Cultura

Giacomo Farina: “La musica può cambiare il mondo e anche Messina”

MESSINA – Un mondo di suoni legati all’essere umano sin dall’origine. Quando racconta progetti e idee per l’Horcynus Festival, Giacomo Farina non smette di evidenziare la ricchezza di implicazioni, sociali ed esistenziali, che animano la musica. E le sue potenzialità sociali e culturali. “Pensiamo a un territorio come Messina. Dal locale al globale, la musica può fare miracoli e trasformare la realtà”, osserva l’ex percussionista e personal manager dei “Kunsertu”, negli anni Ottanta e Novanta punto di riferimento di una sperimentazione stile world music.

Se in tanti conoscono “Mokarta”, canzone simbolo dei “Kunsertu”, oggi Farina alterna l’attività di operatore per la Fondazione di comunità a quella di musicista del gruppo popolare “Mattanza” di Reggio Calabria. Insegna a suonare strumenti come marranzano e organetto, figli di una tradizione antichissima e, dal 2008, è direttore artistico della sezione musicale della rassegna in programma a Capo Peloro.

I direttori artistici Farina e Polimeni

“Io e Luigi Polimeni – precisa – siamo i direttori artistici dell’Horcynus Festival per la musica. Il fatto di avere due formazioni profondamente differenti rappresenta un valore aggiunto. Polimeni, musicista e compositore che mi affianca da tre anni, ha una formazione classica. Io attingo a una tradizione più popolare, un tempo si definiva volgare”.

“Insieme – aggiunge il musicista – abbiamo realizzato un’opera orginale e suonato dal vivo per accompagnare i cortometraggi, prodotti dal Distretto sociale evoluto, a sostegno del progetto Capacity a Messina. Edilizia moderna ed ecologica, risanamento e attività artistica, come dimostrano questa e altre esperienze con la Fondazione di comunità, possono e devono camminare insieme”.

L’opera lirica del teatro sociale di Como con i ragazzini di Messina

Come direttore artistico, Farina è orgoglioso dei due appuntamenti oggi e lunedì 1 agosto a Capo Peloro: “Ma prima di tutto va fatta una premessa. In linea con i temi che affrontiamo, quest’anno la transizione ecologica e le nuove generazioni, il festival è frutto di un lavoro collettivo e ogni sezione della rassegna è in correlazione con le altre. Ragioniamo e decidiamo insieme, in una visione complessiva della manifestazione. Magari è più faticoso, ma anche più gratificante. Quanto agli appuntamenti di questi giorni, in attesa di comunicare i nuovi eventi fino a dicembre, tra Forte Petrazza e Mirabella Imbaccari, presentiamo due momenti unici”.

“L’iniziativa di stasera alle 19, a Capo Peloro (ingresso gratuito, prenotazione al numero 090932759, n.d.r.) – mette in risalto il direttore artistico – rientra appieno nello spirito sociale e culturale che ci anima. Un’operazione importante, dal titolo “Acquaprofonda”. Un’opera lirica del Teatro Sociale di Como in coproduzione col Teatro dell’Opera di Roma. Musiche di Giovanni Sollima e libretto di Giancarlo De Cataldo”.

Tiene a mettere in risalto Farina: “L’opera di stasera prevede la collaborazione con bambini e ragazzi di alcune scuole elementari e medie di Messina, collocate in zone periferiche. Il tutto a conclusione di un laboratorio nato per contrastare l’abbandono scolastico e la povertà educativa. Le scuole, il coro di voci bianche di Progetto Suono, cinque professionisti in scena e i bambini che partecipano al coro: si tratta di un progetto speciale. La partitura di Sollima garantisce qualità e dimensione internazionale”.

Il gran finale con i “Marlene Kuntz” e Stefano Mancuso, impegno ambientale e futuro del pianeta

L’1 agosto, alle 21, per “Orizzonti possibili” – “Parole e musica per un pianeta verde”, riceveranno il premio Horcynus Orca 2022 lo scienziato e botanico Stefano Mancuso e i “Marlene Kuntz”. Quest’ultimi si esibiranno in concerto, già sold out.

In primo piano, nel nuovo album e tour dal titolo “Karma Clima”, i temi dell’ambiente e di un futuro sostenibile. “La presenza di una figura straordinaria come quella di Mancuso e di un gruppo che, nel momento della maturità, decide di affrontare argomenti decisivi per il pianeta, rientra nello spirito dell’Horcynus Festival. Oggi gli artisti cinquantenni sono più attenti agli aspetti politici e sociali; i più giovani alle relazioni e ai rapporti umani”.

“Messina soffre di un’allarmante carenza di spazi per chi desideri suonare”

Giacomo Farina starebbe ore a raccontare, con passione, quanto la musica sia legata all’essere umano sin dall’origine, nel ventre materno, come prima forma di comunicazione. E quanto possa rivoluzionare l’esistente, sul piano sociale e culturale.

“Oggi a Messina – evidenzia il musicista e direttore artistico – registriamo un’assenza di spazi che permettano di esprimere la creatività musicale. Gli spazi sono come le autostrade per le automobili. Spazi di libero accesso per i gruppi, sale prove e spazi di confronto e scambio sono fondamentali. Nella situazione attuale, quasi ogni slancio originale è annicchilito e rimangono solo le cover band. Noi, a Messina, eravamo il polo creativo e Catania quello produttivo. Oggi non si dà la giusta attenzione alla musica e alle sue potenzialità. Ed è un peccato”.