Come direbbe Massimo Troisi: “Non ci resta che piangere”

Adoro la maionese, la mangerei con tutto. Ma non la so fare, mia madre è bravissima, ed ho capito che il segreto è nel dosaggio degli ingredienti, basta un goccio di olio in più e la maionese impazzisce. Diventa immangiabile. In questi giorni mi sembra di avere davanti un barattolo gigante di maionese impazzita che saremo costretti a ingurgitare a febbraio. Forse stavolta farò parte di quel 50% che non ci sta più a mangiare maionese disgustosa tappandosi il naso e passando il resto del tempo a ingerire bicarbonato. Nessuno ha mai pensato che in un anno i politici avrebbero cambiato il “porcellum”, ma speravamo in un po’ di pudore. Non c’è stato. Voteremo un elenco di nominati e, come la giri la giri, tra primarie corrette, parlamentarie on line o il vecchio sistema di “essere nelle grazie” del capo, lo spazio per limitare la libertà di scelta resta. Sono per la preferenza. A me piace votare, mi piace scegliere e cucinare, detesto i piatti pronti che metti nel micro onde. Andare al votare col “porcellum” è come andare a pranzo in pieno Ramadan, sai già che ti andrà tutto di traverso.

Lo scenario è talmente confuso che non so da dove cominciare. Da un lato c’è il disfacimento del Pdl, il caos del centro che non sa cosa diventerà da grande, dall’altro un nascere di nuovi partiti che i vecchi cercano di uccidere con l’arma delle firme da raccogliere. In una delle tante metamorfosi dell’attuale Pd vi fu Occhetto che voleva chiamare il partito “La Cosa”.

A febbraio andremo a votare dovendo scegliere tra “la Cosa” e un’altra Cosa, che sempre Cose strane e mollicce sono. Tipo Pongo. Ho pensato di essere preda di un’allucinazione quando ho visto Berlusconi monologare per oltre un’ora davanti ad un salice piangente. Mentre mi echeggiava in testa la canzone di Battisti “Ancora tu…ma non dovevamo vederci più?” la domanda più tagliente che si è auto-posto è stata “Cosa farà a Natale”. Roba da giornalismo comunista e fazioso chiedere a Colui che periodicamente viene a Salvare l’Italia cosa farà a Natale. E’ ovvio, Lui,da sempre, a Natale torna per Salvarci. Lo sappiamo dai tempi del catechismo. E mentre Colui imperversa in video partecipando anche alle previsioni del tempo e all’Oroscopo di Paolo Fox, cambiando idea su Monti ogni 22 secondi (un minuto prima è un grande statista un minuto dopo è Paperino) il Pdl deflagra. Crosetto, Meloni e La Russa coraggiosamente rompono gli argini e fondano Fratelli d’Italia, gli altri mormorano a bassa voce per paura che il capo li senta ma pensano di andare dove gli pare e soprattutto dove ritrovano una poltrona. Restano i superfedeli e le “ Amazzoni”. Mai appellativo fu così sbagliato perché le Amazzoni erano una realtà matriarcale, guerriere femministe che si mutilavano un seno per tenere meglio l’arco, queste al massimo vanno dal chirurgo plastico per rifarselo. Per il resto è il fuggi-fuggi perchè se non sei fedelissimo o il suo avvocato, dentista, fisioterapista, cabarettista, nella lista del Salvatore non ci entri. La Lega ha fatto sapere che se c’è Berlusconi non ci sarà alleanza. Nel centro non sappiamo Cosa nascerà perché non lo sanno neanche loro. Pendono dalle labbra di Monti, che alla guida di un governo sado- maso ha fatto il lavoro sporco. Lo ha fatto con rigore e senza equità. Non so come si chiamerà “la Cosa di centro” che ne verrà fuori, ma ho paura che oltre al voto ci chiederà di andare nell’urna direttamente con le chiavi di casa nostra. Tanto vale consegnarle subito piuttosto che immiserirci nel tempo. La nostra casa è l’unico vero luogo sacro da rispettare, ma per loro gli unici luoghi intoccabili hanno le finestre in alabastro e l’acquasantiera. Attenti ai nomi: Tremonti, Monti, Montezemolo, tutte strade in salita, qualcosa vorrà pur dire……..

Il Pd è passato dal “porcellum” al “porcellinum”, che sempre alla stessa famiglia di suini appartiene. Fa le primarie, ma Bersani ha un 10% di candidati che entrano senza passare dalle primarie e sceglie i capilista. In sostanza si sceglie i posti migliori del listino. Chi è nelle sue grazie può comprare il biglietto aereo per Roma. Con queste primarie, c’è il rischio del paghi uno ne prendi tre. Facciamo un esempio paradossale: se uno ha una dote di 20 mila voti, con la doppia preferenza di genere (voti un uomo e una donna e valgono entrambe le preferenze), oltre te fai salire altre due donne a tua scelta. C’è poi la faccenda deroghe per chi ha 5,6,7 legislature alle spalle. L’unico che non l’ha chiesta è Tutankhamon che ha detto di preferire scrivere la sua biografia e crescersi i pronipoti, ma pare che i dirigenti del partito stiano pensando di espellerlo o chiedere un Tso. Anche i recenti comportamenti di Grillo inducono a pensare che qualcuno abbia messo troppo olio nella maionese. Mi riferisco alle espulsioni dal M5S della Salsi, rea d’essere andata in Tv (il famoso punto G) e di altri esponenti con colpe più o meno analoghe ed altre forme di orgasmi derivanti dall’avere un’ idea che cammina con le proprie gambe. Capita tra persone libere di dissentire. Si chiama democrazia. Anche le “parlamentarie” on line non sono state il massimo. Non c’è dubbio che Grillo porterà in Parlamento un esercito di onesti, puliti, non indagati, non politici di professione, non corrotti, non condannati,ma le primarie on line hanno avuto regole che nulla hanno a che vedere con la scelta dell’elettore. Non entro nei dettagli, che sono noti e al centro di polemiche, ma alla fine, con 146 voti presi on line un siciliano sarà deputato.

Infine ci sono gli Arancioni che potrebbero unire le forze con Idv, Verdi e Rifondazione comunista. Da quest’unione che colore uscirà? Amaranto? Blu cobalto? Rosso porpora?

Da anni ci tormentano dicendo che col bipolarismo si evitano i partitini, si garantisce stabilità e continuità di governo, alternanza, invece stiamo riaprendo le porte al governo della maionese. Nel disperato tentativo di salvare le poltrone ed impedire al NUOVO di emergere sotto qualsiasi forma, sia interna al partito (vedi Pd) che esterna, stanno creando labirinti regolamentari e normativi indecenti.

Il 24 e 25 febbraio l’Italia andrà a votare con questa maionese impazzita sul piatto.

Non so voi, ma a me è venuto in mente il film di Massimo Troisi e Roberto Benigni: Non ci resta che piangere”.

Rosaria Brancato