopo 9 anni ai vertici della Protezione civile regionale l’ingegnere capo ha deciso di tornare a Messina, per motivi familiari, ed è stato trasferito alla Motorizzazione civile. “Come insegna Kipling un uomo sa rialzarsi quando cade ed io ho deciso di fare questo e ora sono qui, al servizio della collettività, mettendo a disposizione quanto fatto nella mia carriera finora. Ma c’è una cosa che mi rammarica, leggere ad esempio che davanti al Giudice del lavoro, per la causa dell’ex ingegnere capo Sciacca contro la Regione, si faccia riferimento a me sostenendo che provengo dalla Motorizzazione e quindi non sarei teoricamente all’altezza. Mi offende che non si tengano in considerazione 35 pagine di curriculum ed un’intera vita dedicata a quello che ho fatto, operando dalla fine degli anni ’90 al 2009 in tutte le emergenze principali di protezione civile che hanno colpito il territorio nazionale e regionale, fondando il Servizio sismico regionale, portando finanziamenti e progetti ma soprattutto una cultura della Protezione civile completamente diversa e innovativa in un’isola ad alto rischio”.

A margine è stato anche docente di vulnerabilità sismica e prevenzione dei rischi presso l’ateneo di Palermo ha anche diverse pubblicazioni su tematiche di prevenzione e mitigazione dei rischi idrogeologico, sismico, vulcanico e da maremoto. Il suo passato, la sua carriera ci dicono che il Genio civile di Messina è in mani sicure e salde. “Poi mi giudicheranno in base ai fatti”.

Rosaria Brancato