Il V quartiere chiede l’attivazione delle procedure di espropriazione per l’area S.P. San Licandro

Giocare d’anticipo. E’ questo ciò che ha deciso di fare la V circoscrizione chiedendo l’avvio delle procedure di espropriazione per superiore interesse pubblico, di alcune aree ricadenti sulla collina di San Licandro. Quest’ultime, secondo l’attuale Prg, sono classificate come “aree per spazi pubblici attrezzati a parco per il gioco e lo sport”. Acquistate nel 2008, dalla ditta Puglisi che ha realizzato i vicini complessi residenziali “Nettuno” e “Sant’Antonio”, i titolari dell’impresa ha avanzato al dipartimento urbanistica richiesta di cambio di destinazione d’uso, sembrerebbe, per la realizzazione di attività commerciali. Sulla vicenda, già lo scorso 27 febbraio 2009, il quartiere aveva espresso parere negativo, rispetto alle considerazioni avanzate dalla ditta, cioè “giustificava” la propria richiesta per via “della densa urbanizzazione dell’area di San Licandro e, testualmente: “in special modo negli orari di ingresso ed uscita dalle scuole, ma anche in altri orari di punta, gli autoveicoli invadono la Via Olimpia in più ordini di file di sosta irregolare, impedendo di fatto il transito, con necessità, più volte dell’intervento della polizia municipale”.

“I parcheggi a disposizione della scuola “San Francesco di Paola”, oltre che quelli del vicino complesso residenziale “Nettuno” e “Sant’Antonio” – scrive il quartiere – sono infatti più che sufficienti al temporaneo carico di traffico veicolare legato all’ingresso e all’uscita degli scolari dalla scuola e, peraltro, la scuola “San Francesco di Paola” – a differenza di moltissime altre scuole cittadine – è una delle poche a poter disporre di una vasta area di parcheggio al di fuori della carreggiata stradale; pertanto, a differenza sostanziale con quanto sostenuto nell’istanza della Ditta istante, l’incremento di aree e di spazi a parcheggio nella zona non è in alcun modo prioritario”

Motivazioni che dunque non convincono i rappresentanti di quartiere che, come scritto nella lettera inoltrata a Buzzanca e Corvaja, sperano dunque di poter confidare in un accoglimento della propria richiesta