Rifiuti all’Amam entro il 30 giugno, Accorinti alla Barrile: “Fai fretta ai Revisori dei Conti”

Una richiesta inusuale. Recapitata dal sindaco Renato Accorinti alla presidente del consiglio comunale Emilia Barrile. L’oggetto: la delibera di affidamento del servizi di gestione del ciclo integrato dei rifiuti all’Amam. La richiesta è di sollecitare i Revisori dei Conti ad esprimere al più presto il loro parere sul provvedimento. La stranezza è che Accorinti chieda alla presidente Barrile di farsi promotrice di queste sollecitazioni. Perché le scadenze sono alle porte e l’amministrazione vuole che il consiglio si esprima al più presto su due atti corposi e decisivi per la gestione dei rifiuti in città. Il primo cittadino però prova a mandare avanti l’esponente del civico consesso, forse anche per i rapporti non esattamente idilliaci che ci sono con l’organo dei Revisori dei conti dopo i mesi convulsi per il previsionale 2015 e le dimissioni messe sul tavolo dal presidente Dario Zaccone. E così, con una nota recapitata due giorni fa, Accorinti ricorda alla Barrile che la delibera per l’affidamento della gestione rifiuti è stata approvata dalla giunta lo scorso 11 aprile e che per farla approdare in consiglio manca solo il parere dei Revisori dei Conti.

«Nel rammentare che il servizio di igiene ambientale, ad oggi gestito da Messinambiente e Ato3, scadrà il prossimo 30 giugno, producendo una grave criticità per la città, la presidenza si adoperi con il Collegio dei Revisori affinché esprima il proprio parere e il consiglio possa deliberare in tempo utile». Questa la richiesta messa nero su bianco dal primo cittadino.

La presidente Barrile però non nasconde forti perplessità. E ha risposto indirizzando la sua nota non solo ad Accorinti ma anche al segretario generale Le Donne, al vicesegretario Bruno, al capo di gabinetto Carrara, a tutti gli assessori. Una risposta che chiama in causa proprio il segretario generale e che mette in chiaro le rispettive competenze. Per la Barrile, infatti, non ci sono dubbi: non può e non deve essere il consiglio a mettere in atto pressioni o sollecitazioni di qualunque tipo su organi che lavorano proprio a tutela e garanzia dei consiglieri comunali.

«L’intero civico consesso è al corrente dell'urgenza per l'esitazione in consiglio della delibera ma corre obbligo rammentare che tra i compiti e le funzioni che le norme vigenti attribuiscono al presidente del consiglio non rientrano interventi di ingerenza nell'attività di altri organi istituzionali deputati ad adempiere per obbligo su procedimenti e azioni amministrative dell'ente». La presidente non ci sta e non ha intenzione di accogliere gli input del primo cittadino che probabilmente sperava così di poter aggirare l’ostacolo. La Barrile aggiunge che «di tali organi non si può certo dubitare in merito all'impegno e alla diligenza che ripongono nell'esame degli atti di competenza e dei quali è conosciuta l’urgenza del completamento». Quindi massima fiducia nell’operato del collegio ancora presieduto da Dario Zaccone. Alla fine la presidente gira la richiesta del primo cittadino direttamente al segretario/direttore generale Le Donne e chiede che sia lui a farsi parte attiva per sollecitare l’urgente acquisizione e l’invio all’organo consiliare della proposta di delibera. Un giro di richieste che tirano in ballo tutti e che rappresentano un inizio poco incoraggiante su quello che sarà questo percorso che dovrà portare alla discussione della corposa delibera che trasferisce la gestione dei rifiuti da Messinambiente all’Amam. Dalle premesse la strada sembra tutta in salita. Sui consiglieri tra l’altro pesa adesso anche il cronoprogramma dettato dalla Regione nell’ultima ordinanza siglata per la situazione emergenziale dei rifiuti che vive l’intera Sicilia. Messina deve rispettare tempi strettissimi ed entro il 30 giugno deve approvare il piano di raccolta differenziata, cioè il Piano Aro, e l’affidamento della gestione rifiuti, quindi in questo caso la delibera di passaggio all’Amam. Chi non rispetterà i tempi dettati da Crocetta rischia il commissariamento e vale anche per il Consiglio comunale. Insomma, il quadro non è dei più semplici. E di certo i rapporti tesi che regnano a Palazzo Zanca non facilitano un lavoro che come sempre si dovrà fare all’ultimo momento e con il fiato sul collo.

Francesca Stornante