Cronaca

Incendio al Parnaso, domiciliari al carabiniere arrestato a Messina

Mi avvalgo della facoltà di non rispondere ma mi proclamo innocente”. Ha respinto le accuse Salvatore Scardigno, il carabiniere arrestato a Messina mercoledì scorso con l’accusa di incendio aggravato. L’ex militare, difeso dall’avvocato Domenico Andrè, è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari Eugenio Fiorentino, che gli ha concesso i domiciliari.

L’accusa è di aver dato fuoco, lo scorso 22 agosto, a quattro moto e un’auto in un’autorimessa del complesso Parnaso, in via Panoramica dello Stretto. I mezzi erano del superiore che indagava su di lui, sospettato di concussione.

Il cinquantaduenne, congedato per gravi motivi disciplinari, secondo la Procura è il responsabile dei danneggiamenti ai mezzi del del colonnello Ivan Boracchia, comandante del Nucleo Investigativo dell’epoca e allora residente al Parnaso, che indagava su di lui per concussione su delega dalla Procura di Barcellona.

Scardigno è stato arrestato dai carabinieri del Comando provinciale di Messina e portato al carcere di Messina Gazzi. L’anno scorso aveva fatto due eclatanti proteste, a marzo sul campanile del Duomo e a maggio cospargendosi di benzina dentro la cattedrale proprio per protesta in relazione alla vicenda oggetto di quella inchiesta, per la quale si proclamava innocente.