Cultura

“Immaginazione liquida” di Sabrina Lo Piano. Sogni in forma d’arte. FOTO

Un vero viaggio interiore attraverso il colore. È quello che si vive immergendosi in “Immaginazione liquida” di Sabrina Lo Piano, in mostra al Teatro Vittorio Emanuele dal 26 novembre all’8 dicembre, tutti i giorni, escluso il lunedì, nelle fasce orarie 10.00/12.30 – 16.00/19.00.

La mostra, all’interno del progetto “L’Opera al Centro” curato da Giuseppe La Motta, è stata inaugurata alla presenza del presidente Orazio Miloro e di Milena Romeo che l’ha presentata.

Immaginazione tra pittura e scultura

Quattordici opere pittoriche e tredici opere scultoree, a volte, accompagnate da celebri citazioni che rappresentano emblematicamente il senso del lavoro di Lo Piano. Come “Sogno di dipingere e poi dipingo il mio sogno” di Van Gogh o “Le donne sono una vita su cui gira tutto” di Tolstoy.

La mostra di Lo Paino è, infatti, un percorso continuo tra immaginazione e realtà, un percorso di introspezione tra il sogno e l’ignoto; la sua pittura e la sua scultura hanno un contenuto quasi psicologico, sono una trasfigurazione della realtà in maniera magica e sognante, in cui lo spazio onirico è il protagonista. La sua pittura luminosa, un po’ naïf, surreale e surrealista, racconta sogni, emozioni, sensazioni.

Le figure evocano quelle di Marc Chagall, i paesaggi sono dilatati, distorti, immagini fantasmagoriche; su una continuità di cielo e mare in confronto emergono soggetti sospesi, alberi, case, soli, con una grande protagonista: la donna.

La donna protagonista

Le sue figure femminili sono mitiche: “un po’ Urania un po’ Medusa nelle fattezze, ma mai Cariddi o Scilla” spiega Milena Romeo. Lo Piano racconta la donna nella sua sensibilità e sensualità, nella sua complessità, nei suoi sogni, nei suoi dolori e, anche, nelle sue contraddizioni che affascinano l’artista, tanto da intitolare così due sue opere: “L’armonia degli opposti” e “Libere contraddizioni”.

Le sculture, poi, rappresentano corpi reinterpretati, pose spesso anche erotiche che rivelano sempre, però, un corpo ferito, nel suo dolore e nella sua forza. I corpi dell’artista parlano, raccontano la loro storia, con i loro gesti, la loro postura, liberi e incisivi.

Leggerezza apparente

E se la pittura della Lo Piano è figurativa, fatta di acrilici su tela, con cementoresina e finitura con resina liquida; la sua scultura è ancora più intima. Qui dominano gli ocra, i grigi, i bianchi netti dell’argilla cotta, modellata e rifinita in patina lucida. Solo una scultura è trattata a crudo con cementoresina.

“Con la pittura sogna, con la scultura aggredisce il mondo” precisa ancora Milena Romeo e ammonisce il fruitore: “l’apparente leggerezza delle opere non deve confondere”. La sua arte è forte, passionale e rivela una grande profondità,l’armonia dei soggetti non deve deviare, rivela altro, un travaglio interiore e cerca, al tempo stesso, di rappresentare il mondo come lo vorrebbe la sua creatrice, per cui troveremo diminuite le dimensioni di qualcosa che lei ritiene ingombrante, o reso oscuro un paesaggio solitamente luminoso, come il sole il cui colore è tutto sui toni del blu.

La sua gestualità “performativa”, i suoi colori che parlano, possono, così, rivelare tutta la loro straordinaria e malinconica bellezza in un viaggio unico.