“Licenziato” da Accorinti per un post su Fb, l’ex esperto Davide Rizzo punta i fari sull’archivio storico

Fino ad oggi in tanti avevano già abbandonato la nave perché non si erano più ritrovati in sintonia con il progetto politico sposato all’inizio e con il modello amministrativo dell’amministrazione capitanata da Renato Accorinti. Ben 9 esperti nominati dal Sindaco, in questi due anni e mezzo, hanno pian piano fatto un passo indietro, rinunciando a quell’incarico a titolo gratuito. Poche settimane fa però il primo caso di esperto “dimissionato”. Davide Rizzo è il primo esperto mandato a casa dall’amministrazione Accorinti. Era stato nominato il 10 ottobre 2013 “per la consulenza nell’attuazione di Politiche finalizzate alla Progettazione Culturale Strategica”, dopo due anni e mezzo di lavoro e di tanti progetti portati avanti è arrivata la revoca dell’incarico, così motivata nel provvedimento: «Davide Rizzo non ha prestato l’opera di consulenza così come prevista da quest’Amministrazione, ponendo in essere azioni meramente personali attraverso iniziative e dichiarazioni non preventivamente concordate con il sindaco, né con l’assessore al ramo e assolutamente avulse da qualsiasi coordinamento con le strutture comunali di riferimento». Per questi motivi, per il sindaco, l’esperto non avrebbe più potuto concorrere al raggiungimento condiviso dell’obiettivo connesso all’incarico ed è venuto meno il rapporto di fiducia che lo legava all’amministrazione, dunque una revoca e tanti saluti.

Davide Rizzo però non ci sta. Soprattutto perché a quanto pare, alla base di tutto, ci sarebbe un suo post pubblicato su Facebook in cui si era “permesso” di criticare la gestione del Teatro Vittorio Emanuele. Sarebbe stata questa la pietra dello scandalo. E così una libera critica espressa sul social network è costata la fine del rapporto fiduciario con l’amministrazione Accorinti. Rizzo ha voluto raccontare i due anni di lavoro, tutto a titolo gratuito, svolto al servizio di questa esperienza. Due anni costellati anche da tante critiche mosse dall’esperto che si è dedicato soprattutto al patrimonio archivistico e librario del Comune di Messina, non riuscendo però ad incidere come avrebbe voluto. E sarebbe stata anche questa vena troppo critica a non piacere agli amministratori di Palazzo Zanca.

“Mi sono occupato di archivio storico, biblioteca comunale, antiquarium e zona archeologica, Galleria di arte moderna e contemporanea. Ho rilevato tante criticità strutturali, soprattutto in ambito archivistico, ma in due anni non è stato preso nessun provvedimento” racconta Rizzo. Un settore su cui anche il Ministero aveva messo la lente d’ingrandimento: “Nel novembre 2014 ci fu un’ispezione della Soprintendenza regionale, su mandato del Ministero, che rilevò forti incongruenze e criticità nella gestione del patrimonio archivistico. Patrimonio che, ricordiamo, è fatto soprattutto da atti e documenti. Forse nessuno sa che sto parlando di un archivio che si trova negli scantinati di Palazzo Zanca, in condizioni conservative drammatiche e ovviamente senza nessuna organizzazione. Ci troviamo di fronte a gravi violazioni di legge, l’amministrazione ne è perfettamente a conoscenza ma nulla è stato fatto, se non una delibera che autorizzava la partecipazione ad un progetto per ottenere finanziamenti utili per il settore. Messina poteva avere 1 milione di euro. Inutile dire che non è stato elaborato nessun progetto”.

In pratica l’archivio storico del Comune di Messina non ha una casa, non si sa nemmeno quanto sia grande, non è conservato come prevede la legge e per questo motivo si potrebbe presto incorrere in un commissariamento. Difficile a questo punto non ricordare la storica battaglia di Renato Accorinti, quando ancora non era sindaco e lottava davvero. Ma, come spiega Gino Sturniolo, quello di cui parlava Accorinti era la parte libraria dell’archivio storico, oggi custodita al Palacultura, in bacheche di vetro e in un palazzo a vetro che li sta facendo deteriorare. Insieme a Rizzo, c’erano infatti gli ex accorintiani Gino Sturniolo e Nina Lo Presti, che non hanno potuto non rilevare il dato politico di queste dimissioni. “Nel momento in cui qualcuno ha proposto qualcosa o ha dissentito è stato messo alla porta. Non c’è possibilità di critica” ha apostrofato Sturniolo, seguito dalla collega Lo Presti che ha ricordato che in una città come Messina l’amministrazione avrebbe diritto ad un massimo di 3 esperti, mentre Accorinti è già a quota 24, come se fossero incarichi nobiliari o contentini dati solo per una questione di prestigio”.

Accanto a Rizzo anche altre due ex esperte: Clelia Marano e Maria Irrera. Entrambe avevano lavorato a lungo per portare avanti progetti nei rispettivi settori, entrambe si sono ritrovate a non poter incidere, a non essere ascoltate, a sentirsi esperte di serie B di fronte ad altri che evidentemente vengono trattati da serie A.

Tanti fedelissimi che Accorinti ha perso per strada. Un esercito di ex che giorno dopo giorno diventa sempre più numeroso.

Francesca Stornante