Politica

“Green pass come i nazisti”. Tutti contro Principato, lui replica

“Green Kass degli anni ’40 del ‘900, la storia si ripete”. Un post Facebook del consigliere del Teatro Vittorio Emanuele, Nino Principato, ha scatenato l’ira di quindici consiglieri comunali, che ne hanno chiesto la revoca dall’incarico.

Secondo Antonella Russo, Gaetano Gennaro, Claudio Cardile, Felice Calabrò, Alessandro Russo, Piero La Tona, Francesca Cacciola, Nino Interdonato, Sebastiano Tamà, Giuseppe Fusco, Paolo Mangano, Cristina Cannistrà, Francesco Pagano, Giovanni Scavello e Dino Bramanti, si tratta di “affermazioni estremamente gravi e non degne di una persona chiamata dal Comune di Messina all’interno del CdA della più importante istituzione culturale della città. Purtroppo, l’arch. Principato non è nuovo ad esternazioni infelici, anche se stavolta ha davvero oltrepassato il segno, per il gravissimo accostamento ad uno strumento illiberale e antidemocratico di matrice nazista, e per il pessimo esempio dato alla collettività, in un momento storico in cui bisogna più che mai rispettare le regole per la salvaguardia della salute pubblica”.

Da qui la richiesta al sindaco Cateno De Luca di “prendere pubblicamente le distanze” e di “revocargli immediatamente l’incarico per evidente inadeguatezza”.

La controreplica

E la controreplica non poteva mancare. “Leggete con attenzione cosa c’è scritto nel lasciapassare Green Kass: “Egli è autorizzato a spostarsi tra la località di lavoro e quella di residenza durante il coprifuoco”; simile al green pass che entrerà in vigore dal 15 ottobre e sarà imposto nei luoghi di lavoro”; per poi chiedere ai consiglieri di occuparsi di altro, come il parco Aldo Moro, in viale Regina Margherita, e l’ex Ipab “Conservatori Riuniti Scandurra”, in via Sacro Cuore di Gesù, che fino al 21 gennaio 2019 ospitava il centro Ahmed.

MessinAccomuna

Da qui l’intervento di MessinAccomuna: “Principato fa come Salvini sui 49 milioni occulti della Lega: cambia discorso, illudendosi che un finto scoop di comodo induca la gente in confusione. Per l’ennesima volta si produce in uscite pubbliche di difficile compatibilità democratica, stavolta dando di fatto del nazista al Governo per via del Greenpass (Red Ronnie? Un dilettante). Se credesse in ciò che ha detto, Principato difenderebbe il suo sciagurato post (magari invocando le libertà costituzionali che ha così frequentemente denigrato). Oppure, se si accorgesse di essere andato oltre, chiederebbe scusa e chiarirebbe meglio il suo pensiero. Invece cosa fa Nino Principato? Parla del “Parco Aldo Moro”. Già, e perché non dei campi da tennis di Villa Dante, del Palagiustizia, o dei crocieristi? O, meglio ancora, dello sbarco sulla luna o della terra piatta? Principato chiarisca la sua posizione e i suoi comportamenti o/e se ne vada a casa. E non cerchi puerilmente di cambiare discorso: il parco Aldo Moro col suo Geleitshein nazista non c’entra un beneamato nulla”.