Miccichè: “A Crocetta e Musumeci dico, votatemi. Ho il programma migliore”

“Abbiamo deciso di andare in controtendenza e puntare al ricambio, perché la gente non ci vuole più vedere. La gente è stanca della mia faccia, per quanto onesta sia”, ad aprire la convention del candidato alla Presidenza della Regione per il Grande Sud Gianfranco Miccichè, è stato il parlamentare Francesco Stagno d’Alcontres, tra i “padri fondatori” di Forza Italia a Messina e che in tempi non sospetti se ne è andato sbattendo la porta rifiutandosi di avallare un voto in Parlamento che inginocchiava la città “Non chiamatemi traditore- prosegue- non ho tradito nessuno.Ho messo al primo posto l’interesse dei messinesi”. A distanza di 4 anni dal 2008 le truppe forziste sono divise in tanti rivoli, chi con l’Udc, chi con Grande Sud, chi rimasto nel Pdl, ma questa è un’altra storia. Oggi alla sala Visconti è intervenuto il fautore del 61 a 0 che consentì, nel 2001 lo sbarco dei Berlusconiani siciliani a Roma, Gianfranco Miccichè. Da uomo forte del Silvio nazionale per ben due volte provò a candidarsi alla guida della Regione, nel 2008 ed oggi e in entrambi i casi gli uomini del Pdl fecero scudo. Così ha deciso di misurarsi da solo, con quel Grande Sud che ha costruito negli ultimi anni ed alleandosi con finiani e lombardiani.

“Mentre Crocetta e Musumeci vanno in giro a raccogliere dossier e cercare video contro di me io lavoro al programma” commenta Miccichè in riferimento alle polemiche di questi giorni con gli avversari. A scatenare lo scontro era stato un filmato girato di nascosto e che ritrae il leader del Grande Sud mentre parla di termovalorizzatori. Crocetta ne aveva annunciato la diffusione in un cinema, ma Miccichè lo ha preceduto mettendolo in rete lui stesso.

Crocetta invece di far campagna elettorale ha perso tutto quel tempo per mandare in video me che dicevo che sono contro la mafia e che se c’è la mafia non si fanno i termovalorizzatori- continua- L’essere onesti o l’essere contro la mafia non è un programma, per me sono le precondizioni per essere candidato”.

Alla platea ha illustrato il punto principale e più immediato del suo programma, la chiama “rivoluzione epocale” e in realtà è il cambiare quella che è la zavorra del sistema regionale: la burocrazia.

“A Musumeci e Crocetta chiedo cosa stanno mettendo nel programma per evitare l’impoverimento dell’isola. Niente. Quindi dico a entrambi: votate per me, che ho il programma migliore. Se riuscite a convincermi che il vostro programma è migliore del mio, allora voto io per voi”.

Il 15 gennaio 2013 le Regioni che vorranno bussare a Bruxelles dovranno dimostrare di aver raggiunto il pareggio di bilancio, ipotesi questa impossibile per la Sicilia.

“Tra tre mesi il governatore della Sicilia, se vorrà i soldi, dovrà tagliare il 10% di tutti i costi e licenziare. A rischio da noi ci sono 2.500 posti. Io non porterò mai né a Bruxelles né a Roma l’elenco di siciliani da licenziare. Da governatore io non taglio, non subisco,presento un piano industriale”.

Più che tagliare il Grande Sud punta ad aumentare le entrate, attrarre investimenti ed a mettere in moto quel meccanismo che finora ha fatto sì che, ad esempio, alla Sovrintendenza di Palermo giacciono 15 mila istanze ferme. Il tempo medio di una pratica nell’isola è di 4 anni.

“Se voglio mettere un pannello fotovoltaico a casa mia devo ottenere 28 autorizzazioni in 28 uffici diversi. Per quel pannello devo avere il sì persino del corpo miniere e del corpo trazzere siciliane, nonché del dipartimento risorse idriche. Siamo l’unico posto del mondo dove si pagano le tangenti preventive, tre anni prima, per far qualcosa che la legge mi consente di fare. Poi, quando la Foppa Pedretti vuol investire in Sicilia la pratica resta ferma per 4 anni finchè non scappa via. Quando 4 ragazzi di Ragusa investono qui, falliscono perché un funzionario li avvisa tardi che un documento doveva essere presentato in originale piuttosto che in fotocopia”.

O per fare un campo da golf un ufficio blocca la pratica 8 anni perché lo assimila ad un impianto sportivo….(con tanto di platea, spalti, spogliatoi)

La proposta di riforma del Grande Sud è semplice: basta autorizzazioni che bloccano per anni ogni istanza. Occorre sostituirle con i controlli ex post. La seconda “rivoluzione” è l’applicazione dello Statuto siciliano, quell’autonomia che deve diventare risorsa.

“L’Italia non ci ha annesso, abbiamo fatto un patto. In questo patto non dimentichiamo che il 40% del petrolio lo forniamo noi. Vorrei fare un discorso esaltante, ma preferisco essere responsabile e dire: la situazione è drammatica, ma sta a noi imporre le regole senza aspettare soldi da nessuno, ma rimboccandoci le maniche”.

Rosaria Brancato