Scontro tra avvocati e Anm. Scavuzzo replica a Ceraolo

Non si placano le polemiche tra magistratura e avvocati, dopo l'ultima bordata di Davigo sul ruolo dei legali. Dopo il presidente dell'Ordine degli avvocati di Messina, Vincenzo Ciraolo, interviene il segretario distrettuale di Magistratura Indipendente, Ugo Scavuzzo, chiamato in causa proprio da Ciraolo (leggi qui intervento Ciraolo).

"Stupisce il tenore delle dichiarazioni di Ciarolo – replica Scavuzzo – stupisce che l’espressione da parte di chi scrive di una legittima opinione su un tema di pertinenza della magistratura abbia suscitato una reazione fuori dalle righe, eccessiva nei toni e nella sostanza.

Lo scrivente quale esponente di Magistratura indipendente, commentando i risultati della recente consultazione per il rinnovo della Giunta distrettuale ANM, ha, in modo chiaro e schematico, sintetizzato le linee programmatiche del gruppo di Magistratura Indipendente di seguito testualmente riportate:

“Magistratura Indipendente messinese A) ha proposto e proporrà sempre un modello di magistratura fedele all’ordinamento giudiziario e gelosa della sua indipendenza interna ed esterna; esprimerà da subito netta contrarietà alle richieste provenienti dall’avvocatura dirette a rafforzare il ruolo di essa nei consigli giudiziari;

B) si asterrà dall’attività di sterile proselitismo promuovendo magistrati colti, preparati, seri con una fortissima propensione al dialogo, pronti a spendersi quotidianamente per il miglioramento qualitativo del servizio giustizia;

C) si impegnerà affinché il progetto di revisione delle piante organiche e della geografia delle Corti d’appello sia elaborato tenendo conto delle specificità di ogni distretto e delle ricadute di esso sulla qualità della giurisdizione e sull’omogeneità sul territorio dei tempi della risposta di giustizia”

Agevole evincere dal tenore letterale delle su esposte linee programmatiche che non vi fosse alcun intento di offendere l’avvocatura messinese, circostanza della quale peraltro l’intero Consiglio dell’Ordine ha preso (e dato) atto in un recente deliberato del mese di ottobre 2016. Né può attribuirsi allo scrivente l’affermazione secondo la quale l’avvocatura sarebbe un “male fastidioso ma necessario in quanto improvvidamente previsto dalla costituzione”, semmai ad altro magistrato – di diversa compagine associativa – ascrivibile.

Peraltro, l’occasione è proficua per evidenziare che l’ANM (tutta l’ANM), recependo integralmente la proposta di Magistratura Indipendente, ha espresso netta contrarietà al rafforzamento del ruolo degli avvocati nei consigli giudiziari, con particolare riferimento alle valutazioni di professionalità dei magistrati, trattandosi peraltro di profilo che non attiene al perseguimento degli obiettivi di efficienza del sistema giudiziario, tema quest’ultimo che rappresenta una “priorità assoluta per la magistratura associata, per tutti gli operatori della giustizia e per lo stesso Governo”.

In sostanza Magistratura Indipendete, come tutta l’ANM, è contraria alla sistematica acquisizione delle segnalazioni provenienti dagli uffici di Procura (nel caso di valutazioni di professionalità di magistrato giudicante) e delle segnalazioni provenienti dagli uffici giudicanti (nell’ipotesi di valutazioni di professionalità un magistrato requirente) nonché, per entrambi, alla sistematica acquisizione delle segnalazioni provenienti dai Consigli dell’Ordine degli Avvocati ed alla partecipazione attiva di questi ultimi in seno ai Consigli Giudiziari.

La su indicata idea di modifica dei procedimenti di valutazione di professionalità del magistrato, con il riconoscimento in seno ai Consigli giudiziari di un ruolo attivo dell’Avvocatura, se realizzata, rischia di provocare un gravissimo vulnus all’indipendenza interna ed esterna della magistratura, un valore costituzionalmente tipizzato ed una garanzia per il cittadino. I Giudici sono soggetti soltanto alla legge; la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere (artt. 101 e 104 della Costituzione).

L’avvocatura italiana svolge funzioni costituzionali nell’ambito della giurisdizione; contribuisce alla conoscenza ed all’attuazione dei diritti e degli interessi soggettivi, concorrendo alla tutela della legalità e all’effettiva applicazione dei principi di uguaglianza e di libertà; così recita lo statuto di un organismo nazionale dell’avvocatura. Lungi dal costituire “un male ingiusto”, come da altri (e mai da me) affermato, l’avvocatura a parere di chi scrive – e sento di poter spendere il nome di tutti gli iscritti messinesi a Magistratura Indipendente – ha un ruolo determinante nel concorso alla tutela della legalità; svolge una funzione costituzionale essenziale ed insostituibile. Diversi e parimenti importanti i ruoli di magistratura ed avvocatura nell’ambito della giurisdizione. Certo che un chiarimento fosse doveroso, auspico che il confronto su questi temi si svolga sempre serenamente nel rispetto reciproco delle diverse opinioni."