Il dossier della giunta Accorinti sulla gestione dei rifiuti “approda” in Procura

L’amministrazione Accorinti mantiene quanto annunciato in conferenza stampa ed è pronta a collaborare con la Procura della Repubblica per segnalare fatti e misfatti che hanno caratterizzato la gestione dei rifiuti in città negli ultimi anni. Già “confezionato” e consegnato ai magistrati il dossier che andrà ad aggiungersi alle carte prelevate nei giorni scorsi dai carabinieri della Compagnia Sud (vedi correlato).

L’esecutivo di Palazzo Zanca, guidato dal sindaco Renato Accorinti, si è detto più volte intenzionato a tracciare un percorso amministrativo improntato sulla legalità e sulla trasparenza e sa che per riuscirci è necessario ed improcrastinabile liberarsi di tutti gli scheletri contenuti negli armadi del Comune di Messina. Ed infatti, il primo cittadino ha finalmente deciso di aprirli quegli armadi. Iniziando dalla spazzatura. In senso lato .

Resta, invece, piuttosto “chiuso” ed ostile l’atteggiamento del Consiglio comunale verso questo cambio di passo dell’amministrazione nel settore dei rifiuti. Questo almeno è quello che emerge dal resoconto della commissione bilancio, riunitasi -congiuntamente alla commissione ambiente e rifiuti – giovedì scorso. Alla presenza del commissario liquidatore di Messinambiente Amando Di Maria, finito inevitabilmente sul banco degli imputati dopo la bocciatura da parte del Comune dei bilanci 2011 e 2012 , e dell’assessore al ramo Daniele Ialacqua i consiglieri comunali hanno puntato il dito sia contro la giunta Accorinti sia contro il collega Daniele Zuccarello, protagonista di una coraggiosa attività ispettiva nella società di via Dogali ma accusato dagli altri consiglieri di avere manie di protagonismo.

Vi proponiamo alcuni passaggi degli interventi più significativi registrati nella Commissione congiunta di giovedì pomeriggio.

Ad alzare i toni è stato,come spesso avviene anche in Consiglio Comunale, l’esponente di Forza Italia Pippo Trischitta, convinto che «il commissario Di Maria sarà “silurato” e sostituito» e che l’operazione verità intrapresa dall’amministrazione abbia in realtà una finalità perversa: «si denuncia per poi mettere in determinati posti uomini di propria fiducia… Probabilmente si ha l’esigenza di di accontentare determinate persone alle quali si era promesso qualcosa in campagna elettorale». Trischitta pensa che l’amministrazione sia alla ricerca di un «super manager, il cui ruolo finirebbe per sminuire i compiti del vice-sindaco, dell’assessore e del commissario liquidatore ».

L’ex consigliere dei Progressi Democratici, passata al Gruppo Misto, Antonella Russo , è tornata invece sulla “Commissione d’inchiesta sui Rifiuti” , che lei stessa aveva proposto di istituire insieme al consigliere di “SiamoMessina, Piero Adamo, ma che è poi stata “sotterrata” ancora prima di vedere la luce. Arrabbiata e delusa per l’improvviso “aborto”? Non esattamente: «La Commissione d’inchiesta – ha detto nel suo interventoè diventata una sorta di strumento per gli usi più diversi,per avere visibilità o per fare populismo, demagogia o semplice retorica». Per la Russo, quello dei rifiuti è « una tematica importante che va affrontata nelle sedi opportune e nei modi opportuni senza fare populismo, demagogia o facile elettoralismo». A leggere queste dichiarazioni risulta persino difficile riconoscerla come la promotrice della commissione speciale, probabilmente avrà cambiato idea, anche se poi ha voluto precisare: «la sottoscritta sarà la prima a firmare una nuova proposta di delibera per la costituzione di una commissione di inchiesta che estenda l’esame dei fatti a tutte le altre società partecipate».

Nelle parole della consigliera Russo non sono mancati rimproveri a certi colleghi che «piuttosto che dire quello che pensano e votare in Aula, fanno comunicati stampa e non si assumono la responsabilità di quello che dicono».

