La corsa alla 39esima presenza: ecco come lo stakanovismo si impossessa dei consiglieri

Dieci per quattro uguale 40. Sei per quattro uguale 24. Quello che potrebbe sembrare un ripasso delle tabelline è in realtà la descrizione in numeri delle commissioni consiliari di Palazzo Zanca

Dieci sono le commissioni consiliari permanenti, che si riuniscono – in seduta ordinaria – una volta alla settimana. Dieci commissioni per quattro, che sono le settimane che compongono un mese, fa quaranta. Al Comune di Messina, dunque, si registrano almeno 40 sedute mensili di commissioni, a cui si aggiungono eventuali sedute straordinarie.

Nelle dieci commissioni consiliari vi siedono 15 membri di diritto, scelti in modo da garantire la rappresentanza politica di ciascun gruppo politico presente in Consiglio Comunale.

Dall’ultima delibera di “Rimodulazione composizione Commissioni consiliari permanenti”, approvata dal Consiglio Comunale il 15 dicembre del 2014, si evince che la maggior parte dei 40 consiglieri comunali eletti a giugno 2013 sono componenti effettivi in 6 commissioni: fanno eccezione i casi di Nino Carreri dei Dr, componente effettivo in sette commissioni; Giovanna Crifò di Forza Italia, Rita La Paglia e Santi Sorrenti dei Dr componente in 5 commissioni.

Se la matematica non è una opinione, ciascun consigliere dovrebbe accumulare 24 presenze mensili per la partecipazione alle commissioni in cui è componente; Si distinguono Carreri, che dovrebbe arrivare a 28 e Crifò, La Paglia e Sorrenti a 20.

Ed in effetti prima che il gettone venisse dimezzato da 100 a 56 euro, le presenze dei consiglieri comunali difficilmente superavano quota 30. Senza considerare il mese di luglio 2013, che è stato quello dell’insediamento, vediamo come si è via via evoluta la situazione.

Ad agosto 2013, il gettone era ancora di 100 euro ma vigeva la decurtazione del 30% per via della sanzione comminata al Comune per lo sforamento del patto di stabilità. In quel momento l’indennità massima per un consigliere era pari a 1.529,37 euro, sempre un terzo di quella del sindaco, che ammontava a 5.097,92 euro. Con il gettone a 100 euro servivano 21 presenze per raggiungere l’indennità massima e ad agosto 2013 solo De Leo, capogruppo del Megafono, supera le 30 presenze (precisamente 34, anche se va detto che il gettone dopo la 21esima presenza non scattava più).

IL GETTONE SI DIMEZZA

A settembre 2013, per effetto del Censimento, il gettone scende a 56,04 euro, ferma restando la decurtazione del 30%. A quel punto per raggiungere il massimo dell’indennità servivano 28 presenze. Restano pochissimi anche a settembre i consiglieri comunali che superano quota 30 (solo De Leo, Perrone e Rizzo) come si evince dalla determina 74/2013 firmata dal segretario/direttore generale Antonio Le Donne.

LE PRESENZE “LIEVITANO”

Ad ottobre e novembre il trend inizia a cambiare: sono solo 4 i consiglieri che rimangono sotto le 30 presenze. Pur restando invariato il gettone di presenza (56 euro) si prospsetta per i consiglieri la possibilità di percepire l’indennià massima senza la decuratazione del 30%, anche con effetto retroattivo. Il 26 settembre 2013, l’allora segretario generale Santi Alligo emana, infatti, una determina dirigenziale che prevede la rideterminazione dell’indennità di carica agli amministratori e i gettoni di presenza ai consiglieri alla luce della sentenza della Corte Costituzionale, in virtù della quale il Comune di Messina viene esentato dai vincoli del patto di stabilità. Gli amministratori ed i consiglieri comunali, anche quelli dell’era Buzzanca, sarebbero quindi stati compensati di quel 30% decurtato nei mesi precedenti, esattamente a partire da febbraio 2013.

A dicembre 2013 l’indennità del sindaco torna ufficialmente piena e di conseguenza anche quella dei consiglieri: al primo cittadino è riconosciuta una indennità massima di 7.282,74 euro lordi, ai consiglieri comunali di 2.184 euro lordi. Da questo momento lo stakanovismo si impossessa dei consiglieri.

I COSTI DI PALAZZO ZANCA

Il 2014 segue il trend degli ultimi tre mesi del 2013 e da questo momento si registrerà una corsa alla 39presenza mensile, necessaria a far scattare l’indennità massima per il consigliere comunale,. I costi mensili per i gettoni di presenza si consolidano: a gennaio si spendono 76.939,16 euro; a febbraio 72.734,04 euro; a marzo 70.770, 38 euro; ad aprile 74.353,98 euro; maggio 71.557,16; a giugno 76.650,14 euro; ad agosto 69.370,86; a settembre 80.395,20; a ottobre 72.562,92; a dicembre 77.206,84. Dalle determine pubblicate sul sito del Comune manca il mese di novembre . Gli ultimi dati disponibili sono quelli che si riferiscono a gennaio 2015, mese in cui la spesa per Palazzo Zanca ammonta a 76.142,08 euro.

