Senza folle oceaniche e convention faraoniche il Pd festeggia l’inizio di una nuova stagione

Ci sono i ragazzi che organizzano i gazebo informativi, hanno uno spazio tutto loro destinato ai dibattiti “under”, ci sono le magliette realizzate in house in poche ore, c’è la scenografia “diffusa” con più punti da dedicare ai diversi argomenti, c’è il commissario Carbone che sposta sedie e piante, ci sono i curiosi. C’è nell’aria la voglia di ricominciare, senza convention faraoniche ma con la semplicità e l’umiltà di chi, nonostante tutto, ci vuole provare. Con coraggio.

L’ultima volta del Pd al Giardino Corallo risale all’agosto 2013. Era la fine di un’estate segnata dai Corsi d’oro, dalla batosta alle amministrative, l’inizio della stagione delle inchieste, degli arresti, che avrebbe travolto la leadership del Pd targato Genovese.

In quella riunione di agosto, giunta a conclusione di almeno 4 mesi di richieste, l’allora commissario Lupo, arrivato a Messina con 2 ore di ritardo rispetto al programma, cercava di smorzare i toni. In realtà apriva la stagione dell’ibernazione del Pd, quei 3 anni successivi che hanno visto il partito a Messina sott’acqua, una sorta di congelamento con la complicità di tutti (minoranze e opposizioni comprese), che sarebbe durato fino all’ottobre 2015 passando attraverso un copione gattopardesco. Nel mezzo un commissariamento affidato a Basilio Ridolfo, finito al centro di una lunga serie di strategie volte solo al mantenimento dello status quo. Dal 2013 al 2015, nonostante le ripetute richieste di cambiamento, avanzate anche dallo stesso Ridolfo, il Pd è rimasto ostaggio delle inchieste e dei giochi di partito. L’ultima volta al Giardino Corallo del Pd, nell’agosto del 2013 è stato solo il primo capitolo di una commedia continuata poi, anno per anno.

L’ultima festa del Pd a Messina affonda le radici nella notte dei ricordi. Il Pd dello Stretto annovera nell’album delle convention folle oceaniche, vertici di partito, coreografie faraoniche. Nell’era del Pd genovesiano i big facevano tappa a Messina. Lo stesso Renzi è venuto in campagna elettorale, nel giugno 2013.

La festa della Pubblica amministrazione del Pd, per quanto sia bizzarro organizzarla nella città che ha visto nel pubblico la panacea di tutti i mali e che ora affonda nei disservizi e nel fallimento di questo tipo di politica, ha un messaggio evidente anche nella semplicità dei toni: ricominciamo.

Mentre i ragazzi allestivano i palchetti, gli spazi destinati al dibattito e alla musica, mentre le forze dell’ordine chiudevano la strada in attesa dell’arrivo della ministra Madia, nelle stesse ore, veniva pubblicata la notizia della chiusura indagini per l’operazione Matassa, nella quale risultano adesso indagati anche Francantonio Genovese e Franco Rinaldi.

La Festa della Pubblica amministrazione del Pd non è paragonabile alla Festa dell’unità di Catania, conclusa dal premier a Villa Bellini e durata 15 giorni, ma è l’inizio di un’attenzione da parte del partito verso la Cenerentola del Paese. Hanno ragione i firmatari della nota indirizzata a Carbone quando chiedono coinvolgimento e partecipazione. Ha ragione Panarello quando ricorda che si ricostruisce con chi vive nel territorio e non con scelte calate dall’alto. Ma alla fine ieri sera al Corallo Panarello c’era. C’era il Pd che è rimasto e non è andato via con le truppe genovesiane in Forza Italia, c’era il Pd di estrazione Margherita e di estrazione Ds. C’era il Pd dei renziani Palano Quero e Russo, dei giovani Dem che resistono anche se va tanto di moda essere a 5Stelle. La sintesi l’ha tratteggiata la capogruppo Pd al Comune Antonella Russo nell’introdurre il dibattito con la Madia: “questa vuol essere la festa di tutti. Il Pd ha scelto Messina per una festa nazionale e questo è un fatto importante”.

Non c’erano pullman né folle, ma un clima sereno, di confronto e di dibattito su temi concreti. Tra i presenti mezza giunta comunale, il sindaco, gli assessori Eller, De Cola, Cacciola, il segretario generale Le Donne. Si è parlato di precari e disservizi, oggi e domani si parlerà ancora di temi di primo piano, smart city, start up, dissesto idrogeologico, occupazione. C’è spazio per la musica ogni sera e per i giovani, c’è l’ApEat e il tempo per parlare di referendum.

Il commissario Carbone sa che in quest’anno di gestione di un Pd in macerie ci sono stati momenti di mancato confronto, di mancato coinvolgimento. Sa anche che non basta aver nominato sub commissario Antoci in un momento delicatissimo, dopo l’attentato che ha subito, è un segnale ma non basta.

Il Pd di Messina deve camminare con le sue gambe anche se i numeri non sono quelli di un tempo. La festa della Pubblica amministrazione, che si concluderà domani senza strombazzamenti e senza clamori, alla presenza del numero 2 del partito, Lorenzo Guerini, deve essere vista come l’inizio della nuova stagione.

Se mettiamo a confronto quella riunione d’agosto 2013 con l’ex commissario Lupo (all’epoca era il segretario regionale del partito) alla festa di ieri, diventano più chiare le differenze di un percorso lunghissimo. La strada davanti è tutta in salita, ma se Carbone guarda a chi in 4 giorni ha organizzato dal nulla una tre giorni di tutto rispetto, allora saprà che è arrivato il momento di farla tutta.

Sulla festa del Pd interviene il segretario cittadino di Sicilia Futura Salvo Versaci: “Sinceri complimenti di Sicilia Futura al Partito Democratico cittadino per la ritrovata unità nella organizzazione della Festa e per la qualità degli interventi programmati. Un momento importante per la politica cittadina che riavvicina la nostra comunità ai centri decisionali e riesce a porre sotto una luce diversa le tante problematiche che investano la Città dello stretto. Ringraziamo quindi il commissario Ernesto Carbone ed il PD tutto per essersi prodigati nella realizzazione di questa Festa della politica che sarà certamente foriera di novità e cogliamo l’occasione trasferire loro la richiesta avanzata dell’on. Picciolo che ha auspicato e sollecitato personalmente, nei giorni scorsi, la presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi direttamente a Messina. Desidereremmo in tal senso ricevere dai cari amici Ernesto Carbone e Luca Lotti le più ampie assicurazioni sulla auspicata presenza a breve del Premier in Città per la firma del Patto per Messina a nome del Governo nazionale, così come è stato per Catania e Palermo! Un appuntamento al quale Sicilia Futura da alleato del Partito Democratico tiene particolarmente consapevole della necessità di una svolta per la politica meridionale ed in particolare del nostro territorio da molti anni portata avanti, con grande coerenza, dal primo renziano di Sicilia: Davide Faraone".

Rosaria Brancato