Risanamento urbano: a rischio i fondi regionali per lo sbaraccamento del rione Villa Lina, San Matteo, Santa Chiara

Un fronte irrisolto, che permette di capire, molto più di tante altre “ferite” mai cicatrizzate, quanto poco la politica si interessi di questioni che invece necessiterebbero di priorità assoluta. Come quella di cui, in riva allo Stretto, dovrebbe godere il risanamento cittadino. Il condizionale è d’obbligo visto il tempo, ma soprattutto le risorse, andate in fumo dal 1990, anno in cui venne approvato la legge regionale “speciale” (la numero 10) per gli interventi da effettuare su Messina, ad oggi. Una nota, anzi un capitolo decisamente dolente, su cui, per l’ennesima volta, torna ad interrogare e ad interrogarsi il V quartiere, dove insistono alcune delle zone “x”: Fondo De Pasquale, Giostra e Villa Lina. La denuncia lanciata dai consiglieri di circoscrizione, riguarda il rischio di perdere gli ultimi fondi destinati al risanamento delle aree in questione. Un timore tutt’altro che strumentale o, come si suol dire, “campato in aria”. Lo dimostra, proprio all’interno degli stessi confini territoriali, il caso del Piano di Zona Ritiro-Tremonti. (complesso Casa Nostra): il mancato utilizzo delle risorse destinate dalla Regione per la “bonifica edilizia”, ha determinato il trasferimento delle somme in questione nei capitoli dell’economia di spesa del bilancio regionale, così come previsto dalle norme di contabilità pubblica.

Un copione che, come detto, potrebbe conoscere il bis. Chiara, in tal senso, la ricostruzione effettuata dal quartiere. I fondi destinati alla realizzazione di 60 nuovi alloggi a Giostra, che consentirebbero di completare lo sbaraccamento del popoloso rione Villa Lina – San Matteo – Santa Chiara, sono da tempo a disposizione. Non si tratta di risorse teoriche, bensì di liquidità concreta, discendente dalle ultime tranche di finanziamento che sono state destinate – ex legge 10/1990 – alla città di Messina. Con questi fondi, infatti, nel corso degli scorsi mesi sono stati avviati i lavori del parco “Magnolia”, destinato a diventare il parco urbano più importante della zona nord di Messina. Eppure, nonostante la disponibilità delle risorse, «gli organi competenti sulla materia del risanamento – si legge nel documento della circoscrizione – hanno continuamente perduto tempo, rimbalzandosi inqualificabilmente le responsabilità: lo IACP, afasico da mesi, non riesce a far sgomberare una semplice bottega – un fornaio che ha già dato ampia disponibilità per il proprio trasloco! – che consentirebbe di liberare la vasta area di Fondo De Pasquale, atto propedeutico, questo della liberazione del terreno, all’avvio dell’iter di gara presso l’UREGA che consentirebbe di impegnare le risorse per la costruzione dei 60 nuovi alloggi a Fondo De Pasquale».

Un inutile batti e ribatti di competenze, inutile in primis per la città e per i cittadini, che ha contributo ad alimentare un pantano burocratico – amministrativo senza uscita. Il consiglio della V circoscrizione si interroga sul perché, nonostante la disponibilità di fondi e la possibilità di partire a breve con la realizzazione di nuovi alloggi, nessuno degli organi interessati, ma soprattutto la politica cittadina, sia finora intervenuta. Ed è proprio a questo punto che si innesca il perverso gioco del clientelismo, duramente condannato dal quartiere: «a ridosso del lungo ciclo elettorale – si legge nella nota – deve essere chiaro che non si possono e non si devono più barattare promesse di abitazioni e sistemazioni contro voti e consensi elettorali; deve essere chiaro che le periferie di questa città versano in condizioni di inciviltà per gli abusi che una pessima politica – anche recente – ha consentito, ottenendone in cambio vergognosi consensi. Lo strano silenzio che la politica locale e lo IACP hanno fatto calare sulla vicenda di Fondo De Pasquale non ci fa stare sereni: auspichiamo che le Forze dell’Ordine vigilino e le Istituzioni preposte interrompano proposte oscene che possano giocarsi sui bisogni degli individui». Il quartiere invoca, dunque, un concreto intervento della politica regionale, a patto che esso non si riveli un ennesimo nulla di fatto, ma soprattutto non si riduca ad essere l’ennesimo spot elettorale…e clientelare. (EDP)