Uepe al carcere di Gazzi, scatta la mobilitazione di lavoratori e sindacati

L’Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Messina rischia di essere trasferito al Carcere di Gazzi. Un organo che nasce per accompagnare il condannato in un processo di graduale reinserimento nel tessuto sociale di appartenenza, quindi lontano dall’ambiente carcerario, potrebbe trovare sede proprio tra le mura del carcere. Lo ha stabilito il Provveditore Regione Siciliana, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, disattendendo anche dettato legislativo vigente che prevede, all’art.118 del Regolamento d’Esecuzione dell’Ordinamento Penitenziario, la collocazione degli UEPE in locali distinti dagli Istituti e dagli Uffici giudiziari. Una decisione che ha fatto scattare la mobilitazione dei lavoratori dell’Ufficio che hanno proclamato lo stato di agitazione. In campo è scesa anche la Funzione Pubblica della Cgil che è pronta alla battaglia per far rispettare la normativa vigente. “Ancora una volta, sulla pelle dei cittadini e dei lavoratori, si pensa di fare cassa e di risparmiare risorse. Non importa se, per ottenere ciò, devono essere messi da parte principi e valori che costituiscono la cultura portante di un servizio particolare qual è quello svolto dagli operatori dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna” scrive il sindacato. Si tratta di un processo delicato, che coinvolge i familiari, le Istituzioni e i servizi del territorio nel rispetto della dignità e dell’unicità delle persona senza dimenticare il rispetto della riservatezza e della privacy. Proprio questi principi e valori costituiscono il nesso psicologico di motivazione delle norme regolamentari che impongono che gli Uffici UEPE siano ubicati in locali diversi dagli istituti carcerari e dagli uffici giudiziari. Nella realtà messinese, se dovesse andare in porto la decisione del Provveditore Regionale, spiega la Fp Cgil, affermare che tali condizioni siano assicurate dal semplice fatto che l’Ufficio si troverebbe in locali posti “fuori dalle mura di cinta” è assolutamente risibile per quanti conoscono la situazione dei luoghi. Troppo immediata l’identificazione con l’istituto penitenziario, neanche se verranno effettuati i lavori preannunciati per rendere autonomo l’ingresso dell’UEPE.

“Non possono neanche essere sottovalutati i gravi disagi che dovranno essere sopportati dall’utenza che viene da fuori e che, con i bus o con i treni, giunge alla stazione centrale. Oggi, a pochi passi, trova l’Ufficio. Domani, dovrà fare i conti con il sistema dei trasporti della nostra città, il traffico cittadino, la situazione dei parcheggi”.

Un altro tassello da aggiungere al mosaico è il notevole risparmio di spesa carceraria che si raggiunge grazie ai servizi resi dall’Ufficio, un marginale tasso di evasione ed una recidiva di gran lunga inferiore a quella dei soggetti dimessi direttamente dal carcere. Il sindacato critica anche il Provveditore Regionale che scarta ogni ipotesi alternativa, pure offerta ed esistente ed a pochi metri di distanza dall’UEPE. Ci sarebbero i locali ex poste a canone modestissimo per l’esistenza di una convenzione. E invece sono già partiti i bandi e la fase preliminare dei lavori di ristrutturazione dei locali a Gazzi sono già stati avviati. Le segreterie provinciale, regionale e nazionale della FP CGIL, sono vicine ai lavoratori e sono pronti a valutare eventuali azioni tendenti ad ottenere il rispetto della normativa in materia.