Ex stazione di Camaro, l’assessore Bartolotta: “Le aree dismesse delle Fs sono una risorsa”

Il sopralluogo di questa mattina all’ex stazione di Camaro devastata dall’incendio è solo il primo tassello di una serie di interventi che l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti Nino Bartolotta, intende portare avanti.

Al sopralluogo nell’area dismessa dalle Ferrovie, teatro d’abbandono e degrado per anni, erano presenti, oltre all’assessore, anche il direttore tecnico Rfi Andrea Cucinotta, i capigruppo e gli esponenti del centro sinistra Peppe Santalco, Paolo David, Daniele Zuccarello e Nicola Barbalace ed il consigliere di quartiere Alessandro Cacciotto che puntualmente e periodicamente solleva la problematica rimasta irrisolta per troppo tempo. L’incendio delle scorse settimane ha “riacceso” i riflettori su un’area che potrebbe invece essere riqualificata e riconvertita.

Dall’incontro di stamane è emerso che i lavori di messa in sicurezza e bonifica sono già stati avviati e che proseguiranno nei prossimi giorni per cancellare le tracce della devastazione delle fiamme. Il problema però va ben al di là dell’incendio perché le tracce più evidenti sono quelle dell’incuria e dell’abbandono.

“Abbiamo richiesto ad Rfi la mappatura di tutte le aree dismesse dalle Ferrovie in Sicilia- spiega l’assessore Bartolotta- ed entro fine settembre ci sarà consegnata. Il nostro obiettivo è quello di riutilizzare queste aree, importanti come la stessa stazione di Camaro, attraverso progetti diversi, come le green ways ma non solo. Sono aree vastissime si possono usare per piste ciclabili o per progetti presentati dalle amministrazioni locali o dai privati. Non possono restare abbandonate. Possiamo accedere ai progetti 2014-2020 o ad altri canali di finanziamento”.

Nel futuro della stazione di Camaro quindi, come per le altre aree Rfi dismesse c’è la riqualificazione e la riconversione. Quanto all’immediato futuro gli interventi di scerbatura e messa in sicurezza dovrebbero essere ultimati a breve.

“Le linee ferroviarie dismesse potrebbero avere una funzione ricreativa e sociale– suggerisce il consigliere di quartiere Cacciotto- Realizzando, ad esempio, percorsi verdi pubblici, da fare a piedi, in bicicletta ma anche a cavallo. Sono delle esperienze già realizzate in Spagna, Belgio, Francia. Oppure, potrebbero avere una “funzione di mobilità alternativa” e di collegamento cittadino. Un sistema diverso di muoversi in città, creando una sorta di metropolitana in superficie”.

Subito dopo il sopralluogo l’assessore Bartolotta ha incontrato a Palazzo Zanca il sindaco Accorinti e il vicesindaco Signorino per avviare una serie di sinergie su diverse problematiche: risanamento, zona falcata, via del mare e fissare un cronoprogramma. La collaborazione tra Regione e Comune su queste tematiche sarà periodica e a tutto tondo soprattutto per quel che riguarda la mobilità e il sistema trasportistico. Su quest’ultimo versante Nino Bartolotta vuol diventare la “spina nel fianco” di Rfi in nome di quella continuità territoriale nello Stretto che rischia di essere solo una frase vuota. Insieme al collega della Regione Calabria, Fedele, l’assessore Bartolotta ha avviato un percorso a tutela dei territori tra le due sponde, finora spettatori sbigottiti di una progressiva e inesorabile dismissione delle Ferrovie. Su quanto accaduto nei giorni scorsi al traghetto Messina, nuovo di zecca eppure “misteriosamente” incappato in due incidenti (sui quali sono in corso tre tipi di indagini) l’esponente della giunta Crocetta ha già discusso con Rfi, ma l’ottica è molto più ampia, appunto “garantire la continuità territoriale a vantaggio degli utenti e non degli operatori”. Proprio per questo i due assessori, Bartolotta e Fedele, a fine settembre saranno dal ministro Lupi, per reclamare non solo interventi infrastrutturali ma anche una politica che tuteli gli utenti, i passeggeri tra le due sponde, sia che scelgano la nave che la zattera, il treno o l’aliscafo.

“Sto pensando ad una sorta di tratta sociale- spiega Bartolotta- o misure finanziarie volte a supportare non gli operatori ma i viaggiatori. Non sto parlando di interventi che aiutano questo o quell’operatore di mercato nello Stretto, ma di somme che devono andare a vantaggio dei pendolari, dei residenti, dei lavoratori, insomma di quegli utenti che attraversano lo Stretto e che si trovano all’interno di una grande area penalizzata dal punto di vista dei collegamenti”.

Rosaria Brancato