Solo briciole per l’Atm e quella coperta troppo corta da 18 milioni di euro

Equità e rispetto delle priorità. Le invocano a gran voce Michele Barresi, Silvio Lasagni, Francesco Alizzi e Francesco Urdì, responsabili di Or.Sa, Uil, Ugl e Cub, le invocano a nome di quei lavoratori Atm che da due settimane presidiano giorno e notte la sala commissioni di Palazzo Zanca in attesa di risposte che non arrivano. Da tre mesi aspettano gli stipendi, aspettano di poter tornare a casa con una buona notizia, aspettano di avere qualche soldo per saldare i debiti che hanno accumulato in questi mesi senza salario. I loro stipendi, come quelli di Messinambiente, dei lavoratori delle cooperative sociali e dei dipendenti comunali, dipendono dai 18 milioni di euro del governo nazionale che non sono ancora arrivati nelle casse comunali e che già si sa saranno troppo pochi. “Una coperta troppo corta per soddisfare le emergenze cittadine” li hanno definiti i sindacalisti che si aspettano quantomeno che questi soldi vengano ripartiti secondo priorità e che invece si trovano a dover fare i conti con l’immensa confusione di cifre snocciolate durante i numerosi vertici comunali indetti in questi giorni per fare il punto della situazione.

“Lodiamo il lavoro e gli sforzi del Commissario Croce, tuttavia le notizie trapelate in questi giorni non possono certo tranquillizzarci. Se venisse confermata infatti l’intenzione di “soddisfare” con il tesoretto dei 18 milioni di euro una mensilità ugualmente ripartita per tutte le categorie di dipendenti comunali e delle partecipate verrebbe a mancare ogni iniziale tentativo di porre in essere una distribuzione equa e proporzionata alle sofferenze delle varie categorie di lavoratori. Delle risorse destinate per l’Atm una fetta sostanziosa verrebbe stornata al pagamento di almeno un acconto degli oltre 2 milioni di euro di contributi arretrati all’Inps e pertanto si liquiderebbe solamente il 23% di luglio e il solo stipendio di agosto fatto che rappresenterebbe per un dipendente Atm un pannicello caldo insufficiente a colmare solo i debiti familiari maturati”, scrivono i sindacalisti.

A conti fatti per alcune qualifiche significherebbe incassare, dopo mesi, la miseria di 800 euro intorno alla fine di novembre. Ricordando che si tratta di persone che non vedono un centesimo da luglio. Ciò che ha inevitabilmente accentuato il clima di tensione e rabbia è stata la notizia di lauti premi di produzione per dirigenti del Comune percepiti anche nell’anno in corso e cioè in piena crisi economica.

I rappresentanti di Orsa, Uil, Ugl e Cub continuano però a riporre massima fiducia nel commissario Croce. “Confidiamo nell’operato del Commissario che già ha dato dimostrazione nei suoi primi interventi di voler mettere mano agli sprechi e alle spese delle partecipate, ma chiediamo con forza che si provveda ad una reale ed equa ripartizione delle risorse disponibili prevedendo, anche a costo di fare scelte difficili e impopolari, il pagamento per intero di almeno due mensilità ai dipendenti Atm per porre tutti i lavoratori nelle medesime condizioni”.

Il rischio è che davvero si scateni una guerra tra poveri. Una guerra in cui a scontrarsi tra loro sono poveri lavoratori che non prendono soldi da giugno, da luglio, da settembre. (Francesca Stornante)