Scuola Albino Luciani, via Vercelli, Fondo Basile e sedi di Castanea e Rodia. Le richieste dai quartieri

Mancanza di personale Ata, condizioni igienico sanitarie carenti, classi formate da alunni di diverse età, bullismo, nessuna collaborazione da parte della dirigente scolastica.

Sono i problemi che hanno portato, ieri, una trentina di genitori di alunni della scuola Albino Luciani, ad una protesta pacifica. Con loro, il consigliere della III circoscrizione, Andrea Aliotta.

Le richieste sono rivolte al Provveditorato agli Studi, perché incrementi di almeno due unità il personale Ata, ed al dirigente scolastico affinché trovi una soluzione alla “razionalizzazione selvaggia” delle classi.
Stesso quartiere, altra zona. La via Vercelli collega la via Reggio Calabria con la via Napoli al rione Ferrovieri. Il consigliere comunale Benedetto Vaccarino, insieme al collega di quartiere Mario Barresi, segnala lo stato di abbandono della via, dove si trovano erbacce altissime, rami a terra, rifiuti, auto abbandonate e un asfalto ormai inesistente.

Dal V quartiere, invece, arriva la richiesta dei consiglieri Giuseppe Giubrone e Antonella Saccà. “Fondo Basile – scrivono – stato dimenticato dall’amministrazione comunale. Manca il servizio di pulizia, i cassonetti sono pochi e fatiscenti. Sul marciapiede di via San Pancrazio, poi, c’è una perdita di liquami fognari maleodoranti. E in zona, proliferano ratti e insetti”.

Dal VI quartiere, infine, la richiesta del consigliere Mario Biancuzzo, per il ritiro della delibera commissariale del 25 ottobre 2012, che ha stabilito la chiusura dei centri servizio di Castanea e Rodia.

Il VI quartiere, secondo Biancuzzo, è troppo vasto, comprendendo zone che vanno da Pace fino a Orto Liuzzo. E il malcontento, nella riviera tirrenica cittadina, ha portato alla costituzione di un comitato per un nuovo Comune, staccato da Messina.

Già nel febbraio 2012, su proposta di Biancuzzo, il VI quartiere aveva approvato all’unanimità, nei centri servizio di Castanea e Rodia, l’istituzione di tre sportelli per il rilascio delle carte d’identità, per le pratiche pensionistiche dell’Inps, le fatture dell’Amam e della Tarsu.

Il consigliere ricorda che le due strutture sono di proprietà del Comune e quindi le uniche spese che comportano sono quelle minime per l’energia elettrica. E la loro chiusura provoca piuttosto un danno. A Rodia, ad esempio, esiste una piccola biblioteca che rischia di essere abbandonata.