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Guardia medica, locali non idonei. Il sindaco: “Il presidio deve rimanere a Furci Siculo”

FURCI SICULO. “Non permetterò che il mio paese rimanga senza guardia medica. Si attendono delle risposte dai privati per i nuovi locali e per quanto mi riguarda, in qualità di sindaco, sono in contatto quotidiano con l’Asp. Non escludo di mettere a disposizione degli immobili comunali se il caso dovesse richiederlo”. Il primo cittadino Matteo Francilia boccia sul nascere l’ipotesi di un eventuale trasferimento del presidio di continuità assistenziale in un paese vicino.

Nello specifico parliamo di S. Teresa di Riva, comune al momento privo di Guardia medica e dove presto nell’ex Pretura (zona nord, a poche centinaia di metri da Furci Siculo, i due centri sono divisi dal torrente Savoca) sorgerà un Polo socio-sanitario. S. Teresa e Furci fanno parte di due distretti sanitari diversi, ma questo non sarebbe un problema. “La Guardia medica – taglia corto Francilia – è di vitale importanza per i residenti di Furci e non solo. Nel corso dell’estate, con l’avvento dei turisti, la popolazione triplica. Non possiamo permetterci di rimanere senza”. Il problema è sorto lo scorso settembre in quanto gli attuali locali che ospitano il presidio di continuità assistenziale, in via Milano, non sono ritenuti più idonei, come emerso da una serie di sopralluoghi.

L’Azienda sanitaria provinciale ha chiesto al Comune se avesse a disposizione degli immobili da concedere in comodato d’uso. La risposta è stata negativa. Da qui la manifestazione di interesse, sottoscritta anche dal direttore amministrativo Catena Di Blasi e dal direttore sanitario Domenico Sindoni, per reperire un immobile idoneo in paese e allestire nuovi locali per la Continuità assistenziale. Gli immobili devono avere dei precisi requisiti, a partire dalla superficie che deve essere compresa tra i 100 e i 200 metri quadrati. E non solo. L’accesso deve essere diretto da una via pubblica e l’edificio non deve essere, preferibilmente, condominiale. Inoltre il sito deve essere di facile accesso e servito da trasporto pubblico; non deve avere barriere architettoniche e deve poter essere suddiviso secondo le esigenze di una guardia medica con sala d’aspetto, locali di riposo, per attività diagnostiche e terapeutiche e con servizi igienici anche per disabili. La risposta dei privati deve giungere entro il 28 febbraio prossimo. Se non arriverà, potrebbe essere determinante una eventuale proposta di locali da parte del Comune.