Economia

Guerra in Confcommercio Messina, si dimettono gli 8 consiglieri anti-Picciotto

Il presidente Carmelo Picciotto non si è dimesso come richiesto, e allora sono stati loro a rimettere il mandato. La fronda nell’associazione di categoria messinese sembra non trovare sponda, e agli 8 consiglieri “aventiniani” che da mesi chiedono alla guida di Confcommercio un cambio di rotta non è rimasto altro che dimettersi. Sarà ora la Confederazione nazionale a dover decidere se accettare le dimissioni di Corrado Andrè Giuseppe Barbera Campagna, Francesco Crescenti, Pasquale Currò, Salvatore Sciliberto, Paolo Tomasello, Domenico Venuto e Luigi Vezzosi, o al contrario respingerle, e portare sul tavolo nazionale la questione che da mesi si trascina a Messina.

I consiglieri lamentano una “gestione opaca” di “Picciotto e i suoi picciottiani” e confermano le accuse già mosse: “La mancata presentazione dei rendiconti consuntivi e preventivi da oltre 3 anni, la mancata ricostituzione degli organi di maggiore garanzia per gli associati, il Collegio dei Sindaci Revisori e il Collegio dei Probiviri, la presenza del direttore di Enna che ha assunto le funzioni di quello di Messina senza un regolare Consiglio all’uopo convocato (condizione necessaria, a norma di statuto, per la nomina del direttore), la ormai accertata impossibilità del Consiglio Generale a svolgere i compiti e le funzioni attribuite dallo statuto hanno irrimediabilmente compromesso il normale funzionamento dell’associazione. “

Ancora, i consiglieri raccontano di “recenti segnalazioni da parte di utenti e soci che, nel rivolgersi all’associazione, hanno riscontrato anomalie organizzative nell’attuale gestione amministrativa e contabile di quelle esigue attività che ancora la struttura di Messina continua a svolgere ma in modo del tutto eterodiretto”.

“Non vogliamo più proseguire a domandarci e domandare perché Confcommercio Messina sia stata consegnata ad Enna, perché Picciotto abbia deciso di agevolare la fusione dell’associazione di Messina alla sua omonima di una piccola provincia dell’entroterra siciliano, perché il Presidente di Messina insieme a quello di Enna ambiscano alla fusione delle Camere di commercio delle due città e agiscano affinché questo accada. A questo punto vogliamo dare a Confcommercio Messina l’opportunità di riprendere un nuovo corso e di riprenderlo con e per i messinesi, senza alcun altro scopo se non quello di far crescere il nostro territorio e le nostre imprese”, scrivono i dimissionari. Il commissariamento, infatti, a questo punto sembra dietro l’angolo.