60mila imprese registrate in provincia nel 2014. Ma nel primo trimestre 2015 c’è un calo

60mila 275 imprese registrate nel 2014, di cui 45mila 983 attive (76,29%). Un dato stabile rispetto all'anno precedente; in termini statistici aumenta dello 0,24%, ovvero di 145 unità in più rispetto al 2013. Sono i dati sull’andamento economico provinciale forniti stamani dal segretario generale della Camera di Commercio, Alfio Pagliaro, nel corso della 13esima Giornata dell’Economia.

DIVISIONE PER SETTORI

“La struttura produttiva – ha esposto Pagliaro – vede prevalere il settore commercio (34,44%), il secondo settore economico è quello delle costruzioni (15,08%), seguono agricoltura (12,84%), e le attività produttive (8,66%). Dunque il commercio è il settore trainante dell'economia del territorio”.

DIVISIONE PER TIPO DI IMPRESE

“La distribuzione per natura giuridica riscontra che la parte più consistente è rappresentata da imprese individuali (60,5%), seguono la società di capitali (19,4%) e le società di persone (12,3%). Il peso delle società di capitali è modesto se rapportato a quello nazionale che è del 24,6%. Particolare positivo è rappresentato dalla costante crescita negli anni delle società di capitali: nel 2004 erano l'11,6% e nel 2009 il 15,5%. Questo denota che il tessuto economico messinese evolve verso forme più complesse che gli permettono di affrontare meglio il mercato e resistere alle congiunture”.

DIVISIONE PER GRANDEZZA DI IMPRESE

“Il raggruppamento per dimensioni vede la stragrande maggioranza di micro imprese 91,8%, le piccole imprese sono il 6,1%, quelle medie sono l'1,5%, mentre le grandi imprese sono appena lo 0,1%. Tale struttura dimensionale incide sulla formazione del valore aggiunto, ovviamente in termini limitativi in quanto le micro imprese per la loro struttura incidono poco sulla produzione del valore aggiunto”.

APERTURA E CHIUSURA IMPRESE

“Tra le imprese iscritte nel 2011 solo il 63,5% risultano ancora attive nel 2014. Osservando la dinamica delle unità locali, apertura e chiusura, si riscontra una contrazione delle aperture di unità locali da parte di imprese di altre regioni; mentre le imprese messinesi riducono le aperture nella provincia preferendo andare in altre aree economiche. Questo dal punto di vista dell'apertura di unità locali fa dedurre: A) che l'economia messinese è un’economia chiusa; B) il territorio è poco attrattivo per gli imprenditori di fuori regione”.

LA SINTESI DEL SEGRETARIO PAGLIARO

“In una espressione di sintesi si potrebbe affermare che, al 31 dicembre 2014, l'economia messinese rimane stabile sui valori dell'anno 2013, registra positivamente la crescita delle società di capitali a dimostrazione di una evoluzione verso forme più complesse per rispondere meglio alle sfide del mercato, ma, rimane chiusa, incapace di attrarre imprenditori di fuori regione. Considerato che, dal punto di vista endogeno, non si riescono a trovare le risorse o le idee in grado di dare una svolta, aprendo l’economia messinese ai soggetti di altre aree, è essenziale che tutte le istituzioni, locali e regionali, avviino un programma di investimento per la valorizzazione del territorio, vista la naturale propensione turistica di Messina, oppure portino avanti la concreta realizzazione di opere, come ad esempio il Ponte sullo Stretto, che facciano affluire le necessarie risorse finanziarie per dare una svolta decisiva alla situazione stabile-stagnante dell’economia messinese”.

IL PARERE DEL COMMISSARIO DE FRANCESCO…

“L’andamento economico della provincia di Messina – ha affermato il commissario della Camera di Commercio, Franco De Francesco – continua a mostrare evidenti segnali di sofferenza. I dati relativi al primo trimestre 2015 rivelano, infatti, una marcata diminuzione del numero delle imprese rispetto alla stesso periodo dell’anno precedente. Le cessazioni di imprese, infatti, sono state il 20% in più delle nuove iscrizioni. Un quadro desolante, che comporta un indebolimento generale del sistema imprenditoriale del territorio peloritano. Uno scenario al quale, ormai, assistiamo da anni e che non lascia ben sperare per il futuro visto che, a tutt’oggi, non si ravvisa alcun segnale di ripresa. I dati Inps, tra l’altro, evidenziano una consistente e costanteriduzione dell’occupazione del 3,5% che arriva al -5,0% nel caso dei soli addetti “dipendenti”. Il settore maggiormente colpito è quello delle costruzioni. Il perdurare della crisi che investe il nostro paese ha effetti sul tessuto imprenditoriale messinese molto preoccupanti. Sarebbe opportuno che le istituzioni e gli operatori economici lavorassero in sinergia per individuare i necessari correttivi perché il territorio messinese possa risalire la china. Tanto per cominciare, una significativadefiscalizzazione degli oneri a carico delle imprese, un alleggerimento degli adempimenti burocratici ed un più facile accesso al credito. Dare risposte adeguate e tempestive alle imprese è, senz’alcun dubbio, il punto giusto da cui partire. Come stanno cercando di fare, ormai da tempo, gli Enti camerali impegnati sempre più nel venire incontro alle esigenze di un mondo imprenditoriale che, oggi più di ieri, necessita di istituzioni che lo sostengano”.

E L'ATTACCO DEL PRESIDENTE DI CONFCOMMERCIO, PICCIOTTO

“I nostri sospetti sono stati confermati dalla crudezza dei numeri. La gestione commissariale della Camera di Commercio di Messina sta, infatti, conferendo il colpo di grazia alla già debole economia della nostra provincia. Di fronte ai dati diffusi oggi dallo stesso Ente camerale, che parlano di una percentuale allarmante di imprese che si cancellano (+20% rispetto alle nuove iscrizioni), qualsiasi manager avrebbe già rimesso il suo mandato o sarebbe stato cacciato. Invece, il dott. Franco De Francesco continua, inspiegabilmente, a guidare la Camera di Commercio calandosi, a questo punto, nel ruolo del celebrante del funerale dell’economia messinese. La Camera di Commercio ha bisogno di una guida politica e soprattutto di un segretario generale full-time. I dati forniti, purtroppo, sono tutti negativi e confermano come un settore così strategico non possa essere governato da persone senza la dovuta esperienza. Le aziende messinesi chiudono perché la Camera di Commercio non offre nulla alle imprese, nemmeno quegli sbocchi che la globalizzazione offre in altri mercati nazionali o stranieri. La Camera di Commercio di Messina ha una governance gerontocratica fatta di pensionati e personaggi giunti al crepuscolo lavorativo. Chiediamo a questo punto al dott. Francesco di compiere un gesto d’amore nei confronti della sua città rinunciando al mandato di commissario ad acta, mentre invitiamo il governatore Rosario Crocetta a conferire all’Ente camerale una guida politica che possa rilanciarlo. Sorprende, infine, che proprio nei giorni scorsi qualcuno parlasse addirittura di ripresa nella nostra città, nascondendo la realtà dei fatti per ignoranza o malafede. Ricordiamo, inoltre, che grazie alla Confcommercio, la Camera di Commercio manterrà la propria indipendenza, in forza di un emendamento già votato al Senato da noi sollecitato”. Ma fino a tre giorni fa De Francesco aveva ribadito che “la Camera di Commercio di Messina non può rimanere da sola in quanto non possiede il requisito indispensabile dell’equilibrio economico-finanziario”…