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Il ministro Messa: gli Atenei del Sud facciano sinergia per sfruttare al top i fondi Pnrr

REGGIO CALABRIA – Ieri sera la visita del ministro Maria Cristina Messa a Reggio Calabria, ospite dell’Università “Mediterranea” e del rettore Santo Marcello Zimbone presso la Residenza universitaria di via Roma.

Pnrr, scadenze imminenti

Il ministro Maria Cristina Messa
e il rettore Marcello Zimbone

Nel suo intervento durante la conferenza stampa di ieri, con a fianco i rettori delle Università di Reggio (Zimbone), Messina (Salvatore Cuzzocrea) e Macerata (il reggino Francesco Adornato), il ministro Messa ha fatto il punto sull’incombente utilizzo dei fondi per il Pnrr, l’agognato Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Davanti a lei, peraltro, una platea dalla densità forse irripetibile di rettori di un po’ tutti gli Atenei del Mezzogiorno; tra i presenti anche l’ex vicedirettore scientifico dell’Istituto nazionale Tumori di Milano Lillo Spinelli.

Porte sbarrate alle “incompiute”

«Non sono scelte operate per pochi mesi – ha osservato –, ma per uno spazio di tempo che in Finanziaria va fino al 2024, ma in realtà anche fino al 2026. Abbiamo un quinquennio davanti per potere spendere i fondi del Pnrr, e già siamo praticamente certi che parte dovremo restituirla… Questo significa che dobbiamo cercare di combinare un fondo una tantum sostanzioso e importante con un fondo strutturale onde evitare, fra cinque anni, d’aver lanciato alcune iniziative senza poi più averne la sostenibilità economico-finanziaria».

Programmazione, sinergie, ostacoli

L’audiointervista rilasciataci dal ministro a Università e Ricerca Maria Cristina Messa

Due i mantra, per la componente del governo Draghi: sinergia tra i vari soggetti identificabili come interlocutori progettuali validi, in particolare a Sud e specialmente tra gli Atenei del Mezzogiorno.

E poi tempestiva ed efficiente programmazione. Anche perché al Sud spetterà il 40% delle risorse, che però «nel nostro caso le procedure di distribuzione di queste risorse saranno sempre gestite tramite bandi – fa presente il ministro Messa –, dunque con valutazione della qualità progettuale e della sostenibilità a lungo termine operata da terzi».

Nulla d’automatico, insomma; e soprattutto, niente di scontato.
Anzi.

Caccia a 6 miliardi: 60 i progetti

Il reggino Francesco Adornato
rettore dell’Università di Macerata

«C’è una “scaletta” di bandi che parte ora e arriva fino al dicembre 2022 e “vale” circa 10 miliardi di euro tra fondi nazionali ed europei. Quanto ai fondi europei, che sono più urgenti, si tratta di 6 miliardi di euro che verranno messi a bando per la gran parte nel dicembre prossimo e per una piccola parte nel marzo del prossimo anno – ha spiegato l’ex rettore dell’Università di Milano/Bicocca –. Sei miliardi di euro per 60 grandi progetti: ci aspettiamo autentiche filiere di Università, Enti di ricerca, imprese nazionali e interregionali che si candidino per trovare le soluzioni adeguate. Ripeto, verranno valutati da referree internazionali, visto che in Italia sono tutti coinvolti e questo implica forte difficoltà di totale assenza di conflitti d’interessi.

Una prima fase – ha ulteriormente puntualizzato il ministro – per la valutazione degli aspetti scientifici, applicativi, di sostenibilità e di capacità di creare ricchezza, e una seconda fase di vera e propria negoziazione col nostro Ministero e col Mef, il Ministero per l’Economia e la Finanza. Tutto per poter assegnare queste risorse entro l’estate del prossimo anno e poter partire con le attività effettive immediatamente dopo».

Somme enormi, tempi strettissimi

Somme enormi e tempi strettissimi. Specie in Italia – Paese che ha sempre trovato difficoltà sovrumane a spendere fondi nazionali o Ue, e a spenderli in modo razionale – questo binomio non sarà il massimo della vita; ma questo è.

Il ministro aiuterà a “fare rete”

Salvatore Cuzzocrea, rettore dell’Università di Messina

Il messaggio del ministro? «Sono qui per aiutarvi a “fare rete”, a lavorare insieme a potenziare al massimo il sistema italiano. Un sistema che ha luci e ombre…
Quanto alle luci – così Maria Cristina Messa -, i nostri laureati sono capaci, come notiamo costantemente dal frangente che riescono a trovare molta più soddisfazione all’estero che in Italia, e il sistema dell’Università e ricerca regge al punto da riuscire tuttora a stare fra i primi 6 posti al mondo per numero di pubblicazioni scientifiche.

Graduatoria dalla quali scenderemo rapidamente, con Stati Uniti sempre molto forti e Paesi come Cina e India “sul piede di guerra” – ammonisce l’ex primario di Medicina nucleare all’Ospedale “San Gerardo” di Monza -, se non aumenteremo di molto il reclutamento e non daremo forza alla nostra ricerca scientifica. E sappiamo anche che, con quanto produciamo, potremmo dare molto più impatto al Paese, tributandogli quel ruolo da innovatore che di fatto oggi non ha e consentendo ai nostri giovani di creare ricchezza e occupazione, molto più di quanto non facciano oggi».