Franza: “Caro Renato se vieti ai tir il cavalcavia licenzieremo 100 lavoratori”

“Caro sindaco, probabilmente sei stato troppo emotivo quando hai annunciato di voler vietare il cavalcavia ai mezzi pesanti. In ogni caso sappi che, se dobbiamo annullare la corsa diurna della Cartour saremo costretti a licenziare 100 lavoratori, più altri 50 dell’indotto”.

Suona così, in sintesi, la replica del gruppo Caronte Tourist alle dichiarazioni di Accorinti a conclusione della burrascosa riunione di venerdì scorso sulle nuove tabelle orarie della Cartour che in periodo estivo comporteranno un fiume di tir in pieno centro ed in pieno giorno.

La società si è presa un paio di giorni per riflettere, poi, mentre l’Italia usciva di scena dai mondiali, ha spedito un siluro dritto al cuore della giunta. E’ chiaro infatti che sostenere che l’ordinanza di divieto del cavalcavia comporterà il licenziamento di 150 persone, equivale a dire “te la senti di assumerti questa responsabilità?”

La lunga lettera, firmata dall’amministratore delegato Vincenzo Franza si conclude anche con una serie di contro-proposte a breve e medio termine,in attesa del completamento dell’approdo di Tremestieri.

Caro sindaco- esordisce quindi il comunicato stampa- Sono più che convinto che, una volta superata l’emotività di un momento forse oltremodo caricato di significati simbolici, converrai serenamente che la contesa non è tra “il mercato e la vita dei cittadini”, bensì tra posizioni e interessi del tutto legittimi che potrebbero essere composti e che tuttavia potrebbero anche mostrarsi inconciliabili”.

Secondo i Franza quindi il sindaco si sarebbe fatto prendere “dall’emotività” dicendo cose che forse, dopo un’accurata riflessione, non avrebbe mai detto.

“L’argomento va sottratto dalle comprensibili contaminazioni del fervore ideologico e consegnato a un clima di sobrietà del quale si avverte fortemente il bisogno. Per questo abbiamo deciso unilateralmente di abbassare i toni e di produrre unicamente descrizioni tecnico/scientifico/giuridiche di una posizione che potrà comunque anche trovare altre sedi di esposizione formale e di tutela consequenziale”.

La società dunque, nell’annunciare di voler abbassare i toni prosegue facendo trapelare la possibilità di licenziamenti (in barba ai toni sobri…) e specifica anche che saranno possibili altre sedi di tutela, non escludendo quindi ricorsi alle vie legali.

Nella nota viene ripercorsa la storia della Cartour, sin dal 2001, quando sulla linea Messina-Salerno si operava con navi in grado di trasportare fino a 1000 passeggeri e circa 120 mezzi commerciali. L’orario tradizionale di partenza della nave da Messina era alle 01,30, con arrivo a Salerno dopo otto ore. La nave ripartiva da Salerno alle 13:30 e arrivava a Messina alle 21,30. Il ciclo ricominciava alle 01,30.

“Dal giugno 2006- si legge- è entrata in linea una seconda nave, che d’inverno “doppia” sostanzialmente le partenze di Cartour (una nave parte alle 23,45 e l’altra alle 02,00). Nei mesi estivi, invece, una delle navi si sfasa di mezza giornata e quindi arriva a Messina alle 11,00 per ripartire alle 15,00, arriva a Salerno alle 23,00 e alle 02,00 parte di nuovo per Messina”.

In estate quindi i mezzi pesanti, sia diretti all’imbarco al Molo Norimberga che appena sbarcati arrivano in centro in pieno giorno, dal 2006. Secondo il gruppo questi orari sono stati individuati tenendo conto delle esigenze sia delle auto che dei mezzi commerciali. In estate cioè, secondo questa tesi, sono i turisti a “dettare” l’esigenza degli orari diurni. Stando ai dati della società la linea trasporterebbe in media una quarantina di mezzi per ogni singola corsa. Diversa l’opinione dell’Orsa che basandosi sui numeri dell’Autorità portuale ne indica almeno 70, ricordando che dal 2006 al 2013 l’aumento dei tir registrato è di 24 mila.