LE SEDUTE DI CONSIGLIO COMUNALE

Abbiamo visto che ciascun consigliere comunale partecipando alle commissioni di cui è componente effettivo può raggiungere 24 presenze. Il gettone di presenza viene però erogato anche per la partecipazione alle adunanze del Consiglio comunale, e in quel di Palazzo Zanca non si lesinano convocazioni. Ma anche in questo caso, proviamo a far parlare i numeri e vediamo quante sedute di Consiglio Comunale ci sono state nel 2014 e in questo inizio del 2015, mese per mese.

Spulciando i resoconti del Consiglio Comunale, che è l’unico modo attraverso cui è possibile reperire nel sito del Comune, le informazioni relative al numero delle adunanze mensili del Civico Consesso, abbiamo appurato che, nel 2014, il Consiglio si è riunito: a Gennaio 7 volte; a Febbraio 8 volte; a Marzo 2 volte; ad Aprile 7 volte; a Maggio 3 volte; a giugno e luglio 7 volte; ad agosto 5 volte; a settembre ben 10 volte; ad ottobre e novembre 5 volte e a dicembre 6 volte. Nel 2015 le sedute sono state complessivamente 11: 5 a gennaio e 6 a Febbraio.

Anche se consideriamo le 10 adunanze record del settembre 2014 – mese in cui si sono votate delibere importanti quali quelle sul piano di riequilibrio, Tari e Tasi – basta fare due conti semplicissimi per dire che pur sommando le 10 presenze in Consiglio comunale alle 24 presenze nelle commissioni nessun consigliere poteva arrivare oltre le 34 presenze (tranne Carreri, in virtù delle sue sette commissioni). Proprio a settembre invece è boom di presenze quasi per tutti ed il Comune spende per la liquidazione dei gettoni di presenza oltre 80mila euro. Gli unici a registrare presenze col numero due davanti (tra 20 e 28) sono: Andrea Consolo Pierluigi Parisi, Ivana Risitano, Donatella Sindoni e Santi Sorrenti.

Ma il vero paradosso si ha a Marzo, quando con sole due sedute del Consiglio comunale, ben 27 consiglieri comunali superano quota 30 presenze, molti di quei 27 consiglieri comunali raggiugono o addirittura superano quota 39.

COME RAGGIUNGERE QUOTA 39

Al Comune di Messina dove non arriva la matematica, arriva l’ingegno. E così per raggiungere quota 39 c’è quella firma in prima convocazione che vale un gettone di presenza anche sei poi i lavori iniziano solo in seconda convocazione e c’è il ruolo fondamentale dei capigruppo. Questi ultimi, insieme ai componenti dell’Ufficio di presidenza del Consiglio comunale, hanno diritto – secondo regolamento – di partecipare a tutte le commissioni, fermo restando che anche per loro l’indennità massima non può essere superiore ad un terzo di quella del sindaco. I “leader dei vari gruppi presenti in Consiglio si riuniscono periodicamente nella Conferenza dei Capigruppo, in cui generalmente si decide l’ordine dei lavori dell’Aula.

In virtù del Regolamento, i 12 capigruppo di Palazzo Zanca (Amadeo, Amata P.David, De Leo, Faranda, Fenech, Lo Presti, Pagano, Rizzo, Santalco, Sottile e Trischitta), per i quali sarebbe umanamente impossibile prendere parte a tutte le Commissioni, ai Consiligli e alle Conferenze dei Capigruppo – hanno la facoltà di delegare un consigliere appartenente al loro stesso gruppo consiliare affinché possa prendere parte alla riunione di una commissione di cui non è componente: il collega delegato intasca ovviamente il gettone di presenza. La figura del capogruppo diventa quindi centrale e visti i numeri che si raggiungono a Palazzo Zanca la magnanimità non manca di certo, si potrebbe parlare di veri e propri “benefattori”, che distribuiscono deleghe ai colleghi desiderosi di approfondire i più svariati argomenti affrontati nelle dieci commissioni. Solo Amadeo non può delegare alcun collega perché è capogruppo di se stesso, in quanto appartiene ad Articolo4, che è un monogruppo. Ogni delega concessa si trasforma magicamente in un gettone di presenza. Ma questo sembra essere un dettaglio ininfluente in quel di Palazzo Zanca. Tanto paga il Comune.

Danila La Torre