Sturniolo e Lo Presti contro l’affare Amam: “L’amministrazione gioca sempre sul filo del rasoio”

Si chiude la settimana parlando di Amam e rifiuti e si ricomincerà già da lunedì ancora discutendo di statuto, mobilità, scadenze, proroghe agli sgoccioli, lavoratori sul filo del rasoio. L’operazione che trasferire la gestione rifiuti all’Amam inevitabilmente continua a tenere banco e, dopo la richiesta di convocazione urgente da parte del sindaco Accorinti, la presidente Emilia Barrile e i capigruppo hanno deciso di fissare la seduta per lunedì alle 19. Sotto esame ci saranno la delibera sul “controllo analogo” dell’Amam e modifica statuto e l’emendamento che aggiunge all’Amam i servizi di igiene ambientale (VEDI QUI). Lunedì mattina si continuerà a discutere in commissione Bilancio, tanti consiglieri però non si sentono pronti a votare atti così importanti nel pochissimo tempo avuto a disposizione per studiare. Considerato che a tenere il fiato sul collo ci sono i dipendenti dell’Ato3 che da mercoledì sarebbero disoccupati.

Tra i critici ci sono gli ormai strenui oppositori Nina Lo Presti e Gino Sturniolo che contestano l’operazione Amam partendo da quel Piano di riequilibrio che fin dal principio hanno osteggiato. Quel piano di riequilibrio che, scrivono, “nella Neolingua dell’amministrazione Accorinti assume il carattere del progetto di rilancio della città” mentre per loro altro non è che uno strumento finanziario che estrae, attraverso aumento dei tributi, riduzione dell’occupazione e compressione dei servizi, risorse dalla comunità messinese per pagare i debiti pregressi. Per i due ex accorintiani tra le misure più odiose presenti nel Piano c’è quella che riguarda la società che gestisce il servizio idrico. Dagli utili del bilancio dell’Amam andrebbero, infatti, ricavati 23 milioni di euro in 10 anni. “Questo, oltre a ledere in profondità il principio dell’acqua come bene comune, rappresenta una grave ipoteca nei confronti dell’azienda che gestisce il servizio”.

Dunque la modifica dello statuto dell’Amam che i consiglieri si apprestano a dover votare non poteva passare sotto il silenzio di Lo Presti e Sturniolo che offrono considerazioni e valutazioni sull’operazione messa in campo dall’amministrazione. “Con grave irresponsabilità l’Amministrazione ha mescolato modifica dello Statuto, salvaguardia dei livelli occupazionali e futuro della società che dovrà gestire il servizio di igiene ambientale. Si vuole fare votare un progetto dell’Amministrazione (quello del Piano di Riequilibrio e della Multiservizi) sotto la pressione di chi oggi teme per il proprio futuro lavorativo. Ma avere cultura di governo e cuore per l’interesse dei lavoratori significa avere equilibrio, non giocare ad un continuo rilancio sempre sul filo del rasoio imponendo di ragionare sempre all’ultimo momento con le spalle al muro” dicono i due che propongono un’altra pista di lavoro: “L’Amministrazione rinunci alla misura del Piano di riequilibrio che riguarda la vendita dell’acqua e utilizzi quei 23 milioni di euro in 10 anni per la salvaguardia dei livelli occupazionali e l’ammodernamento della rete. Renda, cioè, quell’azienda più solida e gli dia un futuro. Questo potrebbe servire anche a liberare risorse che oggi gravano sui cittadini attraverso la Tari e a facilitare il futuro della società che dovrà gestire il servizio di smaltimento dei rifiuti”.

Secondo i due consiglieri un’operazione del genere potrebbe servire ad affrontare subito l’emergenza occupazionale e darsi il tempo di una modifica dello Statuto che vada incontro alla Legge sulla ripubblicizzazione del servizio idrico già passata in Commissione Bilancio all’Ars e alla Legge della stessa natura attualmente in discussione in Parlamento. Entrambe considerano l’acqua come bene comune pubblico privo di rilevanza economica, questione già messa in luce da Lo Presti e Sturniolo, quindi in ogni modo non adeguata a pagare debiti pregressi che nulla hanno a che fare con il servizio idrico.

Consapevoli che un’operazione del genere metterebbe in discussione il Piano di Riequilibrio, ritengono che l’Amministrazione dovrebbe semplicemente ammettere ciò che è sotto gli occhi di tutti. “In ogni caso, se proprio volesse sostituire quella misura che verrebbe meno, l’Amministrazione potrebbe utilizzare risorse derivate da un abbattimento del fondo per le indennità premiali ai dirigenti, dal potenziamento e rafforzamento del Dipartimento Avvocatura attraverso l’incremento del numero degli avvocati interni con altre unità di personale abilitate all’esercizio della professione, già presenti in organico, ma attualmente preposte ad altri compiti (presso l’Avvocatura esistono almeno altri 6 funzionari Direttori di Sezione abilitati Avvocati ai quali non si è ritenuto finora di conferire procure o incarichi di difesa e rappresentanza dell’Ente in giudizio) ciò determinerebbe la compressione della spesa per i contenziosi affidati all’esterno e quanto si libera in seguito alla Legge Regionale che riduce i compensi per gettoni di presenza e oneri riflessi dei consiglieri comunali”.

Una presa di posizione che annuncia quale sarà la posizione dei due consiglieri alla prossima delicatissima seduta di consiglio fissata per lunedì sera e proprio dedicata all’Amam. Posizione di dissenso e critica che aleggia anche su altri colleghi del civico consesso, per niente convinti della fattibilità in tempi così brevi di provvedimenti invece così importanti e sostanziosi. Di certo c’è che i giochi sono aperti. E il finale non sarà per nulla scontato.

Francesca Stornante