Messina, s’insedia il nuovo procuratore capo De Lucia: “priorita’ di metodo”

Era affollata l'aula della Corte d'assise di Palazzo Piacentini, stamane, per la cerimonia di insediamento del nuovo procuratore capo Maurizio De Lucia.

Il nuovo capo della Procura ha assunto formalmente le funzioni firmando davanti al presidente del Tribunale Antonino Todaro e il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, che ha retto l'ufficio nel periodo di vacanza. "E' un incarico importante e ne sono onorato", ha commentato De Lucia "so che il lavoro in magistratura è anzitutto un lavoro di servizio per questo ce la metterò tutta per fare il bene della città". Poi De Lucia ha tracciato le prime indicazioni di lavoro: "la Procura funziona ma funzionerà ancora meglio, la mia priorità è di metodo. Lavoreremo sempre più insieme, in condivisione, individueremo le priorità da affrontare secondo la gravità e cercheremo di risolverle".

"La Procura che andrà a guidare è fatta di magistrati giovani, già esposti in importanti indagini" ha detto l'aggiunto Sebastiano Ardita "ed è tuttavia un ufficio che aspetta, per fare ancora meglio".

Alla cerimonia erano presenti tutti i vertici degli uffici giudiziari della provincia, le forze dell'ordine, le componenti amministrative e dell'avvocatura. Presenti anche, tra gli altri, il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, il capo della procura di Roma, Giuseppe Pignatone, il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi.

De Lucia prende il posto di Guido Lo Forte, palermitano, ora in pensione. Cinquantasei anni, campano, De Lucia è arrivato a Palermo nel maggio del '91. Il suo primo incarico è stato alla procura del capoluogo siciliano, dove ha sviluppato la competenza di reati economici.

Poi il passaggio alla Direzione distrettuale antimafia. Sue le principali indagini sulle infiltrazioni mafiose nel mondo degli appalti e il racket delle estorsioni.

Tra le altre ha coordinato l'inchiesta sulle cosiddette talpe alla Dda di Palermo che ha portato all'arresto dell'alter ego di Bernardo Provenzano nel mondo della sanità e alla condanna a 7 anni per favoreggiamento per alla mafia dell'ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro.

Alessandra Serio