No al porto di Villagonia, entro metà luglio notizie sul porto di Schisò

La notizia ha diviso i taorminesi, come era prevedibile, rinforzando le convinzioni di quelli che già parteggiavano perché il porto si realizzasse e di quelli che invece aborrivano al solo pensiero di una mega struttura sulla spiaggia di Villagonia, meta naturale che rimarrà esattamente così com’è. Per i sostenitori il porto era un’occasione di lavoro e di rilancio turistico che avrebbe potuto mettere Taormina in concorrenza con gli altri porti italiani in cui sono state realizzate strutture di lusso che mettono a disposizione del turista ogni comodità. Ma il lusso e le comodità non sono tutto e non sono sempre quello a cui si aspira. Resiste invece, di fronte all’agio, la bellezza di una baia incontaminata dal cemento dove stare a contatto con la natura e nuotare tra fondali splendidi. A nulla sono servite le ire del re del mattone Sebastiano Russotti che considera legittima una diga da 834 metri in un’area sottoposta al vincolo paesaggistico della Soprintendenza ai Beni Culturali. Il principio base è chiaro e inequivocabile: la baia non si tocca. Un principio che, teoricamente, dovrebbe valere anche per l’altra grande struttura: il porto della Tecnis spa ricadente nella baia di Schisò. Il progetto – 15 metri di altezza per 366 posti barca dei quali 221 da diporto, 112 per uso pubblico e 33 per il bacino pesca – ha già ricevuto diversi stop ma prima del 15 luglio dovrebbe riapprodare in conferenza dei servizi così come hanno comunicato, il 30 giugno scorso dopo l’incontro a Palermo con gli uffici competenti, il sindaco Nello Lo Turco e l’onorevole Pippo Currenti che hanno dichiarato che una riqualificazione della baia è necessaria.

Giusy Briguglio