Convenzione stadi, assolti anche in appello Pietro Franza e Scoglio

Convenzione stadi, assolti anche in appello Pietro Franza e Scoglio

Alessandra Serio

Convenzione stadi, assolti anche in appello Pietro Franza e Scoglio

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giovedì 06 Dicembre 2018 - 08:27

Torna in appello e si chiude con la conferma delle assoluzioni il processo per lo sfruttamento commerciale degli impianti sportivi San Filippo e Celeste. La convenzione tra Comune ed Fc era stata siglata nel 2008.

A quasi quattro anni dal verdetto di primo grado, arriva la sentenza d’appello per l’ex city manager Gianfranco Scoglio e l’imprenditore Pietro Franza, indagati anni fa per la convenzione stipulata tra il Comune e l’Fc Messina per lo sfruttamento commerciale degli stadi San Filippo e Celeste.

La Corte d’Appello (presidente Sicuro), ha confermato integralmente la sentenza di primo grado emessa nel 2014 dalla II sezione Penale, presieduta da Samperi, che aveva assolto entrambi con formula piena “perché il fatto non sussiste”. Nessun reato, nessun profilo penale, insomma, nella convenzione. L’Accusa, rappresentata in aula dal PG Salamone, aveva chiesto invece l’applicazione della prescrizione, che avrebbe salvato eventuali profili di risarcimento civile, pur scagionando gli imputati.

La vicenda scaturisce dall’accordo procedimentale, che garantiva alla società di calcio la disponibilità degli stadi San Filippo e Celeste per 15 anni. Un accordo che, secondo l’accusa, sarebbe stato siglato senza tenere conto delle norme che richiedono l'evidenza pubblica. Nel 2009 la Procura, che aveva apposto i sigilli agli impianti sportivi, aveva chiesto il rinvio a giudizio dell'ex city manager, che aveva curato il procedimento per conto del Comune, e i fratelli Pietro e Vincenzo Franza.

In udienza preliminare Pietro Franza e Scoglio hanno scelto il rito ordinario, sono stati rinviato a giudizio, hanno affrontato il processo e oggi sono stati assolti.

Erano difesi dagli avvocati Alberto Gullino, Luciano Scoglio e Isabella Barone. Vincenzo Franza, invece, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato ed era stato assolto. In appello, peró, nel 2012, i giudici di II grado hanno ribaltato il verdetto, condannandolo ad un anno.

La Corte di Cassazione ha successivamente annullato la sentenza, rinviando il processo alla Corte d'appello di Reggio Calabria, che ha dichiarato la prescrizione. Vincenzo Franza, peró, mirava all'assoluzione completa e ha impugnato anche quest'ultimo verdetto.

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