Lettera ad Accorinti da un “accorintiano”… un po’ deluso

Caro Renato, caro Sindaco,

da poco più di un mese siedi sullo scranno più alto della città più sfortunata d'Italia con la tua inseparabile maglia con su scritto "Free Tibet". Ho votato convintamente per te e lo rifarei 100 volte perché mosso dal bisogno di rinnovamento e di novità. Ho pensato che lo slogan " Cambiamo Messina dal basso" potesse rappresentare un'occasione per coinvolgere molti bravi concittadini che silenziosamente lavorano ai margini della gestione della cosa pubblica. Ho pensato che questa potesse essere la volta buona per iniziare a 'pensare'.

Eh si, Messina non pensa, si diverte nel gioco delle divisioni tra buoni e cattivi, tra massoni e appartenenti all'Opus Dei, tra colti ed ignoranti, tra ricchi e poveri, tra guardie e ladri, tra Vara e Giganti, tra destra e sinistra per poi scoprire che in ognuno c'è sempre un po' dell'altro.

Messina e' una citta' strana, con mille contraddizioni e poche certezze che tira semplicemente a campare; matrigna ed ingrata con i suoi figli migliori, ingiusta e severa con i potevi cristi. Un mese o poco più dal tuo insediamento e rimango colpito dalla fuga dell'Assessore alla Cultura Todesco proprio sotto la Vara e dal 'nuovo' Comitato composto dai figli degli inquisiti e dai "riconfermati" vecchi componenti che, per dissentire dai provvedimenti della Magistratura, poche settimane fa' si sono dimessi in massa.

Del nuovo Comitato salvo solo Padre Antonello Angemi, Sacerdote semplice e vero che delle sue umili origini ha fatto la sua forza. Il tutto mentre i giovani di "Addio Pizzo" aspettano coscienziosamente la fine della processione per esternare il loro dissenso da questa ennesima presa in giro.

Ma a che gioco giochiamo Renato, qui la casa brucia e non possiamo spegnere il fuoco facendo finta di tirare l'acqua. I ragazzi di Addio Pizzo meritavano di più per il loro coraggio: la gratitudine dell'intera città e del suo Sindaco. Ci stanno insegnando ancora una volta il buon senso e la prudenza mentre noi guardiamo da un'altra parte.

Non bastano più i gesti simbolici caro Renato ( piedi scalzi e mani nude) quando questi non sono accompagnati dal coraggio e dalla concretezza. Non voglio più che qualcuno pulisca volontariamente le strade e le fontane; sogno una città in cui il Servizio di pulizia sia efficiente ed organizzato con operai pagati tutti i mesi.

Sogno pullman puntuali e numerosi di giorno e no corse inutili e pubblicitarie di notte. Desidero il Teatro a basso prezzo per i giovani ma senza dimenticare la sofferenza di una intera generazione dilaniata da mille problemi e molta solitudine. Raccontami cosa pensi di fare per i giovani che si "spinellano" sotto la tua finestra del Comune, che bevono, giocano d'azzardo, delinquono, lasciano la scuola, non trovano lavoro, sono senza casa e senza famiglia. Raccontami le tue politiche di prevenzione e d'inclusione.

Caro Renato, cambia rotta, striglia i tuoi e se non funzionano, non difenderli a tutti i costi e non esitare a cambiarli. Il consenso, a volte, dura quanto una notte d'estate; al mattino non resta che il ricordo dell'ennesima occasione perduta.

Da domani Renato indossa una maglietta con su scritto " Messina libera, dallaMafia, dal pizzo, dalla raccomandazione e dall'ingratitudine".

Con affetto

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