“Riposino in pace, amen”…ma a Messina neanche questo. LE FOTO DEL DEGRADO

A veder quelle foto, nessuno direbbe mai che si tratta del secondo cimitero più artistico d’Italia. Eppure il Gran Camposanto di Messina è davvero uno dei cimiteri monumentali più importanti d’Europa.

Ameno sulla carta.

“All’interno è presente la gran parte della statuaria e dell’architettura del neoclassicismo messinese” citano le enciclopedie.

Ma è evidente che, accanto al neoclassicismo, è presentissimo anche il modernismo. Dai sacchetti di plastica alle tombe spezzate, dai marmi senza teste alle bottigliette d’acqua, dai pezzi di busti nascosti tra la vegetazione ai pezzi di ferro lasciati qua e là, dalle ringhiere arrugginite ai loculi spezzati e riempiti con bottiglie vuote di detersivo.

Come non notare tutta la modernità di queste opere?

Che dire? Ormai siamo abituati” è il commento di una signora che si sta recando nel Cenobio, dove giace la tomba del padre.

Ora ne parleranno tutti, perché ci sono le festività dei morti e quindi l’argomento del cimitero torna di moda” aggiunge la figlia poco più che 30enne.

E purtroppo la realtà è questa. Da un lato, sembra che le condizioni di degrado del cimitero di Messina non facciano più notizia se non in periodi particolari, dall’altro, sembra che l’incuria sia una realtà assodata cui nessuno riesce a porre una soluzione.

E’ come se gli occhi della città fossero ormai assuefatti a questo spettacolo. Perché per quanto si continuino a chiedere interventi e sollecitazioni, il panorama resta tragicamente immutabile.

Orate pro defunctis campeggia immenso dinnanzi la porta centrale. E di preghiere ce ne sono state all’infinito. Si è pregato perché le bare non rimanessero settimane, mesi, anni, nel deposito, si è pregato per delle degne sepolture, si è pregato perché venisse completato l’impianto di cremazione, si è pregato perché i servizi autobus all’interno del cimitero non venissero sospesi.

C’è sempre stato un motivo per pregare, eppure quasi sempre le preghiere sono risultate vane.

Il Gran Camposanto ospita, al suo interno, anche sepolture illustri. Come dimenticare il grande Adolfo Celi?

Ma, come ha evidenziato anche un nostro lettore su WhatsApp, la sua tomba tutto sembra tranne un monumento che sia stato ricordato.

E’ davvero questa la sorte che spetta a chi “riposa in pace” a Messina?

Veronica Crocitti

@VCrocitti