Servizi sociali, una “curiosità” e qualche dato in vista di un lunedì nero

A separarci dell’inizio della nuova settimana mancano ormai poche ore. Non c’è necessità di far riferimento alle previsioni meteo, per rendersi conto che lunedì il cielo sopra lo Stretto, anzi su Palazzo Zanca, sarà scuro come quello delle ultime settimane. Pronti alla mobilitazione, stavolta netta e senza sconti, saranno i lavoratori dei servizi sociali. Un settore ormai da tempo debilitato, finora tenuto a bada per via della “maggiori” (concetto ovviamente relativo) emeregenze trasporti e rifiuti, ma che non è più giusto nè possibile tenere in secondo piano.

Sembra paradossale, eppure ad aver scatenato le ire di chi in questo mondo ci opera ormai da anni, è stata proprio la notizia dell’arrivo dei soldi per il pagamento di qualche mensilità arretrata. Il perchè sta tutto nell’ “esclusione” di due delle cooperative operanti nel settore: Nuova Presenza e Progetto Vita. Una decisione che i rappresentanti sindacali delle funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil hanno ovviamente considerato irrazionale e discriminatoria e su cui hanno chiesto venga al più presto posto rimedio.

Non solo, o meglio non soltanto, per le legittime pressioni esercitate dai diretti interessati, ma sopratutto, perché coloro che svolgono servizio nelle sopracitate cooperative, sono proprio quei lavoratori per i quali la mancanza di stipendio, oltre che essere diventata una questione vitale, è diventata una questione legale: parliamo, cioè, dei dipendenti dell’ex-Futura, in gran parte “riassorbiti” nell’ambito di Nuova Presenza e Progetto Vita, dopo l’avvio del processo di liquidazione coatta amministrativa della cooperativa stessa. Per quest’ultimi, ironia della sorte, nuova “casa” ma solita vita. Anche per questo i sindacati hanno dunque sollecitato il dirigente Salvatore De Francesco ad affrontare e risolvere la questione entro lunedì.

A questo punto, però, facciamo un passo indietro. Se, infatti, come detto, la condizione dei lavoratori, di tutte le cooperative, rimane pressocchè immutata nelle difficoltà, altrettanto sconfortante risulta essere il dato relativo alla gestione del settore servizi sociali. Non meno di un anno fa, la Cgil pubblicava un report in cui, numeri alla mano, si faceva un attento screening su quanto offerto dal Comune, o meglio su quanto il Comune dovrebbe offrire all’utenza. Ebbene, Messina risultava e risulta essere, la città siciliana dove si spende meno per i servizi sociali. I dati vennero resi noti a poche settimane dalla pubblicazione dei nuovi bandi, situazione analoga a quella attuale, vista la prossima scadenza di dicembre. Queste i confronti snocciolati circa un anno fa. In riva allo Stretto, l’amministrazione destina al settore appena 92 euro a cittadino, a Siracusa se ne spendono 205, a Catania 175, a Palermo, penultima città in Sicilia, più di 101. Ancora più pesante il confronto su scala nazionale con le città con un numero di abitanti analogo a quello di Messina: a Trieste (205 mila abitanti) la spesa pro capite arriva addirittura a 403 euro, a Modena (181 mila) a 395, a Verona (265 mila) a 202. Discorso più o meno uguale per Brescia, Padova e Prato. Si spende meno solo a Taranto, 82 euro a persona, ma il comune pugliese è commissariato dopo il dissesto finanziario dichiarato alcuni anni fa.

Ma oltre al quanto, è interessante evidenziare come, tutt’ora, si spendono le somme destinate ai servizi sociali anche in relazione agli utenti e agli operatori.
Questi le “voci” più importanti.
Assistenza domiciliare anziani: 1000 utenti; 130 operatori, 3,1 milioni;
Assistenza domiciliare portatori di handicap: 165 utenti, 57 operatori, 1,4 milioni;
Ccentri di aggregazione giovanile, (Cag): 400–500 utenti, 72 operatori, 807 mila euro;
Trasporto centri occupazionali riabilitativi: 145 utenti, 21 operatori, 823 mila euro;
Assistenza nelle scuole, 220 utenti, 107 operatori, 267 mila euro;
Casa Serena, 220 utenti, 104 operatori, 3,1 milioni;
Comunità alloggio disabili psichici, 50 ospiti, 1,2 milioni;
Ricovero minori, 70–80 utenti, 1,3 milioni;

Alla luce di tali cifre, e in vista, come detto, dei successivi bandi da predisporre, su cui però al momento, vista la mancata approvazione del previsionale, non c’è alcun orizzonte di spesa, la segretaria della Fp Cgil Clara Crocè, torna ad evidenziare la necessità di emanare “seri bandi di gara, basati sulle reali esigenze dei cittadini e non su quelle della politica, che prevedano la selezione di soggetti seri, un adeguato finanziamento del settore, meccanismi di trasparenza e verifica della qualità dei servizi, garanzia dei diritti dei lavoratori.