All’Università di Messina resta apertissimo il dibattito sulla ricerca scientifica, settore nevralgico di ogni Ateneo e vero tallone d’Achille di quello peloritano, ultimo nella classifica stilata dall’Anvur, nell’ambito del rapporto “Valutazione Qualità della ricerca 2004-2010”.
Andu, Cgil-Flc e ConPass parlano di « campagna di discredito nei confronti dei ricercatori dell’Università di Messina avviata a seguito della pubblicazione dei dati della Valutazione della Qualità della Ricerca 2004-2010» .Gli studiosi messinesi non ci stanno ad essere considerati gli “asini” della ricerca e puntano il dito contro «i criteri per la valutazione della ricerca individuati dall’ANVUR, contestati fortemente dalla comunità accademica nazionale e che non trovano alcun riscontro a livello internazionale». Nel mirino delle tre sigle sindacali c’è anche l’amministrazione Navarra che, «contrariamente ad altri Atenei del meridione che hanno inteso rivendicare con forza il proprio diritto all’esistenza, insorgendo nei confronti dei provvedimenti punitivi subiti e contestando nel metodo e nel merito l’operato di ANVUR, del MIUR e del Ministro Carrozza», sarebbe rimasta a guardare: «non ci risulta alcuna forma protesta», scrivono testualmente Andu, Cgil-Flc e ConPass.
Entrando nel merito della richiesta di Navarra, che vorrebbe conoscere i giudizi attribuiti ai singoli ricercatori, i sindacati spiegano «che l’ amministrazione di UniME dispone dell'esatto quadro di quanto i suoi ricercatori siano impegnati e con che risultati, sul fonte della ricerca e sul piano della didattica, dunque non ha alcuna necessità, per avere il polso della situazione e valutare le necessarie azioni correttive, di venire a conoscenza dei dati elaborati dall'ANVUR sulla base di criteri parziali e comunque discutibili».
Secondo Andu, Cgil-Flc e ConPass, inoltre, «i criteri ANVUR non tengono in alcun conto i finanziamenti della ricerca. E sembra che anche la nostra amministrazione si appresti fare altrettanto. Sarebbe invece opportuno avviare nel merito una necessaria operazione di trasparenza, posto che è fin troppo facile bocciare i prodotti di una attività di ricerca per la quale non sono stati mai erogati finanziamenti (e la distribuzione geografica dei fondi potrebbe risultare un utile parametro di lettura per interpretare gli infelici risultati della VQR al SUD)»
I tre sindacati si dicono, infine, sicuri che «una valutazione che tenga conto dei dati integrati relativi a ricerca/didattica/finanziamenti produrrebbe esiti difformi dallo stereotipo di una Italia a due velocità targato ANVUR».
Andu, Cgil-Flc e ConPass non si esprimono, invece, in merito alla mancata presentazione da parte di alcuni ricercatori dei tre prodotti di ricerca sollecitati dall’Anvur. In base ai dati forniti dal pro-rettore delegato alla ricerca, Salvatore Cuzzocrea, su 1289 docenti (Ordinari, Associati e Ricercatori) il 18,69% dei prodotti presentati ha avuto una valutazione eccellente, il 21,67% ha avuto una valutazione buona, il 13,09% ha avuto una valutazione accettabile ed il 35,03% , ma ad incidere negativamente sulla valutazione definitiva è soprattutto “la mancanza di prodotti attesi, che si attesta su una percentuale di 10,91%”. Per ogni prodotto non presentato, è stato infatti attribuito un punteggio di -0,5. Ma su questo aspetto di non poco conto, nessun commento sindacale. (Danila La Torre)