Grioli: “Le primarie non sono in discussione, no ai giochi di Palazzo”

“Se qualcuno ancora pensa che le primarie siano il giochino dei ragazzi si sbaglia di grosso. I ragazzi si sono stancati, non ci piegheremo alle logiche delle vecchie segreterie politiche, non accettiamo equilibrismi e giochi di palazzo. Ma soprattutto per noi le primarie non sono in discussione”. Non ha dubbi Giuseppe Grioli, uno dei quattro candidati del Pd, che risponde alle dichiarazioni del Presidente Crocetta sulla discutibile validità delle primarie così come sono state pensate. “La coalizione di centrosinistra ha firmato un accordo, abbiamo accettato spostamenti di date per dare spazio e possibilità alla società civile, oggi ci si deve confrontare solo su idee e progetti”. Grioli è un fiume in piena, non teme di andare al voto e crede ancora che nessuno può permettersi di tirare il Presidente Crocetta dalla giacca per farlo uscire dalle primarie che sono un percorso di democrazia e partecipazione. “Credo che neanche Giusy Furnari sarà felice di essere la candidata calata dall’alto, le primarie sono garanzia per tutti, noi non abbiamo paura del confronto e a questo punto mi chiedo perché si pensa a bypassare le primarie se la candidatura della Furnari è così forte e sbaragliante. Se perderemo staremo accanto a chi uscirà vincitore, ma solo se si resterà uniti”. La bomba che potrebbe scombinare gli assetti del centrosinistra non frena la corsa di Grioli che vuole continuare a pensare solo a idee e programmi, unica vera base su cui i candidati dovrebbero confrontarsi.

Oggi alle 18 al Centro Multiculturale Officina delle Idee, in via della Croce Rossa, Grioli presenta il suo progetto per Messina che guarda allo sviluppo culturale della città. E non è una follia pensare alla cultura mentre la città affonda, dice l’ex segretario cittadino del Pd. Cultura è lavoro e il lavoro produce ricchezza. Il progetto è vasto, è stato pensato e progettato ascoltando chi lavora nel settore e mira a coinvolgere chiunque si occupi di cultura. Tra i tanti punti si prova a rilanciare i “non luoghi” di Messina come la Real Cittadella, il Gran Camposanto, la Lanterna del Montorsoli, l’ex Sanderson. Nella convinzione che la cultura non è per pochi eletti ma deve tornare ad essere modello di sviluppo economico. Grioli si chiede perché Messina, tredicesima città italiana per numero di abitanti e una delle città più antiche d’Europa, non abbia mai attuato una politica culturale degna di una città metropolitana. Messina può ambire a diventare una “città della cultura” nella quale la produzione di beni culturali possa costituire il motore dell’economia locale. Subito si dovrebbe creare un nuovo Dipartimento Cultura a cui attribuire un ruolo strategico per la programmazione di progetti pilota innovativi per una nuova politica culturale. C’è bisogno di creare un sistema integrato dei servizi culturali, valorizzare le risorse umane impegnate e non disperdere un capitale immenso che la città ha e che non è mai stato sfruttato.

Grioli vuole partire da qui. Nella sua ipotetica giunta di governo non ha nomi ma identikit di chi potrebbe lavorare per una Messina in cui si deve prima di tutto infrangere il muro dell’abbandono e del disincanto. Serviranno figure di altissimo profilo nei settori caldi, dunque bilancio e società partecipate. Ma solo chi per anni ha lavorato sul campo e conosce bene la realtà della città può parlare concretamente di programmi. I suoi programmi, Giuseppe Grioli, li sta mettendo nero su bianco e li farà giudicare ai cittadini. (Francesca Stornante)