Cronaca

Il divorzio choc di V.: tutti i soldi a lei, lui dovrà “vivere” con 200 euro al mese

E poi c’è chi la Festa del papà la vive con lo sgomento di un provvedimento choc del giudice, il primo passo di una nuova vita da separato che si preannuncia tutto tranne che equa.

La storia di V. inizia come sempre con l’amore. Un fidanzamento che si corona con il matrimonio, ma dopo pochi anni quell’amore viene avvelenato dalla gelosia e finisce con l’avvio delle pratiche per il divorzio tramite quella che viene definita “consensuale”.

Dall’amore è nata una bambina ed a lei V. non vuol rinunciare anche a costo d’ingoiare rospi che dimostrano come la giustizia troppo spesso frettolosa ha smesso di guardare i casi singoli. Il primo provvedimento nei suoi confronti appare punitivo.

V. è un impiegato con uno stipendio medio ed incassa anche una pensione che ha consentito al nucleo familiare di vivere serenamente, di pagare un sostanzioso mutuo mensile e non avere particolari problemi economici.

La separazione però ribalta tutto, compreso il principio di “mantenimento del precedente tenore di vita” che evidentemente nello spirito del provvedimento preso dal giudice riguarda solo l’ex moglie.

Stando al provvedimento V. deve pagare: 1.400 euro mensili (più del suo stipendio) per mantenere l’ex moglie che non lavora e la bambina, più il 70% delle spese straordinarie e non previste, più 800 euro di mutuo per l’abitazione che resta all’ex moglie. Se non consideriamo le spese straordinarie (che con i bambini in tenera età ci sono sempre), ogni mese, stando al giudice, V. dovrebbe versare 2.200 euro.

Se poi ha persino l’ardire di voler sopravvivere, deve spendere i soldi per l’affitto della casa nella quale deve andare a vivere quindi almeno 500 euro per una locazione.

Ogni mese, se è fortunato, avrà per le spese di sopravvivenza, sottratto l’affitto di una nuova casa, tra i 200 ed i 300 euro.

Il mantenimento del precedente tenore di vita è una frase, nata per aiutare le donne nei casi di divorzi ma che si è trasformata in un capestro per chi, come V. non è un libero professionista, non è un imprenditore, non è un evasore delle tasse, è semplicemente un uomo che vorrebbe, così come la sua ex, leccarsi le ferite di un matrimonio fallito e rifarsi in futuro una vita.

L’ex peraltro, ha un’età tale ed una competenza da poter cercare un lavoro, ma con un assegno mensile di 1.400 euro, a Messina, con il mutuo per la casa pagata dall’ex marito così come le spese per la bimba, farà davvero di tutto per trovare un’occupazione?

Il primo provvedimento della separazione di V. è quindi un vero e proprio choc. Dovrà tornare a casa dai suoi con ogni probabilità e nel suo futuro vede un tunnel nero lungo almeno 18 anni. Per eventuali modifiche dovrà attendere a fine 2019 e se per caso non paga come indicato scatteranno ulteriori provvedimenti punitivi (con accertamenti che riguarderanno lui e mai l’altra parte della coppia finita).

Non sappiamo chi dei due riuscirà a rifarsi davvero una vita e in che modo, se alla luce del sole o di nascosto. Non sappiamo ancora quanti veleni e quanti sassi spunteranno nel cammino di una coppia che ha semplicemente smesso di amarsi, fatto questo che in un Paese civile non dovrebbe trasformarsi nell’automatica distruzione della vita di una delle due parti.

Oggi è la Festa del papà e speriamo che per V. sia anche il giorno previsto per l’incontro con la figlioletta, magari le classiche due ore, giusto il tempo di un abbraccio, pagato al caro prezzo di non ribellarsi alle decisioni della giustizia perché se no rischia contraccolpi.

Oggi è la Festa del papà per V., la prima in una condizione da “ex” nel sistema giustizia del “copia e incolla”.

Da oggi V. sa che per il solo fatto di essere “ex marito”, dovrà pagare conseguenze amare e conquistarsi ogni piccolo passo per dimostrare che invece, nonostante il sistema italiano, si è genitori per sempre.

Rosaria Brancato