Chiesa

I fedeli di Giampilieri all’arcivescovo: “Sostituisca padre Olivieri, non è adatto”

Eccellenza, la comunità di Giampilieri, di concerto con le altre comunità facenti parte la vallata del Piliero, vuole esprimere con la presente le proprie perplessità in merito all’operato ed alle condizioni di salute del parroco Don Carlo Olivieri.

Un impegno gravoso

In questi mesi di conoscenza si è potuto appurare come il suddetto non sia in grado di sostenere l’impegno gravoso che comporta la gestione di tre comunità, sia sotto il profilo fisico, che economico che quello più prettamente ecclesiastico. Tre comunità nelle quali la presenza della parrocchia non assolve ad una funzione unicamente religiosa ma rappresenta un baluardo istituzionale, un luogo di aggregazione e interazione tra le comunità stesse.

Scenette e non progettualità

La riprova di quanto affermiamo è data dalla partecipazione sempre più esigua alle funzioni religiose, dovuta alle modalità di conduzione delle celebrazioni eucaristiche, ormai più simili a scenette teatrali, condite spesso da epiteti gergali e dialettali; in aggiunta a quanto espresso, occorre sottolineare come, diversamente da quanto avviato con l’ex parroco, non esiste nessuna progettualità concreta sulle attività giovanili e sulle attività assistenziali per la popolazione, che troppo spesso si sostanziano unicamente in elargizioni incontrollate ed arbitrarie; e non ultima, la disaggregazione ed abbandono allarmante che la comunità religiosa di Giampilieri sta subendo.

Nessun dubbio sulla religiosità

Padre Carlo, persona della cui religiosità non abbiamo alcun dubbio, si è rivelato poco accorto nella gestione delle risorse umane e materiali, confuso nelle interazioni sociali (migliaia di messaggi inviati sui gruppi parrocchiali a cui spesso non seguivano fatti concreti o, peggio, repentini cambi di opinione) e totalmente inadatto a portare avanti progetti a lungo termine, si veda ad esempio come non sono neanche avviati i lavori di rifacimento della piazza della chiesa.

Appello all’arcivescovo

Con la presente vogliamo invitarla ad aprire un dialogo con il parroco, affinché sua eccellenza reverendissima possa accertare come le capacità gestionali di Padre Carlo siano compromesse e potenzialmente controproducenti in un territorio di per sé già fragile e soggetto, ora come in passato, al confronto con realtà umane e spirituali dai risvolti preoccupanti.

Disaffezione dei fedeli

In chiesa, la passata domenica, c’erano forse 20 persone, composte da un gruppetto di fedeli di Rodia, amici di Padre Carlo, e pochi altri; forse per Lei non risulterà interessante osservare un dato del genere, ma per chi vive la quotidianità di una comunità che non è un isolato, ma un borgo con la sua storia, le sue origini e le sue tradizioni è fondamentale, perché metro della disaffezione del momento nei confronti della parrocchia per colpa del parroco.

Parrocchie disertate

La invitiamo inoltre a confrontarsi con i parrocchiani di Altolia e Molino, i quali potranno testimoniare come lo stesso Padre Carlo diserti costantemente le parrocchie ed i propri impegni nei oloro confronti, tralasciando a padre Emilio ogni onere per quelle comunità.

(un gruppo di fedeli)