“Senza alcun intento polemico- prosegue Franza- mi permetto di evidenziare come lo scorso anno – il primo della tua sindacatura – l’orario estivo fu praticato senza particolari problemi, né viari né di altra natura. Mii preme inoltre chiarire che, la seconda nave sulla Messina/Salerno nasce e può sopravvivere esclusivamente in quanto strutturalmente organizzata per operare di giorno nei mesi estivi”.

E qui i Franza sferrano il colpo decisivo spiegando che grazie alla seconda linea (nata per le auto ma divenuta appetibile per i mezzi pesanti), vengono riequilibrate le perdite economiche invernali. Stando a questa lettera quindi la Cartour, d’inverno sarebbe persino in perdita e solo grazie alle due corse estive diurne riuscirebbe a recuperare.

“Ciò significa- si legge infatti- che se la linea dovesse operare nel periodo estivo senza i mezzi pesanti (gli incassi, che sono diversi milioni di euro nei mesi estivi e rappresentano il contributo necessario a raggiungere appena il pareggio economico della linea), i contraccolpi riguarderebbero l’intera attività della società. Ove si dovesse praticare anche in estate l’orario invernale, la linea non sarebbe attrattiva per gli automobilisti e senza le automobili del periodo estivo non si raggiungerebbe l’equilibrio economico. Comprenderai quindi che, se non si potrà coniugare il trasporto dei mezzi pesanti con quello dei passeggeri estivi, temiamo che non possano esserci altre soluzioni che non la soppressione della seconda nave Cartour che comporterebbe tra l’altro la scomparsa di quasi 100 posti di lavoro diretti e almeno 50 del relativo indotto”.

La società dice quindi al sindaco: scegli, o il divieto e quindi la tutela dei cittadini, o il licenziamento di oltre 100 persone, che sono cittadini anche loro.

Ma il gruppo avanza anche alcune proposte:

1)anticipo orario di arrivo e slittamento di quello di partenza con conseguente ampliamento della finestra di permanenza della nave al molo Norimberga e diluizione governata dei tempi di scarico e carico dei mezzi commerciali;

2)disponibilità di risorse umane dedicate al supporto delle funzioni ausiliarie del traffico per governo flussi tra Molo Norimberga/cavalcavia/semaforo tra via la Farina e Via T. Cannizzaro (ovvero, metterebbe personale a disposizione per “controllare” il flusso dei tir, una sorta di riedizione di quanto avviene a Tremestieri per il controllo delle deroghe)

3) Incremento mirato dell’offerta di traghettamento da e per Tremestieri negli orari interessati dai flussi dei veicoli commerciali provenienti e diretti al cabotaggio (ovvero, improvvisamente diminuirebbe il numero delle deroghe concesse a Tremestieri per la Rada e questo indipendentemente dalle condizioni meteo, a dimostrazione che forse qualcosa nell’attuale sistema è da rivedere…)

“Dopo l’estate sarà peraltro possibile valutare con laica serenità l’effettivo impatto della linea diurna sulla viabilità e vivibilità cittadina, anche alla luce dei miglioramenti su proposti e della riapertura al 100% dell’approdo di Tremestieri.

Ribadiamo che la consistenza, obiettivamente limitata, del fenomeno rende possibile pervenire a una soluzione condivisa. Del resto, stiamo discutendo di una quarantina di mezzi commerciali per corsa che sono un numero addirittura inferiore ai mezzi che circolano quotidianamente e senza creare particolari problemi nel centro di Messina per il disbrigo delle usuali necessità urbane ( come dimostrato dai circa 500 pass che il che il Comune rilasciò in occasione delle prime ordinanze relative agli imbarchi”.

La parola passa adesso al sindaco Accorinti, che aveva annunciato “il pugno duro” e che adesso si troverà a decidere se tirare dritto, nonostante il “ricatto” occupazionale posto sull’altro piatto della bilancia (qualcosa di analogo avvenne nell’autunno 2012 durante il periodo delle elezioni regionali), oppure fare marcia indietro e però, come da lui stesso dichiarato “tradire i miei principi”. In questo secondo caso finirebbe con il deludere quanti su queste tematiche lo hanno sostenuto.

Rosaria Brancato