Cultura

Il poema dello Stretto firmato Dario Tomasello

“Grottesco, lunatico, visionario, il poema di Dario Tomasello è un viaggio in direzione della verità, un’opera raffinata e sorprendente”. Così lo scrittore Emanuele Trevi descrive “Cronicario”, il libro che il docente universitario messinese ha pubblicato per Marsilio. Il suo è un linguaggio denso di ritmo con versi, poetici e musicali, per raccontare un viaggio a Giadida, che significa nuova (El Jadida è novità in arabo). Una città di mare alla quale Tomasello affida suggestioni e lampi di verità. Una città, come quella dello Stretto, che con difficoltà fa i conti con la memoria.

La potenza del linguaggio, gli orrori e la disperazione, gli omaggi alla poetessa Jolanda Insana, alla quale il poema è dedicato, e al mondo letterario di Stefano D’Arrigo trovano forma nei versi di Tomasello. Versi che scavano alla ricerca, in realtà, di una memoria labile ma necessaria.

Spiega lo stesso autore in un’intervista con lo scrittore Massimo Maugeri per Letteratitudine: “L’intreccio inquadra le avventure del protagonista alle prese con una galleria di mostri caricaturali e però inquietanti e con i fantasmi (non necessariamente rassicuranti) del suo passato. Sullo sfondo di queste vicende, di questa comunione (e di questo conflitto) tra vivi e morti, c’è anche l’evidenza dell’episodio delittuoso della scomparsa misteriosa di una bambina, Iman, che fa le spese della violenza efferata, destinata a circolare sempre nell’orizzonte abissale dello Stretto”.

Tragedie e speranze, torme di disperati, urla rimasta in gola, dialoghi con il padre sul senso del vivere, figure amiche in un mondo ostile animano queste pagine inquiete. E ci si interroga su ciò che rimane, su ciò che “non intendiamo scordare”, quando si dice “addio a ogni cosa”.