“Nessuno spreco o sperpero”, dopo la bufera il commissario Di Maria risponde alle accuse

Da un lato l’operazione verità avviata dall’amministrazione Accorinti con carte e documenti che stanno finendo in Procura affinché sia la magistratura a far luce su anni e anni di anomalie che hanno caratterizzato la gestione rifiuti. Dall’altro la pesantissima indagine condotta nelle scorse settimane dal consigliere Daniele Zuccarello che ha denunciato le tante stranezze del pianeta Messinambiente. Adesso si attende una memoria difensiva che il commissario della partecipata Armando Di Maria ha annunciato di voler presentare in questi giorni, un documento in cui il numero uno di Messinambiente spiega perché quelle accuse sarebbero infondate. Intanto però lo scorso giovedì Di Maria ha partecipato alla seduta della commissione bilancio, che si era riunita insieme a quella all'ambiente, seduta che naturalmente si è concentrata soprattutto sulle recenti rivelazioni che hanno letteralmente travolto tutto il settore rifiuti. In quell’occasione, come emerge dal resoconto della seduta, sono giunte le prime precisazioni e non sono mancati attacchi neanche troppo velati a chi “prima di lanciare certe accuse dovrebbe prima acquisire i dovuti chiarimenti” evidentemente riferito al consigliere Zuccarello.

Di Maria ha subito puntato l’attenzione sulle quasi 7 mila ore di straordinario (vedi correlato) totalizzate nel 2013 per un costo di 187 mila euro, spiegando subito che “con quell’ammontare di ore di lavoro straordinario di cui è stata accusata l’azienda si sono ottenuti risparmi per 500 mila euro soprattutto per le casse comunali”. Per spiegare con dati alla mano il commissario ha semplicemente riportato alcuni esempi. “L’Ato due anni fa ha fatto una gara da 140 mila euro per la pulizia delle spiagge ed ha utilizzato circa 20 persone. Nei tre mesi estivi del 2013 se n’è occupata Messinambiente impiegando il suo personale per un’ora alle 4 del mattino. Si è effettuata prima la bonifica e poi anche la raccolta differenziata, che però non ha funzionato. Sempre nel 2013 altre ore di straordinario sono state necessarie per il lavaggio, operazione delicata che nessuno vuole fare per l’acidità delle sostanze da rimuovere che a volte provocano malori. Questa operazione fino a poco tempo fa veniva svolta da una cooperativa per 17 mila euro al mese, oggi se ne occupano 4 persone, quindi adesso si ha un risparmio considerevole”.

Questi però sono solo due esempi. Di Maria ha ricordato ai consiglieri comunali che Messinambiente si deve occupare anche delle discariche post mortem dove spesso bisogna far fronte alle emergenze. “Un mese fa a Tripi una mandria ha distrutto la vasca di contenimento del percolato ed è stato necessario impiegare almeno 4 operai, considerato anche che in questi casi si deve lavorare di continuo fino a quando non si completa il lavoro con la massima attenzione perché c’è un alto livello di rischio. Anche per queste operazioni sono state necessarie ore di straordinario”. Secondo quanto emerge dai resoconti, spostandoci nelle officine il discorso resta uguale, per l’esigenza di avere sempre a disposizione qualcuno pronto a riparare i mezzi, anche di notte, è spesso necessario ricorrere allo straordinario.

“Voglio ricordare che nel 2008 lo straordinario ammontava a 1.247,000 euro, nel 2009 a 535.000, nel 2012 a 116.000. Peraltro a volte si è chiamati a effettuare interventi che non competono a Messinambiente, com’è accaduto a Fondo Saccà nei mesi scorsi. Mentre non bisogna dimenticare che si fa straordinario anche la domenica per il mercato Zir dove si deve necessariamente operare di pomeriggio, mentre durante i giorni settimanali si deve assicurare il servizio di pulizia anche per gli altri mercati, impiegando di fatto 18 persone”.

Altro capitolo quello che riguarda i mezzi impiegati nel trasporto in discarica. Ormai da diverse settimane Messinambiente ha detto addio alla Seap, la ditta che per anni ha portato i rifiuti messinesi prima a Mazzarrà S. Andrea e poi a Motta S. Anastasia, non sono mancate però anche su questo fronte le anomalie denunciate. In particolare è stato sollevato il problema dei mezzi che a quanto pare partivano scarichi per “giustificare” la presenza di una ditta esterna a supporto. Categorico però anche su questo punto il commissario Di Maria che ha subito snocciolato i numeri che si riferiscono all’impiego dei nuovi mezzi, anche questi finiti al centro delle polemiche perché inizialmente rimasti fermi in deposito per alcune riparazioni. “A conti fatti, in meno di un mese, si sono già ammortizzati i costi delle motrici e dei semirimorchi. Questi mezzi, con il recupero di altri, hanno permesso di fare a meno della Seap. Oggi viaggiano sei mezzi, con fatica e sacrifici economici”. Il commissario ha risposto anche alle accuse legate ad un utilizzo ridotto dei mezzi per “giustificare” la presenza di una ditta esterna. “La legge impone un limite di rifiuti trasportati pari a 24-25 tonellate per non incorrere nel sequestro del mezzo, se la Seap ne trasporta di più non si può sindacare tale scelta. Se qualche volta i mezzi hanno caricato di meno è stato soprattutto per problemi meccanici e alla fine non si è creato nessun danno all’amministrazione perché si sono ammortizzate le spese”.

Ecco dunque i primi chiarimenti del commissario Di Maria, adesso però dovranno essere numeri e carte a parlare.

Francesca Stornante