Usura, sequestrati immobili tra Messina e Milazzo per 12 milioni all’imprenditore Magnisi

Pensava forse di aver saldato il suo conto con la giustizia, il cavalier Antonio Magnisi, giunto agli 85 anni e condannato a 6 anni e 8 mesi per usura. Invece la Procura di Messina, in particolare il pm della Dda Vito Di Giorgio, non ha mai spento i riflettori su di lui.

E neppure il capo della Squadra Mobile, Giuseppe Anzalone, che da più di 10 anni monitora un giro di affari immobiliari sospetti tra Messina e Milazzo. E' così che oggi la Polizia ha notificato all'imprenditore Magnisi un decreto di sequestro di un patrimonio stimato intorno ai 12 milioni di euro. Un considerevole patrimonio immobiliare, in parte gia "sigillato" nel 2005 quando Magnisi fu arrestato nel blitz antiusura Grano Maturo. Già allora l'uomo era noto agli investigatori, e proprio alla fine del processo Grano Maturo è arrivata la condanna.

Adesso è arrivato il provvedimento del Tribunale Misure di Prevenzione che pone sotto chiave 11 società operanti nel settore dei lubrificanti e nel settore immobiliare, 11 magazzini, un laboratorio, 2 botteghe, 2 autorimesse, 3 abitazioni rurali, 39 appartamenti, un lastrico solare, 4 fabbricati, 19 appezzamenti di terreno ricadenti nel Villaggio Gesso, 8 appezzamenti di terreno a Milazzo. Tra i beni sequestrati, anche il palazzo di Milazzo per il quale il comune mamertino aveva sostenuto e perso un contenzioso milionario.

Il blitz Grano Maturo messo a segno dalla Mobile 10 anni fa con 23 arresti, è considerata una delle più importanti inchieste anti usura. Gli investigatori riuscirono a ricostruire un giro di contanti e titoli, per lo più assegni, che nascondevano prestiti usurai a tassi fino al 360%. Furono coinvolti negli affari del cavalier Magnisi altri imprenditori, noti commercianti, professionisti di rango, ma anche criminali dalla lunga fedina penale.