Se i destinatari delle “accuse” dell’esponente di area Pd restano “vaghi”, è decisamente più individuabile il bersaglio del consigliere dell’Udc Libero Gioveni , il quale -iniziando il suo interevento – si è interrogato sull’ assenza in commissione del collega Zuccarello, non risparmiandogli una frecciatina :«Solo dopo la seduta odierna, ciascun conigliere si sarebbe dovuto sentire abilitato a convocare una conferenza stampa , sulla base delle riposte che in questa sede verranno date. Avrebbero così potuto essere evitate tante fughe in avanti». “Denigrato” il lavoro altrui, Gioveni è andato alla spasmodica ricerca dei suoi meriti personali, chiedendo al commissario di Maria se l’interruzione dei rapporti con la Seap , società che per anni ha fornito i mezzi a Messinambiente, fosse il risultato di una sua interrogazione …

Anche il consigliere dei Dr Nino Carreri non ha risparmiato l’attacco frontale (anzi semifrontale, visto che era assente) al collega Zuccarello. Prendendo spunto dalle dichiarazioni dell’assessore Ialacqua in merito alla volontà di voler portare le carte in Procura, Carreri ha affermato: «Ebbene, allora viene meno la necessità di una commissione di inchiesta perché è l’assessore che deve portare la documentazione alla Procura, in modo da scoprire le carte davanti alla città e non lasciare l’iniziativa in mano a colleghi sprovveduti, i quali non si rendono conto che quando si accertano fatti gravi devono essere denunciati non agli organi di informazione ma presso altre sedi». Dopo aver ricordato il suo «appello affinché Ato e Messinambiente risolvessero al proprio interno le loro discrasie», l’esponente dei democratici riformisti , nel suo intervento, ha preso di mira anche l’amministrazione: «Evidentemente non vuole che ciò accada perché avrà altri obiettivi. Ed allora – ha continuato – anziché aspettare un’altra conferenza stampa per essere edotti, perché non individuare un percorso, dando dignità a questa Commissione ed al Consiglio comunale».

I consiglieri Mondello e Faranda hanno invece posto l’accento sulla questione Tares, rimasta sul groppone di tanti messinesi. Il presidente della Commissione Bilancio, Franco Mondello, ha bacchettato l’amministrazione Accorinti sul percorso che ha portato all’approvazione del piano industriale presentato dall’Ato e su cui è stato determinato il tributo integralmente coperto dai cittadini: «Il Consiglio non può accettare che l’amministrazione abbia proposto un piano della Tares per poi accorgersi, in corso d’opera, che qualcosa non funziona. L’assessore (Ialaqua ndr) si esprima formalmente nell’analisi del bilancio di Messinambiente».

La consigliere del Nuovo Centro destra Daniela Faranda ha chiesto all’assessore se, « a fronte delle criticità e delle stranezze evidenziate, non sarebbe stato opportuno fermarsi e revocare la stessa delibera riguardante la Tares , visto che non è del tutto chiaro se ciò che è stato approvato fosse perfettamente in linea».

Nonostante l’importanza dei quesiti, nella commissione del 6 febbraio, l’assessore Ialacqua non ha avuto modo e tempo di rispondere perché durante i lavori è caduto il numero legale e la discussione è stata sospesa e rinviata.

E’potuta intervenire, invece, la presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile, che ha preso le parti dei lavoratori della società partecipata: «L’amministrazione si era impegnata a togliere a questi operai il marchio della messa in liquidazione, che impedisce loro di ottenere prestiti con mutui o finanziarie». Sempre a proposito dei dipendenti di Messinambiente, la Barrile si è lanciata anche in una difesa “d’ufficio” del suo leader Genovese e dell’amministrazione da lui guidata, «lungamente accusata delle famose assunzioni trimestrali, che poi hanno peraltro dimostrato di lavorare attivamente a dispetto del “sacrificio” che Messinambiente avrebbe subito con queste assunzioni».

Tra un intervento e l’altro dei consiglieri comunali si è fatto “spazio” anche il commissario Di Maria(vedi articolo a parte) , che si è difeso da tutte le accuse e ha replicato punto per punto al report presentato in conferenza stampa da Zuccarello.

Al di là del dibattito politico, delle accuse e delle difese di parte, si attende adesso l’esito dell’indagine avviata dalla magistratura, chiamata a fare chiarezza su una vicenda dai molti lati oscuri. I magistrati dovranno appurare se il ciclo dei rifiuti è stato gestito davvero per garantire un servizio ai cittadini ,che hanno contribuito pagando le tasse, o se è stato artatamente trasformato in un business milionario e in una macchina mangiasoldi…pubblici. (Danila La Torre)