Bomba carta e scritte ingiuriose sui muri di Palazzo Zanca, immagini di vidosorveglianza “immortalano” tre persone

Tre episodi distinti, uno a poche ore di distanza dall’altro, compiuti con il chiaro intento di creare allarme attorno a Palazzo Zanca. Prima una bomba carta lanciata all’ingresso, poi una scritta incisa col pennarello rosso “Questo Palazzo non serve a un c….”, infine una testa di capretto lasciata vicino alla fontanella, su un’inferriata che sporge verso l’antiquarium.

Sono a tutto campo le indagini avviate dalla Polizia Municipale di Messina per risalire all’autore, o agli autori, dei gesti di questa notte. Il primo “segnale” poco dopo le 22 quando un’esplosione ha “squarciato” il silenzio dinnanzi al Municipio. Una bomba carta, lanciata da ignoti che poi sono fuggiti via non lasciando tracce.

Il secondo “segnale” alle 2 di notte quando un agente della Municipale in presidio a Palazzo Zanca ha sentito dei rumori e, dopo esser uscito, ha notato delle persone che stavano scrivendo sui muri. Dopo un breve insegumento, i “malfattori” sono infine riusciti a scappare. Il terzo “segnale” questa mattina, quando su un’inferriata dell’Antiquarium è stata ritrovata una testa di capretto. Per questo ultimo caso, però, sembra che la soluzione sia arrivata immediatamente. Sarebbe stato un dipendente comunale, infatti, ad aver notato ieri la testa di capretto per strada ed averla appoggiata là.

“Vogliamo vederci chiaro”, ha confermato il comandante della Polizia Municipale Calogero Ferlisi. Le indagini continuano senza sosta così come la visione delle immagini dei sistemi di video-sorveglianza della zona. Sembrerebbe che siano già state immortalate tre persone, con un cane, aggirarsi nei dintorni proprio in quegli orari. “Sono degli episodi gravissimi, su cui faremo luce al più presto”, ha concluso Ferlisi che no esclude collegamenti con lo sgombero di ieri mattina alla Casa del Portuale. (Veronica Crocitti)