Crisi finanziaria, Signorino e Cama sempre più nel mirino. E nessuna banca vuole fare da tesoriere del Comune

Cosa può concretamente succedere in un ente quando manca il bilancio lo si sta vedendo in questi giorni con i casi mensa e riscaldamenti, che hanno causato tanti disagi in molte famiglie messinesi quanto scalpore nell’opinione pubblica.

La mancata adozione del previsionale 2015 entro il 31 dicembre sta condizionando pesantemente la vita amministrativa di Palazzo Zanca , che opera in gestione provvisoria e – in ossequio all’art.163 del Tuel – può assumere solo impegni di spesa obbligatori per legge o necessari per evitare danno erariale all’ente.

La delicata e precaria situazione finanziaria del Comune di Messina, che sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia, ha inevitabilmente innescato la caccia al responsabile. Tra i consiglieri comunali si fa sempre più strada la convinzione che i principali artefici dell’attuale crisi siano il ragioniere generale Antonino Cama e l’assessore al bilancio nonché vice-sindaco Guido Signorino .

E’ tornato a chiedere la loro testa il capogruppo di “Felice per Messina” Peppuccio Santalco. Rivolgendosi all’assessore Patrizia Panarello ospite nella commissione presieduta dal consigliere Carlo Cantali ha dichiarato: «E’ ormai evidente che il ragioniere Cama non riesce a gestire l’intero settore finanziario». Quanto all’operato di Signorino, finito anche nel mirino dei colleghi di giunta, dove- secondo voci insistenti – si registrano numerosi mal di pancia , il consigliere di Forza Italia ha commentato: «Mi auguro che in giunta vi facciate un esame di coscienza per analizzare quello che sta succedendo. Non è mai accaduto che un Comune si trovasse ad operare senza un bilancio. Avevo già detto che Signorino e Cama dovrebbero fare un passo indietro e lo confermo»

Alle richieste di dimissioni stavolta si è accodato anche il capogruppo di Forza Italia, Pippo Trischitta: «Signorino e Cama sono i responsabili del bilancio, non possiamo non prenderne atto e negare l’evidenza, forse dovrebbero dimettersi». Il consigliere di Grande Sud, Paolo David, ha voluto precisare che «i ritardi nell’approvazione del bilancio comunale non dipendono dal Consiglio comunale come qualcuno vorrebbe far credere ma dall’amministrazione, che non ha ancora portato in aula il documento economico -finanziario».

In questo momento, il bilancio di previsione è all’attenzione del Collegio dei revisori dei conti , che sta esaminando lo schema di bilancio approvato dalla giunta lo scorso 9 dicembre , l’emendamento esitato il 29 dicembre ed i vari allegati. All’appello mancano però altri documenti importanti previsti dalla legge e manca la delibera sul riaccertamento straordinario dei residui , che l’amministrazione – come emerso in un recente incontro tra Guido Signorino e Dario Zaccone , alla presenza del super esperto Luca Eller Vainicher (vedi qui) – si è impegnata ad approvare in tempi brevi per poterla mandare in Consiglio comunale per la presa d'atto.

L’impasse causata dall’assenza del documento economico-finanziario è destinata a durare per tutto il mese di gennaio. Intanto, se mai ci fosse bisogno di prove e conferme della grave crisi che sta attraversando il Comune di Messina, l’amministrazione Accorinti ha dovuto ancora una volta prendere atto che nessun istituto di credito vuole fare da tesoriere al Comune di Messina . Lo scorso 12 gennaio, all’ennesima gara per l’affidamento del servizio di tesoreria non è stata presentata alcuna offerta. Una situazione di stallo che va avanti dal 2011 e che costringe ogni volta Palazzo Zanca a prolungare l’affidamento all’Istituto Tesoriere Unicredit Spa, a cui l’ente si rivolge frequentemente per far fronte alla persistente carenza di liquidità . I continui ricorsi ad anticipazioni di tesoreria si trasformano ovviamente in interessi che il Comune poi deve rendere. Più anticipazioni si chiedono, più salgono gli interessi. Il 12 gennaio, la giunta Accorinti ha esitato una delibera per incrementare- ma sempre nei limiti previsti dalla legge – le anticipazioni di atri 42 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi agli oltre 63milioni euro autorizzati con delibera del 31 dicembre, per un totale di 105.430.465, 96 euro in meno di due settimane (vedi qui).

Somme che – come specificato nel provvedimento – serviranno al comune per salvaguardare i servizi essenziali. Se il Comune non riuscisse a garantire i servizi essenziali – in assenza di certezze sul piano di riequilibrio – anderebbe immediatamente al dissesto.

Danila La Torre