Sicilia in fiamme. UIL:”Le responsabilità sono chiare”

"Adesso, nel mentre la coltre di fumo ancora avvolge i territori distrutti e devastati, è iniziata, come da copione consolidato, la classica azione di scaricabarile e di rimpallo delle responsabilità che, invece, sono chiare ed hanno dei precisi nomi e cognomi". A scriverlo, in un comunicato, Ivan Tripodi, segretario generale UIL Messina, in merito ai roghi che nelle scorse settimane, da Patti a Spartà ed anche nella zona jonica, hanno distrutto vegetazione, abitazioni ed imprese.

I cittadini, vittime incolpevoli dei piromani e delle istituzioni poco presenti sul territorio, giustamente, meritano delle risposte. "La regione Siciliana – scrive tripodi – con in testa il fallimentare presidente Crocetta, ha enormi e precise colpe nel disastro ambientale provocato dalla mano di esseri spregevoli. La realtà ci dice inequivocabilmente che il nostro territorio, da lungo tempo, è stato totalmente abbandonato al proprio destino: non si è svolta nessuna attività di prevenzione, previsione e lotta attiva agli incendi boschivi, nonché di concreta difesa del suolo e dei luoghi. Tutto ciò si è concretamente evidenziato nella totale ed indisturbata azione dei clan del fuoco".

"Contestualmente – continua Tripodi – la Protezione Civile, al netto delle polemiche tra il capo dipartimento Curcio e Crocetta, ha palesato la sua assoluta incapacità di sostenere una reale emergenza che ha devastato ettari ed ettari di terreno e colpito decine di migliaia di inermi cittadini".

"La UIL – infine – chiede che si riconosca rapidamente lo stato di calamità naturale e che si aiutino concretamente i cittadini, i lavoratori e le imprese per tentare di ridare fiato ad un territorio che è stato azzerato in ogni sua iniziativa economica e sociale con le pesantissime conseguenze che ne deriveranno".

C'è da evidenziare, tuttavia, come questi discorsi retorici sulle responsabilità e sui colpevoli che, giustamente, devono essere stanati ed puniti dalla magistratura (in primis i piromani), arrivino sempre troppo tardi, a danno avvenuto, quando ormai tutto si è consumato ed è difficile ripartire; quando è facile puntare il dito verso chi, carico di responsabilità, ha mancato al suo lavoro. Mentre è sempre più raro che si parli e che soprattutto si faccia, da parte di ogni istituzione, ente, associazione, qualcosa di concreto per prevenire disastri "annunciati" di cui nessuno ascolta, o forse vuole ascoltare, la voce.