Separazione delle carriere, giovedì la raccolta di firme in Tribunale

Ha preso il via oggi l'iniziativa delle Camere Penali che mira a portare in Parlamento il progetto di revisione costituzionale per ottenere la separazione delle carriere dei magistrati, una battaglia storica della sigla dei penalisti italiani.

Stamane la proposta è stata illustrata nell'Aula Magna della Corte d'Appello di Palazzo Piacentini, e giovedì 4 maggio sarà possibile firmare la proposta, per darle sostegno, al banchetto che sarà installato nello spiazzo antistante il Tribunale. I penalisti, infatti, chiedono alla cittadinanza di sostenere quello che secondo loro è l'unico concreto punto di partenza per una vera riforma della giustizia.

Senza separazione delle carriere, infatti, secondo gli avvocati, non vi può essere terzietà del giudice, malgrado così detti l'articolo 111 della Costituzione.

"L’Unione Camere Penali, attraverso un proprio comitato scientifico composto da illustri giuristi, ha elaborato una proposta di legge costituzionale al fine di consentire al dibattito – ormai risalente all’entrata in vigore del vigente codice di procedura penale – sulla separazione delle carriere inquirenti e giudicanti della magistratura italiana, di lasciare le aule dei tribunali, l’Accademia ed i dibattiti e convegni tra addetti ai lavori, per approdare al Parlamento Italiano, con l’ambizione di trasformare in legge costituzionale le più nobili e sentite ragioni di quel dibattito", spiega l'avvocato Sandro Billè, refertente per Messina.

"Infatti, Giudici e Pubblici Ministeri sono operatori del diritto che, pur giocando ruoli assai diversi in seno al processo, appartengono oggigiorno allo stesso ordine, partecipano delle stesse prerogative, possono trasmigrare da una funzione all’altra, siedono negli stessi consigli di disciplina ed autogoverno – valutandosi e giudicandosi reciprocamente – e, non ultimo, si aggregano nelle medesime in associazioni di categoria (Associazione nazionale Magistrati, Magistratura Democratica, Autonomia ed Indipendenza, Unicost). Questa situazione rende assai sbilanciato il sistema del giudizio penale: da una parte un giudice ed un pubblico ministero accomunati da esperienze, concorsi e carriere professionali intrecciate, dall’altra un difensore isolato dal contesto e posto in una situazione di obbiettiva difficoltà nel far valere i diritti del suo assistito. Il traguardo che ci poniamo è quello di riequilibrare il sistema, concedendo a tutte e due le parti del processo penale (l’accusa e la difesa) le stesse opportunità di partenza nel dimostrare le proprie tesi".

Alessandra Serio