Danno erariale per quasi 50 milioni di euro, 3 enti di formazione denunciati alla Corte dei Conti

Le inchieste hanno svelato che gli enti di Formazione Professionale non erano affatto "senza scopo di lucro". Tanto che la Polizia giudiziaria ha sequestrato una Audi A8 acquistata con i soldi destinati ai corsi ed ha scoperto che con gli stessi fondi sono state pagate fatture staccate dalla gioielleria Aliotta.

Ecco perché ora la Guardia di Finanza ha denunciato per danno erariale alla Corte dei Conti i tre enti Aram, Ancol e Lumen, al centro del processo Corsi d'Oro. Circa 47 milioni di euro l'ammontare complessivo del danno ipotizzato.

L'Aram avrebbe percepito indebitamente finanziamenti per 27 milioni 150 mila euro, 3 milioni 100 mila euro la Lumen, che nelle more ha peró incassato, a suo vantaggio, una pronuncia del Tar favorevole, riottenendo l'accreditamento. A dicembre era già stata segnalata l'Ancol per un danno stimato di quasi 16 milioni 600 mila euro.

Il processo è appena iniziato e vede alla sbarra le mogli degli ex sindaci di Messina, Francantonio Genovese (Pd) e Giuseppe Buzzanca (Pdl) e i rispettivi referenti nel business formazione, l'ex consigliere comunale Elio Sauta e l'ex assessore Melino Capone. Alla sbarra altri progettisti, operatori di fiducia, gli stessi enti e le società di servizio.

"Per giungere a questo risultato –spiega il Nucleo Tributario delle Fiamme Gialle di Messina – è stata analizzata la disciplina di settore introdotta dalla Regione Siciliana, la quale prevede che gli enti autorizzati a svolgere attività nel settore della formazione professionale non debbano perseguire fini di lucro.

A seguito degli esiti delle indagini penali, le Fiamme Gialle peloritane hanno accertato che i centri di formazione professionale oggetto delle attività investigative, A.N.Co.L.,A.R.A.M. e L.U.Me.N. ONLUS di Messina, attraverso lo schermo di società – appositamente create e i cui amministratori erano legati ai responsabili degli enti da vincoli di parentela e/o di fiducia – riuscivano a documentare spese relative al noleggio di attrezzature, ai servizi di pulizia dei locali e agli affitti degli immobili in cui venivano svolti i corsi di formazione, a prezzi notevolmente superiori a quelli di mercato, così distraendo a proprio vantaggio i fondi loro destinati dalla Regione.

A causa di tale illecita condotta è venuto meno il requisito della “non lucratività” degli enti e, di conseguenza, la loro legittimazione a vedersi accreditati i fondi destinati alle attività fi formazione.

Alessandra Serio